Riprendiamo da LIBERO di oggi, 13/10/2024, a pag. 7, la cronaca di Alessandro Gonzato intitolata: "'Con Hamas fino alla vittoria! Tagliamo le gambe a Giorgia!'".
Alessandro Gonzato
Ora l’hanno anche scritto: «Con Hamas fino alla vittoria». I “pro Pal” tifano per i terroristi islamici. Stop all’ipocrisia. Basta balle. E la sinistra di fronte allo scempio resta ancora muta: chissà, magari anche stavolta Dem, 5Stelle e compagni diranno che in piazza c’erano mamme coi passeggini. Ieri i manifestanti anti-Israele, tornati per le strade di Roma, si sono schierati apertamente coi tagliagole.
Una settimana fa avevano ferito 34 poliziotti e divelto segnali stradali, usati come ariete.
Come arma da lancio invece avevano optato per fionde caricate a sassi. Altri slogan e striscioni di ieri: «Avete superato i nazisti. Fosse Ardeatine: dieci per ogni ucciso in via Rasella.
Gaza: 35 per ogni ucciso il 7 ottobre». E ancora: «Sionisti peggio dei nazisti».
L’odio sgorga in una Roma assolata. Il veleno contro l’occidente parte da piazzale Ostiense, lo stesso di sette giorni prima. Secondo la questura ci sono circa 5mila persone.
Sono soprattutto giovani ma partecipano anche diversi adulti. Partono cori contro il governo italiano «complice del terrorista Netanyahu». Le zucche vuote ornate di kefiah ormai operano in servizio permanente. Tra i promotori e i protagonisti figurano il Movimento degli Studenti Palestinesi, l’Associazione dei Palestinesi in Italia, la Comunità palestinese d’Italia e i Giovani Palestinesi. I sostenitori degli islamisti (non lo sono tutti, va sottolineato) arrivano in piazza Vittorio Emanuele, all’Esquilino.
La sinistra gioventù si palesa per ciò che è. Il salto di qualità è che adesso non mente più. Le bandiere della Palestina garriscono mescolate a quelle libanesi. Chi ha portato quelle arcobaleno viene aggredito verbalmente da una delle organizzatrici: «Ve lo ripetiamo», sbraita al microfono, «noi non la vogliamo la bandiera della pace, levatela. Non vogliamo la pace, ma la libertà. Noi non vogliamo stringere le mani a Israele». Vengono accesi fumogeni coi colori della Palestina. Davanti al Colosseo il serpentone si segnala per altri pericolosi deliri: «Intifada fino alla vittoria», «Israele fascista, Stato terrorista», «As-sas-si-ni». Si distinguono le sigle dell’Unione Democratica Arabo Palestinese, Potere al Popolo, Arci, Usb. E poi: Anpi, Cgil, e sono partigiani e seguaci di Landini a presentarsi col vessillo della pace. Teste di Gaza passano davanti al palazzo della Fao: «Vergogna, pupazzi!». Contestano all’organizzazione delle Nazioni Unite di aver tolto le bandiere di solito esposte sulle aste sopra alla cancellata. Nelle scorse settimane alcuni perdigiorno avevano strappato quella israeliana. «Le hanno tolte», urlano, «ma ce ne freghiamo.
Noi sventoliamo quella della Palestina!».
Nelle stesse ore a Milano altre zucche vuote pro-terroristi rilanciano: «Ogni 7 ottobre aspettatevi massacri di Hamas, fino alla vittoria», urla una donna, «i figli di Giorgia Meloni sono tutti drogati sotto i ponti». La signora è avvolta in una bandiera tunisina. Minaccia di morte il presidente del Consiglio: «La Meloni non metta mai piede in Tunisia che le tagliamo le gambe. L’Italia da Nord a Sud è occupata da Israele. Sono terroristi».
Israele e il governo italiano, si capisce, non Hezbollah né assassini affini. Il corteo milanese inizia da piazzale Maciachini. Un migliaio di persone. Il primo a parlare al megafono è Mohammad Hannoun, da poco inserito nella “lista nera” statunitense: è ritenuto un sostenitore finanziario internazionale di Hamas. «Tutti noi sosteniamo le forze politiche e le fazioni armate palestinesi.
Hamas sono palestinesi, Al Fatah sono palestinesi, il fronte popolare sono palestinesi. Tutta la resistenza è palestinese».
È un confronto a 600 chilometri di distanza a chi odia di più.
Nella capitale i manifestanti fanno sapere che il prossimo 25 aprile tenteranno di impedire la partecipazione della comunità ebraica alla festa della Liberazione: «Quella piazza è nostra!». È sempre piazzale Ostiense.
Intanto sale la tensione anche per la partita di calcio, in programma domani, tra Italia e Israele: si gioca a Udine e la sfida sarà anticipata da un’altra manifestazione anti-occidente, che partirà alle 17.
«Non nascondo la preoccupazione», dichiara il sindaco, Alberto Felice De Toni. Molti “Pro Pal” invece non nascondono più loro la passione per il fanatismo islamico.
A sera inoltrata, ormai all’ora del digestivo, nessun rappresentante del campo progressista ha ancora condannato l’incitamento ai tagliagole. Eddai, è sabato anche per gli onorevoli...
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