Mezzo mondo piange Sinwar e Meloni non viene in Israele. Perchè?
Commento di Deborah Fait
Pare incredibile e disumano ma purtroppo è quanto sta accadendo da quando Israele ha ucciso Yahya Sinwar, capo dell’organizzazione terroristica Hamas, feroce, psicopatico: mezzo mondo occidentale lo piange e non solo i musulmani. I tanti sostenitori del terrorismo contro Israele sono in lutto e celebrano il martirio del loro idolo, la cui mente diabolica ha ideato il 7 Ottobre. Il mondo islamico sunnita spera che la sua morte introdurrà un cambio di marcia in favore di Israele, della fine della guerra dopo la restituzione degli ostaggi. I talebani islamici sciiti e cristiani invece giurano che la “resistenza” si rafforzerà. Vi ricordate Greta Turnberg? E chi può dimenticarla quella ragazzina sempre incazzata e usata a mo’ di martire dei cattivi che non pensavano al clima globale e che, con il loro inconsulto comportamento avrebbero portato alla fine dell’umanità. Beh, Greta ha cambiato mestiere, restando però sempre fedele al fanatismo, e dal clima, è passata a un'altra ideologia, forse più redditizia, cioè a simpatizzare e a manifestare per il terrorismo palestinese. Bardata di kefiah, si è messa a urlare, insieme alle sue degne compagne, che “Sinwar non morirà mai!” Sul suo profilo X Greta ha scritto: “Oggi scioperiamo in solidarietà con la Palestina e con Gaza: il mondo deve alzare la voce e chiedere un cessate il fuoco immediato, giustizia e libertà per i palestinesi” e i Free Palestine non si contano. Naturalmente non una sola parola sulle vittime israeliane del 7 Ottobre né sugli ostaggi, anche bambini, tenuti prigionieri da più di un anno. Un portavoce dell’esercito israeliano ha replicato: “Chiunque in futuro si identificherà con Greta Thunberg sarà, a mio avviso, un sostenitore del terrorismo”.
Siccome al peggio non c’è mai fine, oltre a Greta ci sono “le Bimbe di Sinwar” la cui portavoce è quella Cecilia Parodi, spesso gradita ospite del PD della Schlein, che piangeva parlando dell’odio immenso che prova per gli ebrei. “Odio tutti ma proprio tutti gli ebrei. Odio tutti ma proprio tutti gli israeliani” e piangeva commossa dalla grandezza del proprio odio senza limiti. Parlando di Sinwar la Parodi ha detto “Tra l’altro io lo amo immensamente per i suoi modi, lo amo quando grida incazzato. Ho una cotta, una crush come dite voi giovani”. Non sono mai pervenute critiche dalla sinistra. Del resto come restare sorpresi? Da che mondo è mondo si sa che il Male, quello tragico con la emme maiuscola, ha molti fan. Dai peggiori assassini, a veri e propri mostri umani, a terroristi senza anima. Da Arafat, a Sinwar, al mostro di Londra, a Charles Manson, una moltitudine di donne ma anche di uomini è stata presa da amore folle. Mi sono informata e si chiama ibristofilia , quando il fascino del male diventa un’ossessione. Più il personaggio è mostruoso, più suscita ammirazione e amore. In Italia Pietro Maso, Erika Di Nardo, assassina della madre e del fratellino insieme a Omar, tutti hanno ricevuto proposte di matrimonio. Possiamo immaginare dunque quanti pensieri erotici possono aver avuto le “Bimbe” e altri ammiratori e ammiratrici di Sinwar pensando all’orrore di sangue e ai massacri da lui ideati contro il popolo più odiato del mondo, gli ebrei. Adesso da una tristezza all’altra. Sono rimasta sorpresa e delusa dal viaggio di Giorgia Meloni in Medio Oriente. È andata in Libano, in Giordania per parlare con quell’essere inutile che è Re Abdallah, ha organizzato un summit tra arabi per parlare di fine della guerra tra Israele e i terroristi e non è venuta in Israele? Ha lasciato da parte il paese interessato, il paese aggredito, prima, senza provocazione, da Hamas, poi, senza alcun motivo o provocazione da Hezbollah, esattamente il giorno dopo il pogrom, l’8 ottobre. Per poi aggiungersi al tentativo di distruzione dello stato ebraico, di Iraq, Siria, Houti, e naturalmente, quello non manca mai, il terrorismo dell’ANP di Abu Mazen. E il bello è che, senza andare in Israele, ha detto “Ora serve uno sforzo da parte israeliana” Ora che? Sforzo di cosa? Hezbollah ha attaccato, ha colpito Israele con decine di migliaia di missili e droni, ha bruciato case, per fortuna vuote perché Israele salva i propri cittadini, ha incendiato centinaia di chilometri quadrati di terre, boschi, coltivazioni. Hezbollah ha scavato chilometri di tunnel sotto il naso di Unifil per commettere anche al nord stragi simili a quelle di Hamas. E Meloni raccomanda a Israele di fare “uno sforzo”? Non solo, ha ribadito come inaccettabili gli attacchi dell’Idf a Unfil. Nessuno le ha spiegato che Israele mira solo alle telecamere che Hezbollah usa per il terrorismo? Non è forse inaccettabile che Unifil non sia stato capace di impedire a Hezbollah di attraversare il fiume Litani e aggredire Israele, come da risoluzione 1701 dell’ONU?
La Meloni ha assicurato che l’Italia non fornisce più armi a Israele dal 7 Ottobre secondo la legge 185 del 1990 che vieta la vendita delle armi a paesi in guerra. Cosa significa questo? Che per l’Italia e la maggior parte d’Europa, meno la Germania, Israele doveva seppellire i propri morti, dimenticare i propri rapiti, leccarsi le ferite e rassegnarsi senza reagire. Il ministro Crosetto poi, incurante del ridicolo, ha detto che rimuovere Unifil dal Libano provocherebbe la guerra. Perché con l’Unifil abbiamo la pace?
Avevo sperato in questo governo ma la realtà ha ucciso ogni speranza perché, volente o nolente, la Meloni deve seguire la politica antisemita della UE di Borrell. A questo aggiungiamo l’ignoranza crassa di molti dei suoi ministri, Tajani in testa, che poco o nulla sanno, della storia di Israele e dei cosiddetti palestinesi. Purtroppo dobbiamo pregare che, nonostante tutto, il governo regga perché l’alternativa sarebbe il baratro, cioè Schlein, Conte che più antisemita non si può, e ministri come Salis, Fratoianni, Bonelli. Il peggio del peggio dunque. Meglio un colpo al cerchio e uno alla botte della Meloni all’odio puro e fanatico della sinistra che aprirebbe una voragine nella quale far sprofondare il popolo e lo stato ebraico. Concludo con i miei compimenti più affettuosi a Benjamin Netanyahu che mi renderà ancora più orgogliosa quando regolerà i conti con l’Iran e il suo Capo supremo.
Deborah Fait
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