Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la rassegna di foto e analisi "Sinwar è morto".
Un anno e 10 giorni dopo il massacro del 7 ottobre, Yahya Sinwar, l’artefice della peggiore carneficina e deportazione di ebrei dopo la Shoah, è stato ucciso nel corso della controffensiva delle Forze di Difesa israeliane nella striscia di Gaza.
La conferma della polizia israeliana sulla base dell’esame dell’arcata dentale è stata riportata dai media israeliani nel pomeriggio di giovedì 17 ottobre, dopo che una serie di notizie avevano iniziato a circolare, mentre l’esercito diceva che erano in corso gli ultimi accertamenti.
In serata è giunta la conferma ufficiale dei servizi di sicurezza e delle Forze di Difesa israeliane. In un comunicato in cui Sinwar viene accusato d’aver “pianificato e realizzato il massacro del 7 ottobre” in Israele, d’aver “promosso la sua ideologia omicida sia prima che durante la guerra” e di essere “responsabile per l’uccisione e il rapimento di molti israeliani”, le forze di sicurezza sottolineano che “Sinwar è stato eliminato dopo essersi nascosto nell’ultimo anno dietro alla popolazione civile di Gaza, sia in superficie che sottoterra nei tunnel di Hamas”, e aggiungono che “le decine di operazioni condotte nell’ultimo anno e nelle ultime settimane nell’area in cui è stato eliminato hanno ristretto i movimenti di Yahya Sinwar, inseguito dalle nostre forze, e hanno portato alla sua eliminazione”.
Sinwar è stato ucciso nella zona di Rafah: come si ricorderà, lo scorso maggio venne scatenata un’intensa campagna a livello mondiale con lo slogan “All eyes on Rafah – tutti gli occhi su Rafah” volta ad impedire alle Forze di Difesa israeliane di entrare nella località al confine con l’Egitto. Vedi Stefano Parisi: “Sinwar era lì, dove non volevano farci entrare perché tutti gli occhi puntati su Rafah”
“Yahya Sinwar è morto mentre era inseguito, in fuga, non è morto da comandante, ma come qualcuno che teneva solo a se stesso”. Lo ha dichiarato il ministro della difesa israeliano, Yoav Gallant, affermando che “lo stato di Israele ha fatto giustizia con l’eliminazione di un vile assassino e un terrorista”. La morte di Sinwar, ha aggiunto Gallant, “è anche un chiaro messaggio per gli abitanti di Gaza: l’uomo che ha portato disastro e morte nella striscia di Gaza, l’uomo che vi ha fatto soffrire a causa delle sue azioni omicide, la fine di quest’uomo è arrivata. È tempo di uscire, liberare gli ostaggi e, per coloro che sono coinvolti nei combattimenti, di arrendersi”.
Il presidente della Knesset Amir Ohana ha postato un messaggio in arabo rivolto ai membri dell’organizzazione terroristica Hamas. “Un anno fa era vittorioso. Ora è stato eliminato – ha scritto, riferendosi a Sinwar – Dove sarete voi tra un anno? Restituite gli ostaggi, deponete le armi, salvatevi la vita”.
In un messaggio a decine di ministri degli esteri in tutto il mondo, il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha confermato che il capo di Hamas Yahya Sinwar è stato ucciso, e ha aggiunto: “L’assassino di massa Yahya Sinwar, responsabile del massacro e delle atrocità del 7 ottobre, è stato ucciso oggi dai soldati delle Forze di Difesa israeliane: è un grande risultato militare e morale per Israele e una vittoria per l’intero mondo libero contro l’asse del male dell’islam estremista capeggiato dall’Iran”. Katz afferma che l’uccisione “crea una possibilità” per ottenere al più presto il ritorno degli ostaggi e creare una Gaza libera da Hamas e dal controllo iraniano. “Israele ha bisogno ora più che mai del vostro supporto e aiuto – conclude Katz – per portare avanti insieme questi importanti obiettivi”.
“Ieri al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in molti si chiedevano perché le forze israeliane sono ancora a Gaza dopo più di un anno dall’attacco di Hamas del 7 ottobre: oggi hanno avuto la risposta”. Loha scritto su X l’ambasciatore di Israele all’Onu, Danny Danon, facendo riferimento all’uccisione di Yahya Sinwar. “Non ci fermeremo finché non riavremo tutti i rapiti ed elimineremo i mostri di Hamas”, ha concluso Danon.
Il presidente d’Israele Isaac Herzog ha commentato: “L’arci-terrorista Sinwar, la mente dietro il letale attacco del 7 ottobre, era da anni responsabile di efferati atti di terrorismo contro civili israeliani, cittadini di altri paesi e dell’assassinio di migliaia di persone innocenti. Gli sforzi malvagi di Sinwar erano dedicati al terrore, allo spargimento di sangue e alla destabilizzazione del Medio Oriente. Ora più che mai dobbiamo agire in ogni modo possibile per riportare a casa i 101 ostaggi che sono ancora detenuti in condizioni orribili dai terroristi a Gaza”.
“Hamas non controllerà più Gaza. Questo è l’inizio del giorno dopo Hamas e questa è un’opportunità per voi, abitanti di Gaza, di liberarvi finalmente dalla sua tirannia”. Lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un video-messaggio giovedì sera. “Sinwar vi ha rovinato la vita – ha continuato Netanyahu – Vi ha detto che era un leone, ma in realtà si nascondeva in una tana. Ed è stato ucciso mentre scappava in preda al panico dai nostri soldati. Ai terroristi di Hamas dico: i vostri capi stanno fuggendo e saranno eliminati. Faccio appello a tutti coloro che tengono i nostri ostaggi: a chiunque deporrà le armi e libererà i nostri ostaggi, permetteremo di andarsene e continuare a vivere. Allo stesso tempo dico: chiunque faccia del male ai nostri ostaggi, dovrà fare i conti con noi”. Liberare gli ostaggi avvicina la fine della guerra, ha continuato Netanyahu, e rivolgendosi alle popolazioni del Medio Oriente ha sottolineato che c’è “una grande opportunità per fermare l’asse del male e creare un futuro diverso”. Netanyahu ha detto che l’uccisione di Sinwar chiarisce ai critici, in Israele e all’estero, come mai il suo governo ha insistito nel continuare la guerra e “come mai abbiamo insistito, a fronte di tutte le pressioni, per entrare a Rafah, la roccaforte fortificata di Hamas dove Sinwar e molti degli assassini si nascondevano”. Ma la guerra non è ancora finita, ha avvertito: “Noi continueremo con tutte le forze finché gli ostaggi rimasti non saranno riportati a casa. E’ una promessa”.
Secondo quanto riportato dai media israeliani, le autorità di sicurezza israeliane sapevano da mesi che il capo di Hamas Yahya Sinwar si nascondeva nel quartiere Tel Sultan di Rafah, ma non conoscevano il http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm