L’ex casco blu: ‘Eravamo completamente alla mercé di Hezbollah’
Editoriale del Jerusalem Post, YnetNews​​​​​​​ e Israel HaYom
Testata: israele.net
Data: 23/10/2024
Pagina: 1
Autore: Jerusalem Post
Titolo: L’ex casco blu: ‘Eravamo completamente alla mercé di Hezbollah’

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - editoriale tradotto dal Jerusalem Post, YnetNews e Israel HaYom dal titolo "L’ex casco blu: "Eravamo completamente alla mercé di Hezbollah".

Le forze UNIFIL erano costrette a sottostare ai diktat della milizia filo-Iran e le denunce delle violazioni non avevano nessun seguito
Caschi blu dell’Unifil nel sud del Libano. Alle loro spalle, un poster che inneggia al capo di Hezbollah Hassan Nasrallah

Con lo pseudonimo di Michael, un ex soldato della UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization) testimonia che l’UNIFIL era “totalmente soggetta a Hezbollah”. Lo ha detto domenica l’ex casco blu un’intervista al sito di news danese B.T.

L’UNSTO, prima missione di mantenimento della pace mai creata dall’Onu, venne stabilita nel 1948 con la missione di “monitorare i cessate il fuoco, supervisionare gli accordi di armistizio, impedire l’escalation di incidenti isolati e assistere altre operazioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite nella regione” mediorientale.

Dieci anni fa il soldato Michael venne incaricato di osservare e segnalare le violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza del 2006, che proibisce la presenza di qualunque gruppo armato a sud del fiume Litani ad eccezione dell’esercito regolare libanese.

Invece, riferisce Michael, “eravamo totalmente soggetti a Hezbollah. Avevamo una libertà di movimento chiaramente limitata. Ad esempio, non operavamo mai dopo il tramonto per paura di Hezbollah. Quindi loro avevano via libera nelle ore serali e notturne”.

Secondo Michael, anche l’accesso degli operatori UNIFIL e UNTSO alle città del Libano meridionale era limitato da Hezbollah, che li fermava quando cercavano di entrare in certe aree. “Semplicemente bloccavano la strada. Non erano visibilmente armati, ma erano aggressivi ed era chiaro che si trattava miliziani Hezbollah. Sapevamo molto bene chi prendeva le decisioni, soprattutto nelle città sciite. Non volevano che vedessimo cosa stavano facendo”.

A dispetto della loro missione, Michael racconta che i caschi blu si limitavano a osservare da lontano quando persone sospette fotografavano il confine israeliano. “Quando pattugliavamo la Linea Blu – dice – vedevamo spesso dei ‘civili’ che scattavano foto molto vicini alle installazioni militari israeliane. Quando succedeva, ci ritiravamo e osservavamo da lontano: semplicemente è quello che ci veniva ordinato di fare”.

“In alcune zone non potevamo nemmeno scattare foto o video” aggiunge Michael, spiegando che i miliziani di Hezbollah gli avrebbero confiscato i dispositivi se avesse tentato di raccogliere prove: “E’ successo ad alcuni dei miei colleghi”.

Ricorda inoltre che alcuni operatori esterni ingaggiati da UNIFIL e UNTSO sostenevano apertamente Hezbollah. “Avevamo un certo numero di interpreti che erano stati indottrinati da Hezbollah – spiega – Una volta ne ho cacciato fuori uno dal mio veicolo perché continuava a tessere le lodi di Hassan Nasrallah e io semplicemente non volevo ascoltarlo”.

Anche fra gli osservatori Onu ve n’erano di quelli con forti opinioni anti-israeliane: “Ne ricordo uno in particolare, un irlandese”, afferma l’ex casco blu. E comunque, aggiunge, la paura del gruppo terroristico era diffusa: “I civili che non sostenevano Hezbollah, in particolare i cristiani, avevano paura di parlare contro di esso”.

Nonostante tutti gli ostacoli creati da Hezbollah, Michael afferma che mandavano rapporti, ma quando venivano denunciate delle violazioni non veniva fatto nulla. “Segnalavamo quotidianamente ai nostri superiori le violazioni della risoluzione 1701 – riferisce – comprese in particolare le restrizioni alla nostra libertà di movimento, e ci era stato ordinato di segnalare tutte le violazioni indipendentemente da quante fossero. Ma non è mai successo niente. Non ricevevamo risposte e non veniva preso nessun provvedimento. Era terribilmente frustrante e ho solo trovato conferma di ciò che avevo sperimentato in altri paesi dove ero stato assegnato: l’Onu è inefficace”.

“Ora, dieci anni dopo – conclude l’ex casco blu Michael – non riesco nemmeno a immaginare quanto fosse diventata profondamente radicata e sviluppata l’infrastruttura di Hezbollah”.

(Da: Jerusalem Post, YnetNews, 21.10.24)

Alcuni operativi di Hezbollah catturati durante le recenti operazioni delle Forze di Difesa israeliane nel Libano meridionale hanno rivelato che la loro organizzazione ha pagato dei membri del personale UNIFIL per usare le loro postazioni nell’area. Lo hanno riferito fonti della sicurezza israeliana citate lunedì da Israel HaYom. Le fonti, a diretta conoscenza dei dettagli, hanno rivelato che Hezbollah aveva anche preso il controllo di telecamere UNIFIL nei complessi vicino al confine israeliano utilizzandole per i suoi scopi.

(Da: Israel HaYom, 21.10.24)

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