Vendere ebrei non ci garantirà alcuna immunità
Newsletter di Giulio Meotti
Testata: Newsletter di Giulio Meotti
Data: 13/10/2024
Pagina: 1
Autore: Giulio Meotti
Titolo: Vendere ebrei non ci garantirà alcuna immunità

Riprendiamo il commento di Giulio Meotti, dalla sua newsletter, dal titolo: "Vendere ebrei non ci garantirà alcuna immunità".


Giulio Meotti

Se poliziotti olandesi, così come quelli francesi prima di loro, si rifiutano di proteggere obiettivi sensibili ebraici, per "motivi di coscienza" può essere l'inizio della fine. Le autorità devono reagire subito, non sottovalutare il fenomeno. Non credano che abbandonando la comunità ebraica si salveranno: gli islamici e la sinistra (solo estrema?)  attaccano anche le chiese e non si fermeranno nemmeno a quelle.

“Tra il 1979 e il 2024 abbiamo registrato 66.872 attacchi islamisti che hanno causato la morte di 249.941 persone”.

Così un mega studio uscito oggi a cura della Fondapol francese, il think tank liberale di Parigi.

1979-2000: 2.194 attentati e 6.817 morti.

2001-2012: 8.265 attentati e 38.187 morti.

2013-aprile 2024: 56.413 attacchi e 204.937 morti.

E senza considerare i morti per mano delle guerriglie islamiste, come gli oltre 100.000 cristiani uccisi in Nigeria, ma soltanto i morti in circostanziati attentati islamisti.

La serie di attentati dell’11 settembre resta la più mortale nella storia, con 3.001 morti e 16.493 feriti. Gli attentati del 7 ottobre sono il secondo evento più mortale che ha causato la morte di 1.195 civili e soldati, provocato il ferimento di oltre 3.400 persone e il rapimento di 251, ma è il primo della storia in rapporto alla popolazione. “Il pogrom del 7 ottobre è stato caratterizzato dall'uso di una violenza senza precedenti: omicidi, torture, stupri e presa di ostaggi di donne, bambini e anziani”.

In Europa (Russia esclusa), dal 1979 si sono verificati 209 attentati islamisti e 802 morti.

In Israele dal 1979 a oggi, 3.405 morti.

Israele ha assorbito il 5 per cento di tutti i morti per terrorismo dal 1979, sebbene sia soltanto lo 0.12 per cento della popolazione mondiale.

Gaza è dunque solo un avamposto nella guerra islamista contro la civiltà, una guerra le cui truppe hanno colpito Parigi, New York, Londra, Bruxelles, Amsterdam, Madrid, Buenos Aires, Melbourne, Nairobi, Bali e altrove.

Hanno fatto strame di popolazioni cristiane. Tengono sotto assedio l’enclave ebraica su quattro fronti (Gaza, Libano, Iran e Yemen). Hanno dalla loro stati ricchi e potenti come il Qatar, che hanno un piede in Iran e uno in Occidente. Dominano l’Onu con il più grande gruppo di votanti. Terrorizzano la vita delle grandi città europee. Hanno costretto l’Occidente a una resa impietosa e all’autocensura.

Ma qui vengo alla notizia che mi ha colpito di più questa settimana. Fa raggelare il sangue.

Ufficiali di polizia in Olanda si rifiutano di proteggere la comunità ebraica per “dilemmi morali”. Ovvero, stanno con gli islamisti.

Se il titolo fosse stato “Ufficiali di polizia si rifiutano di sorvegliare i siti musulmani per dilemmi morali”, oggi lo vedremmo ovunque sulla BBC, su Repubblica, sul Guardian…Invece nessuno riprende la notizia.

Il capo della polizia nazionale olandese Janny Knol terrà una “discussione interna su come gestire tali situazioni”. Il problema è stato scoperto dal media ebraico olandese NIW. Michel Thiebaum, presidente di un'organizzazione di ufficiali di polizia ebrei, ha detto a NIW: “Alcuni colleghi non vogliono proteggere luoghi o eventi ebraici. Citano ‘dilemmi morali’ e vedo una tendenza a cedere, sarebbe l'inizio della fine. Sono davvero preoccupato”. All'inizio di questo mese, due legislatori olandesi, Ulysse Ellian e Ingrid Michon del Partito popolare per la libertà e la democrazia, hanno inviato una richiesta urgente al ministro della Giustizia David van Weel, chiedendo come sta rispondendo per garantire che la polizia lavori per proteggere tutti, compresi gli ebrei olandesi.

