L’Europa dei ciechi spende milioni per illuminare le moschee del mondo islamico
Newsletter di Giulio Meotti
Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 29/10/2024
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: L’Europa dei ciechi spende milioni per illuminare le moschee del mondo islamico

Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "L’Europa dei ciechi spende milioni per illuminare le moschee del mondo islamico".


Giulio Meotti

I contribuenti europei spendono milioni per "migliorare l'efficienza energetica delle moschee marocchine". E altri esempi di sottomissione dell'Europa all'Islam

Se pensavate di averle viste tutte con l’Europa che finanzia la costruzione delle grandi moschee in Europa, non avevate letto questa.

Il governo tedesco ha speso 8 milioni di euro dei contribuenti “per migliorare l’efficienza energetica delle moschee marocchine”.

Il governo di Berlino, tramite la Società per la cooperazione internazionale (GIZ), ha stanziato 8,09 milioni di euro per progetti incentrati sull’installazione di illuminazione a led, pannelli solari e fotovoltaici nei luoghi di culto islamici in tutto il Marocco.

Spesi anche altri milioni per “corsi di formazione per imam e insegnanti nelle moschee per aumentare la consapevolezza dei possibili benefici dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili”, secondo la risposta ufficiale del governo all’AfD. Il governo tedesco è orgoglioso della parità di genere nella realizzazione del progetto nel paese islamico. Sei dipendenti su nove sono donne.

La Germania sta finanziando “alternative di sviluppo eco-femministe in Sud Africa e un progetto sulla mascolinità positiva in Ruanda”. Poi ci sono i “frigoriferi green in Colombia” e i “villaggi sensibili al genere in Bangladesh”.

Ma i milioni di euro per illuminare le moschee nella Umma, quelli mi preoccupano molto di più.

Generosissima la Germania anche nel sostegno finanziario alle istituzioni islamiche nel proprio paese, come dimostra un elenco di 44 pagine che enumera le organizzazioni islamiche a cui forniscono denaro i governi federale e statali, come il mezzo milione di euro al Centro di formazione per le donne musulmane e la famiglia di Colonia.

Ogni anno i governi europei e la Commissione stanziano centinaia di milioni di euro per la causa islamica. Masochismo? Cecità? Un tentativo di ingraziarsi la Umma? Forse un misto di tutte e tre.

La Commissione Europea ha stanziato 80 milioni di euro alla Fratellanza Musulmana. La UE ha stanziato 3.874.112 euro sulla “digitalizzazione nell’Islam”. Poi il progetto finanziato da Bruxelles con 2.276.125 euro su “approccio alla radicalizzazione giovanile in Europa basato sull’empatia”.

La Turchia di Erdogan la ricopriamo di denaro: “La scuola superiore Şehit Adil Büyükcengiz Anadolu İmam Hatip di Istanbul ha ricevuto 53.288 euro per un progetto. Una scuola imam hatip riservata alle ragazze di Hatay, la İskenderun Kız Anadolu İmam Hatip High School, ha ricevuto 51.664 euro per un progetto volto a ‘costruire democrazia e coesione sociale’. Altre due scuole imam hatip nelle province di Konya e Kahramanmaraş hanno ricevuto 60.000 euro ciascuna. L’elenco si allunga sempre di più. La Fondazione turca per la gioventù e l’istruzione (TÜRGEV), guidata dal figlio di Erdogan, Bilal, ha ricevuto 60.000 euro l'anno scorso e 400.000 euro nel 2022. La Fondazione islamica Maarif, un ente ufficiale del governo turco che funge da canale per esportare l’Islam politico all’estero attraverso le scuole, nel 2022 ha ricevuto 36.300 euro per un progetto”.

La Germania ha dato persino 3.1 miliardi alla Turchia per la sua “transizione energetica”. Senza contare che la Commissione Europea ha stanziato altri 24,3 milioni di euro all'anno a Erdogan per aiutare le donne turche a prendersi cura dei propri figli in modo che possano tornare al lavoro. Lo ha deciso l’ufficio di Josep Borrell, l'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri.

