Iran e Russia mettono bombe nelle urne Usa
Editoriale di Mario Sechi
Testata: Libero
Data: 03/11/2024
Pagina: 1
Autore: Mario Sechi
Titolo: Iran e Russia mettono bombe nelle urne Usa

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/11/2024, a pag. 1 con il titolo "Che fine ha fatto il piano Zelensky per la vittoria?" l'editoriale di Mario Sechi.


Mario Sechi

Martedì, urne aperte negli Usa. Ma potrebbero esserci brutte sorprese. Iran e Russia vogliono influenzare il voto aumentando il livello della loro aggressione, rispettivamente contro Israele e Ucraina.

Ci stiamo avvicinando a un giro di boa ad alta tensione, il voto americano imprimerà un’altra direzione e velocità alla storia, chiunque vinca. L’Europa è pronta? I due spettatori più interessati al voto negli Stati Uniti si chiamano Vladimir Putin e Ali Khamenei. Russia e Iran stanno muovendo le pedine sulla scacchiera, vediamo il loro schema di gioco. A 48 ore dal voto, la Russia sta martellando l’Ucraina, conquistando territorio nel Donbass con la fanteria e bersagliando Kiev con sciami di droni, i soldati inviati dalla Corea del Nord stanno per essere schierati sul campo di battaglia, c’è chi teme il collasso delle linee difensive ucraine e il presidente Zelensky ieri ha detto che «l’America sta a guardare, la Gran Bretagna sta a guardare, la Germania sta a guardare. Tutti aspettano che anche i militari nordcoreani inizino ad attaccare gli ucraini». Mentre Kamala Harris e Donald Trump fanno gli ultimi comizi negli Stati chiave dell’America, l’uomo del Cremlino sta consolidando la presa, si prepara a un lungo inverno. Il capo dell’esercito ucraino, Oleksandr Syrsky, ha detto che le sue truppe sono di fronte a «una delle offensive più potenti dall’inizio della guerra».
Quali sono i piani di Putin? La domanda si riempie di inquietudine al ricordo di quanto diceva Winston Churchill: «La Russia è un rebus avvolto in un mistero che sta dentro a un enigma». L’Europa tace. In Medio Oriente, l’ayatollah Ali Khamenei ieri ha parlato, ha annunciato un altro attacco militare contro Israele - che per alcuni potrebbe arrivare prima del voto americano - e ha chiesto la mobilitazione di tutti i suoi alleati contro Gerusalemme. Anche in questo caso, c’è il tentativo dell’Iran di infilarsi in uno spazio d’incertezza, creare scompiglio mentre si decide chi sarà il “Commander in Chief” alla Casa Bianca. Washington avrebbe avvisato Teheran sui rischi di una reazione durissima di Israele, «non riusciremmo a controllarla». Anche in questo caso, l’Europa è muta.
Siamo in uno scenario di guerra, predicare la pace è bello, ma non ci salverà dall’affrontare la realtà.
Speriamo non troppo tardi.

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