Hamas e Hezbollah cercano la tregua
Cronaca di Amedeo Ardenza
Testata: Libero
Data: 31/10/2024
Pagina: 15
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: Hamas e Hezbollah cercano la tregua

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 31/10/2024, a pag. 15, con il titolo "Hamas e Hezbollah cercano la tregua ", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Un'altra tregua umanitaria? Adesso, a chiederla, sono sia Hamas che Hezbollah, dopo aver incassato colpi decapitanti da parte di Israele. Indice che sono in una condizione di crisi.

In Medio Oriente, come altrove, la guerra e il dialogo a distanza sulla fine delle ostilità procedono su binari paralleli. Mentre Israele continua a prendere mira obiettivi di Hezbollah in Libano e la milizia non smette di tempestare di missili e droni il nord dello Stato ebraico, la Casa Bianca ha inviato nella regione due emissari di alto livello nella speranza di far tacere le armi.
Secondo “fonti” vicine ai due inviati a stelle e strisce, Brett McGurk and Amos Hochstein, sentite dal Times of Israel, si starebbe lavorando a una proposta per fermare le ostilità tra Israele e il gruppo terroristico Hezbollah, a partire da un cessate il fuoco di 60 giorni: il periodo sarebbe utilizzato per dare piena attuazione aella risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite 1701 del 2006 secondo cui Israele si deve ritirare a sud della Linea Blu mentre Hezbollah deve disarmare, riposizionandosi a nord del fiume Litani.
Sono i due obiettivi sui quali avrebbe dovuto vegliare la missione Unifil per il mantenimento della pace: al contrario dopo annidi attacchi missilistici “goccia a goccia”, aumentati di intensità dall’ottobre del 2023, le Israel Defense Forces sono tornate nel sud del Libano dopo 18 anni trovando una regione nelle mani di Hezbollah, con tunnel e depositi di armi della milizia sciita scavati a due passi dalle torrette di avvistamento dei caschi blu. Accanto a McGurk e Hochstein, fra le capitali della regione, fanno la spola anche il capo della Cia William Burns e il comandante del Centcom, generale Michael Kurilla: l’amministrazione Biden cerca di portare a casa un risultato negoziale che la vicepresidente e candidata presidenziale Kamala Harris possa sfoggiare alle presidenziali di martedì prossimo.
Sul fronte militare, dopo aver impartito l’ordine di evacuazione a numerosi villaggi e provocato lunghe file di auto di libanesi in fuga, mercoledì le Idf hanno bombardato l’area di Baalbek, nella valle della Beqaa. Oltre 60 persone erano morte a causa dei raid israeliani del giorno prima, secondo il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour.
Il bombardamento di mercoledì è coinciso con il primo discorso di Naim Qassem, l’ex vicesegretario generale di Hezbollah, diventato numero uno dopo l’eliminazione dei suoi due predecessori. Il neoleader ha continuato nel segno delle sue prime dichiarazioni seguite all’eliminazione di Hassan Nasrallah: toni duri e contenuti aperturisti. «Cercano di farci del male, ma noi facciamo loro del male a nostra volta, e siamo riusciti a lanciare un missile nella camera da letto di Netanyahu, che è morto di paura», si è fatto coraggio Qassem, Quindi ha reso noto che sono 4.000 gli effettivi di Hezbollah feriti dall’esplosione dei cercapersone (manomessi da Israele) lo scorso 17 settembre, «eppure ci siamo ripresi, mentre questo incidente avrebbe destabilizzato chiunque altro», ha affermato in tv. Da dieci giorni dice di sentire solo parlare delle vittorie del suo gruppo. «Abbiamo i mezzi necessari e siamo preparati per una lunga guerra». Eppure Qassem, dopo aver giurato che sotto la sua guida Hezbollah continuerà nella linea segnata da Hassan Nasrallah, non ha dimenticato di menzionare una possibile tregua: «Non imploreremo un cessate il fuoco perché continueremo a combattere... non importa quanto tempo ci vorrà»; allo stesso tempo Hezbollah è disposta a fermare la guerra, ma a patto che «le condizioni poste da Israele ci convengano».
Ieri in Libano le Idf hanno ucciso Mostafa Shhadi, il vicecomandante di Radwan, la forza d’elite di Hezbollah, che peraltro ha continuato a far suonare allarmi aerei in tutto il nord d’Israele e ha ferito due lavoratori agricoli, un israeliano e uno straniero, nei pressi di Metulla e un anziano a Yarden, in Alta Galilea.
A detta del ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant, grazie ai bombardamenti delle ultime settimane la capacità missilistica di Hezbollah si sarebbe ridotta dell’80% (del 50% secondo stime più prudenti). Nelle ore in cui si registrano nuovi contatti fra l’Egitto e Hamas per una tregua al sud, ieri Gallant è entrato a Gaza al seguito delle Idf, spronandole «a continuare a esercitare la massima pressione possibile su Hamas, al fine di creare le condizioni necessarie per garantire il ritorno degli ostaggi: il livello politico deve fare ciò che è necessario per raggiungere un accordo.
Questa è la nostra missione più importante a Gaza in questo momento».

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