Riprendiamo da LIBERO di oggi, 15/10/2024 a pag. 4, con il titolo "Partono fischi all'inno di Israele, ma lo stadio li copre con gli applausi", la cronaca di Andrea Valle.
Le squadre sono schierate a centrocampo per gli inni nazionali. Udine, stadio “Friuli” che oggi si chiama “Bluenergy Stadium”. Si parte dall’inno di Israele e qualche contestatore dagli spalti comincia a fischiare. L’eventualità era nell’aria, e così il resto del pubblico (in tutto allo stadio c’erano 12mila persone) ci impiega un attimo a coprire la manifestazione di inciviltà con un applauso scrosciante. I contestatori sono stati silenziati dalla netta presa di posizione di chi, battendo le mani, ha fatto capire che una partita di calcioqualsiasi opinione si abbia sul conflitto in Medio Oriente - non può essere strumentalizzata in chiave politica. È calcio, punto. Italia-Israele inizia e a quel punto parla il campo.
Intanto per il centro di Udine è appena terminata la manifestazione pro-Palestina, che è stata un buco nell’acqua. La nota positiva è che non ci sono stati particolari disordini. Gli odiatori di Israele avevano preannunciato una protesta vibrante, ma all’inizio in corteo c’erano meno di 300 persone tra paciosi anziani con la bandiera della Cgil e qualche universitario col simbolo della falce e del martello; alla fine saranno stati meno di duemila. Diverse bandiere della Palestina, una decina del Libano e altre di Rifondazione e dei sindacati.
Il ritrovo è stato fissato alle 17 in piazza della Repubblica. L’arrivo alle 19.30 in piazza XX Settembre. Ottantacinque le sigle che avevano garantito la partecipazione alla manifestazione (tra le altre i Giovani Palestinesi, Potere al Popolo, l’Arcigay e le femministe di “Non una di meno”), e però per lunghi tratti erano di più i poliziotti che gli anti-Israele. Tra i partiti, invece, avevano aderito le sezioni locali del Movimento 5Stelle, Sinistra Italiana e Verdi. Si sono presentati in quattro amici. C’erano più persone al bar, ma non erano attivisti, bensì pensionati che giustamente si gustavano l’aperitivo.
La giornata, va detto, non era partita nel migliore dei modi, e anche il tam-tam sui social non faceva presagire nulla di buono. Davanti al municipio sono stati lasciati messaggi d’odio con la bomboletta spray: “Comune di Udine complice del genocidio palestinese”. Stessa scritta di fronte alla sede della Regione. Sul posto la Digos che ha subito avviato un’indagine per risalire ai responsabili. Le istituzioni sono state messe nel mirino perla concessione del patrocinio alla partita. «È una dimostrazione palese di antisemitismo», ha commentato il governatore del Friuli Venezia Giulia, il governatore leghista Massimiliano Fedriga.
«Qui siamo di fronte a una partita di calcio», ha sottolineato.
Torniamo al corteo. Tra il gruppetto di manifestanti c’era Furio Honsell, ex sindaco di Udine ed ex rettore dell’Università: oggi è consigliere regionale per Open Sinistra. Accanto a lui alcuni rappresentanti di Alleanza Verdi Sinistra.
Honsell si è scagliato contro le istituzioni: «Come potranno gioire questa sera, Fedriga e il sindaco De Toni (centrosinistra, ndr), dopo aver dato il patrocinio fingendo che tutto sia normale, mentre le armi fanno fuoco?». In testa al corteo lo striscione “Diamo un calcio all’apartheid, fuori Israele dalla Fifa”.
«Questa partita è una competizione internazionale per legittimare Israele e nascondere i suoi crimini», ha urlato uno degli organizzatori del Comitato pro-Pal. La manifestazione è cominciata con l’inno della Palestina e con l’intervento di un rappresentante della Comunità palestinese locale. In questo caso niente fischi, ma insulti a Israele e al governo italiano.
Poteva andare molto peggio, anche se i fischi allo stadio, anche durante la partita, hanno macchiato quella che era una semplice partita di calcio.
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