L’Università Islamica di Gaza sul suo sito web elenca quattro progetti di finanziamento Erasmus da parte dell’Unione Europea. Le rivelazioni del Journal du dimanche sul finanziamento di un'università islamista turca da parte dell'UE hanno spinto Bruno Retailleau e Benjamin Haddad a contattare la Commissione Europea, chiedendo la fine immediata di questa partnership nell'ambito del programma Erasmus.

“Quando smetteremo, in nome della diversità, di finanziare i nemici della Repubblica?”. La senatrice Nathalie Goulet non ha usato mezzi termini mercoledì 16 ottobre, criticando il finanziamento da parte dell'Unione Europea di un'università islamista turca.

“La Commissione Europea ha deciso di sospendere la cooperazione con le università ungheresi per l'inizio dell'anno scolastico 2024”, racconta su Le Figaro il filosofo e accademico francese Xavier-Laurent Salvador. “Ma l’Università Islamica di Gaza ha ricevuto 1.754.000 euro dall’UE, nonostante i suoi noti legami con Hamas. Sembrerebbe quindi che agli occhi della Commissione la presenza di Orban sia peggiore di quella di Hamas!”. Due milioni di euro al campus di Hamas.

L’antropologa Florence Bergeaud-Blackler, autrice di numerosi lavori sui Fratelli Musulmani, ha documentato: “L’Università islamica di Gaza, legata ad Hamas sin dalla creazione, ha partecipato a progetti con più di 130 università e centri di ricerca in 21 paesi dell’UE”. Italia compresa.

Povero Erasmo da Rotterdam.

Nell’attuale lista dei beneficiari dei fondi europei figurano altre università di Hamas, dalla Al Azhar University ad Al Quds University.

Mentre la UE punisce le università ungheresi, l’Università islamica di Gaziantep, in Turchia, beneficia dei fondi UE del programma Erasmus. Il suo rettore è a favore del matrimonio tra familiari e considera l’omosessualità una malattia.

La vicenda mobilita alcuni eletti europei, come l'ex capo di Frontex, Fabrice Leggeri. “Dopo aver finanziato l’Università islamica di Gaza, l’UE ora sostiene un’università turca il cui rettore glorifica un leader di Hamas. Le nostre tasse finanziano i nemici dell’Europa!”. Leggeri ricorda il sussidio all’Università Islamica di Gaza, “soprannominata Hamas Campus”.

Il programma “Erasmus+” ha dato mezzo milione di euro anche a Iran e Iraq. le famose università iraniane culle di diritto e libertà, dove le studentesse senza velo non sono ammesse.

Poi una mostra finanziata dall'Unione Europea (2,5 milioni di euro) intitolata “L'Islam, la nostra storia!". E svariati progetti pagati dal Consiglio Europeo della Ricerca, come “Il Corano europeo” con 9.842.534 euro. E “Il Corano globale”? Budget: 1.980.000 euro. E poi l’Unione Europea finanziava un progetto contro l’“islamofobia di genere” (257.486 euro) volto a “formare i giornalisti sull'Islam”.

Per usare la parola coniata da Bat Ye’Or per spiegare la sudditanza europea all’Islam, siamo in piena dhimmitudine.

Se non apriamo gli occhi immediatamente un giorno ci sveglieremo come a Poitiers, in Francia, dove sabato militanti della sinistra radicale hanno modificato i nomi di alcune strade in lode dei leader di Hamas, in particolare del fondatore, lo sceicco Ahmed Yassin. L’azione è stata pubblicizzata sui social dal Mouvement des jeunesses communistes con il nome di “Les rues de la resistance”, le strade della resistenza. Intanto il Qatar, che finanzia tutti gli sgherri islamisti, costruisce la Grande Moschea di Poitiers.

Per dirla con un improbabile crociato come Per Gahrton, fondatore dei Verdi in Svezia, a lungo deputato al Parlamento svedese ed europeo, “dobbiamo prendere sul serio coloro che affermano che l'immigrazione musulmana porterà gli islamisti a riuscire dove fallirono nel 732 a Poitiers e a Vienna nel 1683. È giunto il momento di premere il freno se vogliamo assicurarci che i nostri nipoti non siano governati da un kalif e dalla legge islamica. Forse è già in corso un’insidiosa presa di potere islamista?”.

Ma noi siamo come i pescatori di perle che diventarono tutti ciechi perché le cornee dei subacquei si erano sfiorate con le meduse.

giuliomeotti@hotmail.com