Era già successo che in Francia alcuni poliziotti si rifiutassero di proteggere le sinagoghe. Un promemoria riservato trapelato dal Dipartimento della Pubblica sicurezza, pubblicato da Le Parisien, ha descritto in dettaglio i casi di agenti di polizia che si sono apertamente rifiutati di proteggere le sinagoghe. Opération Sentinelle è la prima operazione militare dentro la Francia contro il terrorismo e dei soldati schierati la metà sono schierati a protezione di 717 scuole ebraiche.

E molte sinagoghe sono state abbandonate dopo essere state incendiate senza protezione: a Bondy, dove da allora non ci sono quasi più ebrei; a Clichy, dove la sinagoga è stata chiusa dopo tre incendi; e poi a Trappes e a Villepinte, sobborgo proletario a nord di Parigi.

Prosegue intanto la distruzione delle chiese di Francia. Un altro incendio a Poitiers, la città di Carlo Martello.

In Italia si ricorderà l’attentato del 1982 alla sinagoga di Roma, lasciata senza protezione (Francesco Cossiga rivelerà che il governo aveva fatto un patto con i terroristi). In molte città oggi, come Anversa, le sinagoghe sono protette da nuclei di volontari ebrei. E leader ebraici di Bruxelles hanno accusato le autorità di schierare soldati senza proiettili di fronte ai siti ebraici.

Gli ebrei olandesi portano con sé ricordi amari della collaborazione della polizia con il regime nazista durante l’Olocausto, quando il 75 per cento della popolazione ebraica fu assassinata, la più alta percentuale di vittime ebree in qualsiasi paese dell’Europa occidentale.

“Ad Amsterdam difficilmente puoi camminare per strada con una kippah, e non è un caso che le scuole ebraiche, le istituzioni ebraiche e le sinagoghe siano protette”, ha detto Jacques Grishaver, presidente del Comitato olandese su Auschwitz. “Quando vado in sinagoga per il servizio venerdì sera, sono accolto da un esercito”. Il magazine Politico ha rivelato che la comunità ebraica di Groningen, in Olanda, non pubblica più gli orari delle preghiere. “Un gruppo di volontari manda messaggi agli amici via WhatsApp. La comunità ha un piano di emergenza in caso di attacco e non pubblica i dettagli dei suoi servizi, ma si affida ai fedeli per tenersi informati a vicenda sul programma”. Il rabbino capo Binyomin Jacobs ha rivelato che lui e sua moglie se ne sarebbero andati se non fosse per i loro doveri. "Sono come il capitano in servizio su una nave che affonda”. Sull’Observer, il rabbino Shmuley Boteach racconta come vivono oggi gli ebrei in Olanda. “Eravamo in piedi fuori, parlando dopo i servizi rituali, quando la guardia di sicurezza si avvicinò per la seconda volta e ci disse di disperderci. ‘Non è sicuro riunirsi qui’. Benvenuti in Europa”. 

Ma i dhimmi si illudono se pensano che, sacrificando Israele e gli ebrei, saranno risparmiati. Verranno anche per loro. Non esiste immunità. “Presto potrebbero avere ‘dilemmi morali’ anche quando devono proteggere chiese cristiane o ministri di partiti anti-islamici”, si legge in alcuni post in vari forum olandesi.

Nei giorni scorsi, a Bergamo, un altro arresto: pianificavano un attentato a una chiesa.

Tra poco in Olanda saranno dieci anni dalla morte di Theo van Gogh, il regista irriverente che ce l’aveva un po’ con tutti (ebrei, cristiani, musulmani), ma che solo per aver realizzato un film critico dell’Islam, Submission, venne sgozzato per strada ad Amsterdam mentre andava al lavoro. Le sue ultime parole, prima che il terrorista gli piantasse un coltello nel petto, furono: “Genade! Genade! We kunnen er toch over praten?”. Pietà! Pietà! Possiamo parlarne?

No, non possiamo.

giuliomeotti@hotmail.com