Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 17/10/2024, a pag. 1/V, con il titolo "Il piano per la vittoria", l'analisi di Kristina Berdynskykh
Kristina Berdynskykh
Nonostante una prima reazione moderata da parte dei partner ai quali Volodymyr Zelensky ha già illustrato il suo “piano per la vittoria”, ovvero Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia, e nonostante il deterioramento della situazione al fronte, il presidente ucraino continua a parlare di questo documento e insiste sulla sua attuazione. Per la prima volta ha condiviso pubblicamente i dettagli con la società ucraina, presentando il suo piano in una riunione parlamentare il 16 ottobre.
Parlando alla Verkhovna Rada ucraina, il Parlamento ucraino, il presidente si è lamentato del fatto che ora la frase “l’Ucraina deve vincere” si sente sempre meno e che la stessa parola “vittoria” è diventata scomoda per molti. “La Russia deve perdere la guerra contro l’Ucraina. Enon vuol dire ‘congelamento’ o scambio del territorio”. Secondo Zelensky, è urgente compiere passi concreti assieme agli alleati per costringere la Russia alla pace. Finora la Russia ha evitato una diplomazia vera, lanciando solo ultimatum.
Il “piano per la vittoria” è composto da cinque punti e tre allegati segreti, parte dalla questione dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Zelensky nel primo punto sottolinea di comprendere che l’adesione all’Alleanza atlantica è una questione del futuro, non del presente. Ma, ha detto, Putin deve rendersi conto che i suoi calcoli geopolitici stanno perdendo. Il secondo punto del piano è la questione della difesa: nuove forniture di armi, assistenza da parte dei partner per il personale delle brigate di riserva, rafforzamento della difesa aerea. Zelensky propone operazioni congiunte con i vicini europei per abbattere missili e droni russi nel raggio dello scudo aereo dei partner, l’espansione delle operazioni utilizzando missili e droni ucraini e chiede investimenti nella loro produzione. Per l’ennesima volta il presidente dell’Ucraina ha chiesto ai suoi partner di eliminare le restrizioni sull’uso di armi a lungo raggio sul territorio russo e di fornire a questo scopo missili e droni a lungo raggio. Il punto sulla difesa contiene anche un allegato segreto. Il terzo punto parla di Russia. Anche questo punto ha un allegato segreto, che finora è stato ricevuto solo dai leader di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia e Germania.
Il quarto punto riguarda il potenziale economico. L’Ucraina ha enormi risorse naturali, inclusi metalli importanti, tra cui uranio, litio e titanio. Per la prima volta l’Ucraina propone agli Stati Uniti, insieme ad alcuni partner dell’Ue, di concludere un accordo speciale sulla protezione comune delle risorse naturali critiche, sugli investimenti congiunti e sul loro utilizzo congiunto. L’ultimo punto riguarda la sicurezza ed è pensato per il dopoguerra: Zelensky propone ai partner di sostituire i singoli contingenti militari statunitensi di stanza in Europa con forze speciali ucraine, che hanno acquisito un’esperienza unica al fronte.“Se realizzeremo il ‘piano per la vittoria’, saremo in grado di porre fine alla guerra l’anno prossimo”, ne è sicuro.
Il politologo ucraino Mykola Davydyuk afferma che il piano presentato finora è solo la visione di Zelensky e i partner probabilmente non saranno d’accordo con tutti i suoi punti. E certamente non così velocemente come vorrebbe il presidente ucraino. “Se l’occidente è pronto a sostenere il primo punto della Nato, potrà essere d’accordo anche sul resto”. Sebbene sia improbabile che vi siano soluzioni immediate, la discussione più attiva su questo problema è appena iniziata. Inoltre, potrebbero sorgere una serie di problemi nella fase di discussione dell’assistenza militare, perché per le armi più moderne devono essere risolti anche i problemi interni di gestione dell’esercito, nonché le difficoltà associate ai processi di mobilitazione. Ma in generale il piano, anche se sembra ancora irrealistico, è un meccanismo concreto per rafforzare la posizione dell’Ucraina. “E’ uno strumento per costringere la Russia alla diplomazia”, spiega l’esperto.
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