Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/10/2024, pag. 15, con il titolo "Kim schiera i missili contro l'Ucraina. La Corea del Sud vuole armare Zelensky", il commento di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Con il coinvolgimento ormai certo della Corea del Nord nei combattimenti la guerra in Ucraina sta assumendo pieghe inaspettate. In pratica Kim Jong-Un sta cogliendo l’occasione dell’alleanza con Putin per testare sul terreno il suo esercito e le sue armi rafforzando nel contempo le precarie capacità economiche del proprio Paese. Tutto ciò, ne sono convinte le autorità di Seul, ha permesso a Pyongyang di accelerare la sperimentazione dei propri missili balistici e secondo la Defence Intelligence Agency sudcoreana un lancio di un vettore intercontinentale a lungo raggio sarebbe previsto a breve, prima delle elezioni americane.
Le tensioni crescenti tra i due Paesi, testimoniate anche dall’abbattimento da parte di Pyongyang di tutte le strade che collegano il sud, hanno spinto Seul ad azioni di bilanciamento che si stanno concretizzando con l’offerta a Kiev delle sue armi più tecnologicamente avanzate, da essa prodotte ma per il momento mai vendute all’estero. Inoltre interpreti in coreano dovrebbero arrivare in Ucraina per iniziare il programma di convincimento dei soldati di Kim a disertare. L’esercito nordcoreano avrebbe già dimostrato nei giorni scorsi di non essere il più affidabile, con alcuni soldati che hanno rotto i ranghi e sono scappati prima dei combattimenti. Anche se non si sa ancora di quale tipo di armi si tratta, l’aiuto sudcoreano potrebbe rivelarsi prezioso in un momento in cui Kiev si sta arenando in richieste che il principale alleato occidentale, gli Usa, non vogliono e non possono esaudire.
Significativo è lo sfogo di queste ultime ore di Zelensky che si è lamentato per le fughe di notizie apparsa in particolare sul New York Times, secondo le quali nel piano per la vittoria illustrato a Biden c’è una richiesta di un numero imprecisato di missili Tomahawk con una gittata di 2.400 chilometri. Le fonti del NYT hanno riferito che Washington non era convinta che Kiev ne avesse bisogno ed era riluttante a fornirle. «Si trattava di informazioni riservate tra l’Ucraina e la Casa Bianca. Come interpretare questi messaggi?», ha chiesto Zelensky durante una conferenza stampa. «Significa che tra i partner non c’è riservatezza», ha aggiunto il presidente ucraino secondo cui i missili avrebbero potuto essere schierati solo se la Russia si fosse rifiutata di porre fine alla guerra e di allentare la tensione. «Ho spiegato che questo è un metodo preventivo», ha detto Zelensky, «ma mi è stato risposto che è un’escalation».
Secondo il Financial Times invece Ucraina e Russia avrebbero avviato colloqui preliminari per discutere di una tregua degli attacchi contro le reciproche infrastrutture energetiche. A mediare ci sarebbe ancora una volta il Qatar. Di recente Zelensky aveva spiegato che un accordo sulla protezione dei siti dell’energia avrebbe potuto indicare la volontà di Mosca di impegnarsi in negoziati più estesi, ma stavolta è proprio il Cremlino a negare l’avvio dei negoziati. In ogni caso gli Stati Uniti hanno annunciato nuove sanzioni, stavolta nei confronti di quasi 400 persone e aziende in più di una dozzina di paesi accusati di fornire alla Russia punti tecnologici per sostenere la sua “macchina da guerra”.
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