Volantini a Gaza: consegnate le armi e vivete in pace
Cronaca di Matteo Legnani
Testata: Libero
Data: 20/10/2024
Pagina: 14
Autore: Matteo Legnani
Titolo: Volantini a Gaza: consegnate le armi e vivete in pace

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/10/2024, a pag. 14, con il titolo "Volantini a Gaza: consegnate le armi e vivete in pace" la cronaca di Matteo Legnani.

L'IDF lancia i volantini a Gaza in cui si mostra il corpo di Sinwar e si intima la resa. I terroristi liberino gli ostaggi e avranno salva la vita. Solo così si potrà porre fine alla guerra.

«Hamas non governerà più a Gaza». E «chiunque getti l’arma e consegni gli ostaggi potrà andarsene e vivere in pace». È questo il messaggio di migliaia di volantini che aerei israeliani hanno lanciato ieri sul meridione della striscia di Gaza. Il testo scritto in arabo, accompagnato dalla foto del defunto capo di Hamas Yahya Sinwar, riecheggia il linguaggio usato dal primo ministro Benjamin Netanyahu giovedì scorso con l’intento di far leva sullo choc causato ai palestinesi dalla “decapitazione” del gruppo terroristico.
In realtà, a 76 ore dal ritrovamento del cadavere del leader di Hamas, la battaglia tra Israele e i suoi nemici infuria sui due fronti, quello meridionale di Gaza e quello settentrionale libanese.
Hezbollah, che ha la sua roccaforte in Libano, aveva reagito alla morte di Sinwar annunciando una recrudescenza delle sue azioni contro le regioni settentrionali israeliane. E nella sola giornata di ieri oltre 180 razzi sono entrati nello spazio aereo israeliano, secondo fonti militari di Gerusalemme, uccidendo una persona e ferendone altre 14 in diverse località tra cui Haifa, Acri e Nahariya. Il volume del fuoco proveniente dal Libano è stato tra i più intensi delle ultime settimane, confermando l'escalation preannunciata giovedì da Hezbollah.
La risposta israeliana non s’è fatta attendere, seppur preceduta da un avvertimento sui social mirato a ridurre le vittime civili del contrattacco: con un post in arabo sui social un portavoce delle Forze di difesa israeliane (IDF) ha diffuso le foto satellitari di due complessi residenziali di Hart Hreik, una roccaforte di Hezbollah poco a sud di Beirut, preannunciando un imminente attacco e ordinando l’immediata evacuazione dei residenti.
Quaranta minuti dopo, due attacchi consecutivi dei jet israeliani hanno colpito i due edifici radendoli al suolo e sollevando una enorme colonna di fumo nell'area dove, un mese fa, era stato ucciso il numero uno di Hezbollah, Hassan Nasrallah.
Due persone a bordo di un SUV sono invece state uccise dall’attacco mirato di un drone israeliano mentre viaggiavano lungo un’autostrada nei pressi di Jounieh, a nord della capitale libanese. In Cisgiordania, un 27enne palestinese è rimasto ucciso dopo aver lanciato a tutta velocità la sua auto contro un posto di blocco israeliano presso l’insediamento di Ofra, senza provocare altre vittime.
Sul fronte meridionale, l’esercito israeliano ha concentrato i suoi attacchi nel corso degli ultimi due giorni sulla città di Jabaliya dove, stando a fonti del servizio di soccorso palestinese Palestinian Civil defense, 33 persone sarebbero rimaste uccise e dozzine di altre ferite. Un portavoce dell’esercito israeliano ha smentito che l’azione in corso sia intesa al salvataggio di alcuni degli ostaggi ancora tenuti prigionieri da Hamas.

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