Hamas allo sbando
Cronaca di Matteo Legnani
Testata: Libero
Data: 19/10/2024
Pagina: 8
Autore: Matteo Legnani
Titolo: Ora è caccia a Mohammed, il leader militare

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/10/2024, a pag. 8, con il titolo "Ora è caccia a Mohammed, il leader militare" la cronaca di Matteo Legnani.

Mohammed Sinwar, fratello di Yahya, è uno dei principali bersagli di Israele, adesso che il capo di Hamas è morto. Anche lui ha un ruolo strategico nel gruppo terrorista, responsabile del potenziamento della sua ala militare.

Chi si attendeva una “svolta” dal ritrovamento del cadavere del leader di Hamas, Yahya Sinwar, è rimasto deluso, almeno per il momento. Hamas sta prendendo tempo nella scelta del successore, accrescendo l’incertezza su come l’organizzazione terroristica intenderà muoversi nelle settimane successive a un evento comunque epocale per la sua storia.
Di nomi ne sono girati parecchi. Secondo la tv saudita Al Sharq il nome del successore potrebbe uscire da una riunione della leadership del gruppo all’estero attesa a Doha in Qatar nelle prossime ore, ma Hamas potrebbe anche optare per un consiglio direttivo, ovvero una guida collegiale.
Stando invece a quanto riportava ieri l’edizione online del Jerusalem Post, i vertici militari delle Forze di sicurezza israeliane sarebbero convinti che a prendere le redini del gruppo sarà il fratello più giovane di Yahya Sinwar, Mohammad, noto all'intelligence israeliana come colui che, tra i due fratelli, ha avuto un ruolo meno politico e più militare e come colui che negli anni ha fatto evolvere le brigate Ezzedine Al Qassam in un vero e proprio esercito.
Un esponente dei vertici dell’intelligence di Gerusalemme ha spiegato al Post come proprio Mohammed, e non Sinwar, sia stato negli ultimi anni il bersaglio numero uno da colpire, nella lista delle priorità delle agenzie di sicurezza israeliane proprio per le sue capacità di leadership militare.
E come, nonostante i suoi movimenti fossero, per quanto possibile tracciati, e i suoi “covi” e le sue case siano stati più volte distrutti, lui sia sempre riuscito a sfuggire ai tentativi di ucciderlo.
In questo quadro che lascerebbe intendere la strenua volontà di Hamas di proseguire senza tregua la sua opposizione militare alle forze israeliane, il vice del leader ucciso giovedì, Khalil Al-Hayya, assumerebbe le responsabilità politiche del gruppo terroristico. È stato lui, ieri, in un video diffuso anche dal Times inglese, a dire che la guerra non si fermerà e, soprattutto, che nessuna trattativa per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora trattenuti a Gaza potrà partire prima che le truppe israeliane abbiano lasciato la striscia di Gaza.
Dagli Stati Uniti, il consigliere per la Sicurezza nazionale, John Kirby, ha spiegato ieri in un briefing con la stampa che «mentre noi parliamo, Hamas sarebbe assolutamente incapace di portare a termine un’azione della portata di quella del 7 ottobre 2023, perché la sua struttura militare è stata decimata».
Parlando dell’uccisione del numero uno dei terroristi, Kirby ha definito Sinwar il principale ostacolo che ha impedito ai negoziati di andare avanti. Ma ha aggiunto che resta da vedere se la sua uccisione possa rinvigorire i negoziati. Ha aggiunto che è «troppo presto» per valutare chi Hamas «potrebbe designare come prossimo suo leader e cosa questo individuo potrebbe essere disposto a perseguire».
Sul fronte israeliano, il premier Benjamin Netanyahu ha precisato che la morte di Sinwar è «l'inizio della fine di Hamas» a Gaza. Ma ha lasciato intendere che la guerra continua, sia sul fronte di Gaza sia su quello settentrionale contro Hezbollah, che ieri ha annunciato un’escalation militare in risposta all’uccisione del leader di Hamas.

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