Non strappano le foto dei cani ma quelle degli ostaggi israeliani. Sì è proprio così
Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta
Data: 16/10/2024
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Non strappano le foto dei cani ma quelle degli ostaggi israeliani. Sì è proprio così

Non strappano le foto dei cani ma quelle degli ostaggi israeliani. Sì è proprio così
Commento di Deborah Fait

Le foto degli ostaggi israeliani strappate. Succede in tutte le città occidentali. "Nella mia Inghilterra se qualcuno strappasse da un muro la foto di un cane perduto, dovrebbe fare i conti con i passanti", dice il commentatore Douglas Murray. Strappare la foto di un ostaggio ebreo è invece considerato un atto politico, legittimo. Un cane vale più di un ebreo?

Il giornalista e autore inglese Douglas Murray è rimasto sconvolto come chiunque possa definirsi essere umano, dalle tante foto degli ostaggi israeliani strappati in ogni paese europeo, in ogni città, su ogni muro dove qualche anima compassionevole li aveva esposti per non dimenticare l’abominio del 7 Ottobre. Murray ha detto “ Nella mia Inghilterra se qualcuno strappasse da un muro la foto di un cane perduto, dovrebbe fare i conti con i passanti che lo redarguirebbero aspramente”. Eppure i manifesti con i volti dei bambini rapiti da Hamas vengono regolarmente strappati a Londra, Parigi, Milano, Palermo, Napoli. Persino nelle più piccole città d’Europa, dovunque si trovi a passare qualche barbaro e incivile personaggio pieno di odio. Le locandine di bambini, di giovani, di nonni trascinati nei tunnel di Gaza, sono state attaccate ai pali della luce, ai muri, alle cabine telefoniche perché tutti potessero ricordare quello che è accaduto solo un anno fa. Eppure sono stati strappati o, nel migliore dei casi, su alcune è stata disegnata una grossa croce nera. Fatti simili sono stati denunciati ovunque nel mondo occidentale che sta morendo annegato in un mare di odio antiebraico. Su alcuni manifesti si leggeva “Il 7 ottobre 254 civili israeliani innocenti sono stati rapiti e portati nella Striscia di Gaza. La loro posizione rimane sconosciuta. Più di 3.000 donne, uomini e bambini, di età compresa tra i 3 mesi e gli 85 anni, sono stati feriti, uccisi, picchiati, violentati e separati brutalmente dai loro cari, da Hamas”

Ricordo di aver visto in TV dei ragazzi strappare con disprezzo i manifesti con le immagini di bambini, accartocciarli e gettarli in qualche cestino delle immondizie. Non posso immaginare un gesto più spregevole e spietato. La cosa spaventosa è che le persone che lo hanno compiuto non hanno le fattezze di mostri, sono persone apparentemente normali, forse nostri vicini di casa, forse compagni di scuola dei nostri figli. Sono persone che ridono, piangono, si commuovono guardando un film, hanno dei cagnolini o dei gattini che amano, che guai a chi glieli tocca. Eppure, davanti all’immagine di un bambino ebreo rapito da dei mostri orrendi, queste persone si identificano in quei mostri. Con un semplice ripugnante gesto dicono che la paura di quel bambino di pochi mesi, terrorizzato senza la mamma, torturato, rinchiuso al buio, forse ucciso, non gli interessa niente. Anzi lo uccidono una seconda volta, stracciando il suo volto e gettandolo via, nella spazzatura. Accade in Italia, in Europa, negli Stati Uniti e io sono sempre più sconvolta dall’immensità dell’odio che circonda tutto il popolo ebraico, in ogni arte del mondo. Mi chiedo come sia potuto accadere, come mai persone che fino a un anno fa mi scrivevano, mi parlavano improvvisamente sono scomparse e hanno cancellato sia me che altri “amici” israeliani dalle loro vite. Come è possibile? Come può accadere che quando qui in Israele siamo bombardati da 300 missili in un paio d’ore, molti “amici” non trovino il tempo di chiedere “come state? Siete ancora vivi? Avete paura?” Come è possibile che nessuno guardi una cartina geografica per vedere quanto è piccolo questo paese circondato da paesi enormi che lo vogliono eliminare. I governi europei chiedono di disarmare Israele per rendere più veritiero e palpabile quell’odioso slogan sulla bocca di tanti “ dal fiume al mare Palestina libera”. Se Israele restasse senza mezzi di difesa in meno di una settimana sarebbe un ammasso di macerie. È questo che vogliono? Certo, per poi fare un altro Giorno della Memoria per gli ebrei morti e piangere lacrime di coccodrillo. I comunisti italiani, antisemiti fino al parossismo, chiedono al Governo Meloni di riconoscere la Palestina come hanno fatto la Francia, la Spagna, l’Inghilterra e altri. Dove? Dove la mettiamo questa Palestina? E che paese sarebbe? Vogliamo due popoli due stati, uno democratico e uno terrorista? Ehh no, cari miei. Il vostro grande odio non arriverà a distruggere Israele perché abbiamo dimostrato che siamo stufi, che ci avete portato al limite con il vostro appoggio alle belve sanguinarie. Voi volete premiare i palestinesi per il 7 Ottobre? E noi continueremo a difenderci, da loro, dalle belve, e da voi che tanto le amate. Lo aveva detto Golda Meir “ Preferiamo le vostre condanne alle vostre condoglianze”. Meditate su questa frase,  se riuscite a comprenderla.

Deborah Fait
Deborah Fait

takinut3@gmail.com