Adesso Israele deve infuriarsi davvero con l'Iran
Analisi di Ben-Dror Yemini
Testata: israele.net
Data: 13/10/2024
Pagina: 1
Autore: Ben-Dror Yemini
Titolo: Adesso Israele deve infuriarsi davvero con l'Iran

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'analisi di Ben-Dror Yemini tradotta da YnetNews dal titolo "Adesso Israele deve infuriarsi davvero con l’Iran".

Ben-Dror Yemini
Una protesta di piazza a New York di un anno fa, ottobre 2023. Sul cartello compare una scritta inquietante: “Porre fine al sionismo”. Ben-Dror Yemini scrive a questo proposito: "Il mondo libero è impazzito, intrappolato da un’industria di menzogne in cui l’asse del male viene visto come giusto e Israele come il problema"

È passato un anno dal feroce massacro. È passato un anno dallo stupro del nostro popolo. Un anno di razzi. Un anno di missili. Un anno di sofferenze. Un anno di sfollati nel nostro paese. Un anno di cortei anti-israeliani. Un anno di retorica antisemita.

Un anno in cui la vera guerra è in realtà contro l’Iran. Un anno in cui la maggior parte del mondo libero dimostra, giorno dopo giorno, di non essere libero.

L’asse del male iraniano ha attaccato Israele da Gaza, dal Libano, dallo Yemen, dall’Iraq, dall’Iran e dalla Siria, e una parte significativa del mondo si è allineata con le forze oscurantiste e assassine.

Un anno in cui persino leader di paesi che dovrebbero guidare il mondo libero, che dovrebbero opporsi all’asse del male, stanno imponendo embarghi sulle armi per Israele.

Il mondo libero è impazzito. È intrappolato da un’industria di menzogne in cui l’asse del male, che impone distruzione, terrore e devastazione, viene visto come giusto, e Israele come il problema.

Non più. Stiamo raggiungendo il momento della decisione, perché nessun contrattacco su Hamas o Hezbollah potrà servire senza colpire l’Iran, la testa del serpente.

Ora tocca a Israele infuriarsi. Deve infuriarsi non solo per il proprio bene, ma per il bene del mondo libero. Perché se l’asse del male uscirà indenne da questo terribile scontro, Israele non sarà l’unico a pagarne il prezzo. Decine di milioni di persone in Medio Oriente continueranno a soffrire. E i paesi del mondo libero pagheranno un prezzo altissimo. Sta già accadendo. Le strade di Londra, Parigi, New York e Madrid traboccano di manifestanti che sostengono l’asse del male.

Innumerevoli docenti, la maggior parte dei docenti, stanno dalla parte dell’asse del male. Giustificano il massacro. Accusano Israele di colonialismo. Accusano Israele di genocidio. Mentono senza sosta.

Sanno, certamente dovrebbero sapere, che i capi di Hamas e Hezbollah dichiarano apertamente che il loro obiettivo è l’annientamento degli ebrei e la conquista di tutto il mondo libero per instituire un califfato islamico. Ma si rifiutano di ascoltare. Per anni hanno fatto il lavaggio del cervello ai loro studenti. Ora quegli studenti si identificano con l’ideologia di Bin Laden e Nasrallah, l’ideologia assassina di Yahya Sinwar e Ali Khamenei. Hanno trasformato i campus in avamposti dell’asse del male.

Questa follia deve finire. Perché decine di milioni, tra cui sei milioni di ebrei, hanno già pagato a caro prezzo la follia del male assoluto. Non più.

Questa volta, la situazione è persino peggiore. La follia non viene solo dall’asse del male. La follia è favorita dal mondo che dovrebbe essere libero.

Questa follia non avrà fine se Israele continuerà a giocare secondo le regole che gli sono imposte, né se soccomberà alle pressioni del mondo libero che è più preoccupato per il prezzo del petrolio che per le minacce alla sopravvivenza dello stato ebraico.

Perché secondo le regole del gioco, il presidente del regime iraniano può recarsi all’Onu ed essere ricevuto con tutti gli onori, mentre incombe un mandato di arresto sul primo ministro e sul ministro della difesa di Israele.

Questa assurdità non può continuare. Israele deve infuriarsi.

Si può discutere se l’accordo nucleare del 2015 con l’Iran fosse la mossa giusta e se sia stato un errore la sua cancellazione nel 2017 da parte di Trump. Solo una cosa è chiara. Con o senza un accordo, l’Iran non ha cambiato nemmeno di un millimetro la sua ideologia assassina. Ha finanziato il terrorismo di Hezbollah, Hamas e Houthi prima dell’accordo, ha continuato a farlo dopo l’accordo e non ha smesso di farlo dopo la cancellazione dell’accordo.

Israele si è trattenuto mentre Hezbollah e Hamas ricevevano sempre più razzi e missili. Israele si è trattenuto per un anno mentre Hezbollah, senza alcuna provocazione da parte israeliana, lanciava ogni mese un migliaio di razzi, missili e droni. Ci sono stati morti e feriti. Migliaia di case sono state distrutte. Migliaia di ettari di terreni agricoli, foreste e riserve naturali sono stati bruciati. Decine di migliaia di israeliani sono diventati profughi. Nessun paese al mondo si sarebbe trattenuto.

Ma Israele si è trattenuto. Non può continuare. Israele deve infuriarsi.

I cortei a sostegno dell’asse del male hanno esibito costantemente lo slogan “con ogni mezzo necessario” per giustificare il massacro di Hamas.

E allora, che diventi lo slogan anche di Israele. Israele deve distruggere le strutture militari e nucleari dell’Iran. Con ogni mezzo necessario, con o senza gli Stati Uniti. Perché abbiamo a che fare con un regime folle. Un regime del genere non deve mai possedere armi di distruzione di massa. Perché se questo regime non viene eliminato, se acquisisce quelle armi, se ottiene le armi nucleari, distruggerà Israele. Commetterà un genocidio su milioni di persone.

I prezzi del petrolio saliranno? Che salgano. Le nostre vite sono più importanti.

Il Medio Oriente ha bisogno di pace e riabilitazione. Ma non arriveranno finché gli ayatollah comanderanno in Iran. Decine di milioni di iraniani, libanesi, iracheni, yemeniti e palestinesi sono le prime vittime del regime iraniano, che porta ovunque distruzione, fame, devastazione e spargimenti di sangue.

Non è chiaro se gli Stati Uniti possono permettersi di abbandonarli al loro destino. È chiaro che Israele non può abbandonare se stesso.

Un’azione di Israele, da solo, potrebbe comportare un prezzo elevato. Ma qualsiasi prezzo, oggi, sarà inferiore al prezzo che Israele pagherebbe in futuro. Anche se è solo, Israele deve agire. Con ogni mezzo necessario. (Da: YnetNews, 8.10.24)

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