Plauso a ANGELO PANEBIANCO
ANGELO PANEBIANCO Il premio per la Pace da ritirare a Peres
Testata: Corriere della Sera
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Autore: ANGELO PANEBIANCO
Titolo: IPOCRISIE EUROPEE STILE POCO NOBEL
Brutte notizie per l'immagine dell'Europa, della sua cultura, della sua civiltà. Non bastava la vergognosa esibizione di un Nobel per la letteratura (1998), lo scrittore portoghese José Saramago, andato alcuni giorni fa nei territori palestinesi ad evocare Auschwitz. Ora, anche i membri del Comitato norvegese per il Nobel per la Pace si stanno impegnando per imbrattare l'immagine europea. Hanno dichiarato che, se potessero, ritirerebbero il Nobel conferito nel 1994 a Shimon Peres (per gli accordi di Oslo), dal momento che considerano l'attuale ministro degli Esteri israeliano complice del premier Sharon per quanto sta accadendo in Palestina.
Poiché Peres ottenne quel premio insieme ad Arafat, e Arafat non è oggetto del biasimo degli esimi membri del Comitato, ecco che un'istituzione di grande prestigio, che occupa una posizione di rilievo nella «carta di identità culturale» dell'Europa, viene di fatto schierata dalla parte palestinese contro quella israeliana. Insieme ai vari Agnoletto e no global d'Europa. Il Nobel per la Pace è un premio controverso. Salvo quando viene assegnato a eccezionali autorità morali (come, a esempio, Madre Teresa di Calcutta), si qualifica come un premio «politico», e della politica coloro che lo assegnano adottano le ipocrisie e le furbizie diplomatiche. C'è sempre stato qualcosa di vagamente ridicolo nel conferimento del Nobel a statisti impegnati a fare il loro mestiere secondo il mandato ricevuto dai loro Paesi. Come quando venne conferito nel 1973 all'allora Segretario di Stato Henry Kissinger e al negoziatore vietnamita Le Duc Tho per aver avviato la soluzione della guerra del Vietnam (tra l'altro, conclusasi definitivamente due anni dopo, nel peggiore dei modi, con la conquista di Saigon da parte del regime totalitario di Hanoi). Ciò non toglie che anche il Nobel per la Pace, per l'effetto di trascinamento da parte dei Nobel più antichi e seri, sia un'istituzione prestigiosa. Talché i comportamenti dei membri del Comitato riguardano noi europei, incidono sull'immagine che diamo di noi stessi al resto del mondo. Diventano una misura sensibile del livello di «autorità morale» dell'Europa.
È inutile allora chiedersi perché l'Europa non sia in grado di svolgere alcun ruolo nel conflitto mediorientale (come ha mostrato l'esito, umiliante e fallimentare, del viaggio in Israele di Javier Solana, responsabile della politica estera dell'Unione, e del ministro degli Esteri spagnolo Josep Piqué, di pochi giorni fa). È inutile chiedersi perché solo gli Stati Uniti potranno forse fare qualcosa per riportare la pace nella regione.
Non è solo che l'Europa è un nano militare, e i nani militari, comprensibilmente, non vengono considerati seri interlocutori da coloro che sono impegnati in conflitti armati. È anche che l'Europa non sa compensare la sua debolezza militare e la sua ancora deficitaria integrazione politica mettendo sul piatto della bilancia almeno un po’ di autorevolezza morale.
Quale autorevolezza morale rispetto al conflitto mediorientale può mai avere un’Europa che per le posizioni assunte dalle sue Chiese, per le dichiarazioni di tanti intellettuali e uomini politici, è apparsa così vistosamente sbilanciata a favore dei palestinesi, quasi che solo le sofferenze di questi ultimi contassero? Quale autorevolezza morale, per giunta mentre l'antisemitismo riprende fiato nelle sue contrade, può avere un’Europa le cui voci più qualificate non si preoccupano a pari titolo del terrorismo suicida e del rischio di annientamento che corre lo Stato di Israele?
Israele è anche l'unica democrazia della regione, e la sua sorte, se non altro per questo, dovrebbe stare a cuore all'Europa. Forse un giorno la guerra cesserà e nascerà uno Stato palestinese, accanto a quello israeliano. Se l’Europa vuole avere autorità morale dovrà prepararsi, per quel giorno, a sostenere che lo Stato palestinese, che tutti auspichiamo, sarà solo una torva tirannia in più se non si darà istituzioni simili a quelle di Israele (e dell'Europa).

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