La inutilità dell’Unifil e l’Occidente con le fette di salame sugli occhi
Editoriale del Jerusalem Post
Testata: israele.net
Data: 18/10/2024
Pagina: 1
Autore: Redazione del Jerusalem Post
Titolo: La dannosa inutilità dell’Unifil e l’Occidente con le fette di salame sugli occhi

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'editoriale del Jerusalem Post dal titolo "La dannosa inutilità dell’Unifil e l’Occidente con le fette di salame sugli occhi".

Un'immagine simbolo del sud Libano: la bandiera dell'ONU e quella di Hezbollah fianco a fianco

Anche in un mondo alla rovescia dove lo stupro e il sequestro di innocenti vengono giustificati come “resistenza”, dove i dimostranti marciano nelle principali città occidentali inneggiando ai terroristi e dove l’autodifesa di un paese minacciato nella sua stessa esistenza viene definita “genocidio”, una dichiarazione come quella diramata dai ministri degli esteri di Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna è comunque sconcertante.

La dichiarazione, rilasciata dopo che cinque membri della Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) sono rimasti feriti in alcuni incidenti nel Libano meridionale, esorta “Israele e tutte le parti” a “garantire la sicurezza del personale Unifil” per “consentirgli di continuare a svolgere il proprio mandato”, riaffermando “il ruolo essenziale di stabilizzazione svolto da Unifil nel Libano meridionale”.

Il ruolo di stabilizzazione svolto dall’Unifil nel Libano meridionale? Ma chi stanno prendendo in giro?

Probabilmente i quattro ministri degli esteri si riferiscono a un altro Libano, forse Lebanon in Pennsylvania. Certamente non all’area di 850 chilometri quadrati che sta fra la Linea Blu (il confine con Israele ndr) e il fiume Litani, giacché in quell’area la “stabilità” non esiste.

In genere non succede che i terroristi bombardino per mesi e anni un altro paese con centinaia di missili anticarro, razzi e droni da un’area in cui i peacekeeper sono schierati per svolgere un “ruolo di stabilizzazione”.

L’Unifil fu istituita nel 1978 dopo che l’Operazione Litani di Israele aveva allontanato i terroristi dell’Olp dal Libano meridionale in seguito al Massacro della Strada Costiera perpetrato quell’anno.

Oltre al compito di confermare il ritiro di Israele, l’Unifil fu incaricata di aiutare il governo libanese, impantanato in una guerra civile, a riaffermare la sua autorità nell’area.

Nel 2006 la forza fu notevolmente ampliata dalla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che pose fine alla seconda guerra in Libano. E venne incaricata  di garantire anche la smilitarizzazione del Libano meridionale.

Nessuno si aspettava che la forza Onu composta da 10.500 caschi blu ingaggiasse attivamente Hezbollah. Ma certamente Gerusalemme si aspettava che fornisse resoconti regolari e onesti sulle continue attività di Hezbollah e del suo sponsor, l’Iran, volte a trasformare la regione in una formidabile base avanzata per un futuro attacco a Israele.

L’Unifil ha miseramente fallito anche in questo semplice compito.

Per anni Hezbollah ha costruito vaste fortificazioni e trasferito enormi quantità di armi nel Libano meridionale. Ma in un rapporto del 2017 al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, l’allora comandante dell’Unifil, il generale irlandese Michael Beary, dichiarava: “Non ho prove, né mi è stata fornita alcuna prova di trasferimenti di armi nella mia area di operazioni. Siamo estremamente attivi nella zona e se ci fosse un grosso deposito di armi, lo sapremmo”.

Un’incredula Nikki Haley, allora ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, osservò che Hezbollah si vantava apertamente delle sue scorte di armi e che solo il comandante dell’Unifil era rimasto “cieco” davanti a tutto questo.

Il Segretario generale dell’Onu António Guterres appoggiò Beary sostenendo che le Nazioni Unite non potevano confermare la versione di Israele secondo cui Hezbollah si stava armando nel Libano meridionale. Che pagliacciata.

Cosa pensa, Guterres? Che i tunnel di attacco di Hezbollah pieni di equipaggiamento e armi che le Forze di Difesa israeliane stanno scoprendo ogni giorno nel Libano meridionale si siano formati come per magia? Che i razzi e i missili immagazzinati in decine di abitazioni nella zona si siano materializzati dal nulla?

Ora quello stesso Guterres respinge l’appello del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a sgomberare le forze Unifil dalle zone di combattimento nel Libano meridionale e il risultato di questo rifiuto, come ha detto Netanyahu lunedì, è che l’Unifil sta fungendo di fatto da scudo umano per Hezbollah.

Un portavoce militare ha affermato che solo nell’ultimo mese Hezbollah ha lanciato almeno 25 razzi contro Israele da postazioni vicine ai siti Unifil, compreso un attacco che ha ucciso due soldati israeliani.

Considerando che dall’8 ottobre l’Unifil ha fatto poco o niente per impedire a Hezbollah di bombardare Israele dal Libano meridionale, e che nel corso degli anni non ha fatto nulla per denunciare il massiccio accumulo di armamenti di Hezbollah nella regione, l’affermazione dei ministri degli esteri europei secondo cui l’Unifil è una forza “per la stabilità” è totalmente infondata.

E l’accusa che Israele stia deliberatamente prendendo di mira il personale dell’Unifil è ridicola. Israele non può tollerare una situazione in cui i terroristi Hezbollah pensano di poter aprire il fuoco vicino alle postazioni Unifil ed essere immuni da una reazione israeliana.

Per garantire che il suo personale non subisca danni, l’Unifil dovrebbe ritirarsi dal Libano meridionale.

E i massimi ministri degli esteri europei, se vogliono mantenere un po’ di credibilità agli occhi di Gerusalemme dovrebbero rivolgere le loro sdegnate condanne a Hezbollah per aver spudoratamente violato in tutti questi anni la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza e per aver messo a rischio l’Unifil, anziché accusare Israele di difendersi dai terroristi.

(Da: Jerusalem Post, israele.net, 16.10.24)

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