Quelle ragazze pilota israeliane in guerra contro l’aggressione, l’oppressione e la tirannia
Commento di Dotan Russo
Testata: israele.net
Data: 01/11/2024
Pagina: 1
Autore: Dotan Russo
Titolo: Quelle ragazze pilota israeliane in guerra contro l’aggressione, l’oppressione e la tirannia

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - un'analisi di Dotan Russo di Times of Israel dal titolo "Quelle ragazze pilota israeliane in guerra contro l’aggressione, l’oppressione e la tirannia".

Dotan Russo
Piloti israeliani al rientro dalla missione contro obiettivi militari iraniani. Anche donne hanno partecipato all'Operazione Giorni del Pentimento.

Lo scorso 26 ottobre i cieli dell’Iran sono stati testimoni di un eccezionale atto di sfida contro la tirannia: un attacco aereo contro obiettivi strettamente militari eseguito non solo da piloti esperti, ma anche da aviatrici donne.

Questa potente immagine di donne in delicatissimi ruoli di combattimento appare in netto contrasto con i principi repressivi del regime iraniano, che impone alle donne rigidi codici di abbigliamento, tra cui l’hijab, e tratta le donne come cittadine di seconda classe.

La partecipazione di donne pilota a un’operazione militare così significativa evidenzia lo scontro ideologico tra ideali democratici e oppressione dispotica.

Il trattamento delle donne da parte dell’Iran è emblematico di un più ampio modello repressivo. Sotto il regime iraniano le donne subiscono una discriminazione sistematica, costrette a coprire il capo e il corpo contro la loro volontà.

L’interpretazione della legge islamica imposta dal regime sottomette le donne, negando loro i diritti e le libertà fondamentali di cui godono in molte parti del mondo.

In netto contrasto, Israele, in quanto stato libero e democratico, promuove attivamente l’uguaglianza di genere offrendo alle donne le stesse opportunità degli uomini, compreso il diritto di prestare servizio come piloti di caccia.

Le quattro donne pilota di F-16 che hanno partecipato all’attacco all’Iran rappresentano non solo elevata perizia militare, ma anche il trionfo della libertà sull’oppressione.

Il loro coinvolgimento in un’operazione militare così strategica riflette un autentico impegno verso l’eguaglianza e l’emancipazione, evidenziando la profonda differenza tra i valori del regime iraniano e quelli israeliani.

Mentre Israele continua a fronteggiare le minacce dell’Iran e dei suoi gregari, queste giovani donne rappresentano un faro di speranza, dimostrando che in Israele l’eguaglianza di genere non è solo un concetto teorico, ma una realtà vissuta.

Le immagini pubblicate dai media israeliani di queste donne pilota poco prima del decollo per la missione o subito dopo il rientro, mostrando coraggio e determinazione.

Come ha affermato una di loro, “non stiamo combattendo solo per il nostro paese, stiamo combattendo per i nostri diritti e il nostro posto nel mondo”.

Parole che risuonano nel profondo, evidenziando come la loro partecipazione riguardi più di una semplice azione militare: è una affermazione di identità e uguaglianza.

Di più. Come ebbe a dire la rinomata studiosa e storica Ruth Wisse, “l’essenza di una società si rivela da come tratta le donne”.

Questa prospettiva sottolinea l’importanza dell’eguaglianza di genere come tratto distintivo dei valori democratici, in acuto contrasto con le ideologie oppressive dei regimi dispotici.

Questo episodio dovrebbe ricordare alla comunità internazionale che il conflitto tra Israele e l’Iran con i suoi gregari va ben oltre le dispute territoriali e le minacce alla sicurezza. E’ anche una lotta per i valori fondamentali sostenuti da molte nazioni occidentali.

La lotta contro l’aggressione iraniana è una lotta per la democrazia, i diritti delle donne, i diritti LGBTQ+ e una serie di altri valori che significano progresso e umanità.

Il valore simbolico delle donne pilota israeliane che hanno preso parte a questo attacco non dovrebbe essere trascurato. Si erge in netto contrasto con le ideologie regressive abbracciate dal regime iraniano, che non solo opprime le donne ma perseguita gli individui anche in base al loro orientamento sessuale e alle loro convinzioni personali.

La comunità internazionale dovrebbe riconoscere che questo conflitto è emblematico di una guerra ideologica più ampia che contrappone alla repressione e alla tirannia i principi di libertà, eguaglianza e diritti umani.

(Da: Times of Israel, 28.10.24)

 

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