La sinistra difende i nostri soldati solo per attaccare Israele
Commento di Tommaso Montesano
Testata: Libero
Data: 12/10/2024
Pagina: 6
Autore: Tommaso Montesano
Titolo: La sinistra difende i nostri soldati solo se a sparare sono gli israeliani

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 12/10/2024, a pag. 6, con il titolo "La sinistra difende i nostri soldati solo se a sparare sono gli israeliani", l'analisi di Tommaso Montesano.


Tommaso Montesano

Il gruppo del PD all'Europarlamento. Tutti pacifisti e contro le armi all'Ucraina, poi improvvisamente tutti schierati con i soldati italiani. Perché a sparare è stato Israele.

Guai a chi tocca i militari italiani. Adesso che di mezzo c’è Israele. Perché in passato, quando si è trattato di far sentire la solidarietà dell’intero Parlamento ai nostri soldati impegnati nei vari teatri internazionali, la sinistra si è sempre sfilata. A colpi di “se”, “ma”, “però” e “forse”.
Missione Alba in Albania, e poi Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libia e la vicenda dei due fucilieri della Marina, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Le forze progressiste hanno sempre preso la strada opposta rispetto a quella del centrodestra sul sostegno alle Forze armate. Invece oggi è tutta un’esibizione di muscoli all’indirizzo dello Stato ebraico. I toni sono insolitamente alti, stavolta. Per dire: «Tutti con Unifil» (e contro Israele, ovvio).

VOCE GROSSA

Ecco Piero Fassino, vicepresidente della commissione Difesa della Camera ed ex segretario dei Ds: «Nulla giustifica che si colpisca una forza internazionale di interposizione: piena solidarietà e pieno sostegno ai militari italiani». Ecco il capogruppo in Commissione, Stefano Graziano, chiedere al governo di «agire rapidamente per garantire la sicurezza dei nostri militari». Matteo Ricci, europarlamentare dem, invoca la «tutela delle nostre forze di pace e dell’azione dell’Onu». Sempre da Strasburgo, l’accoppiata Nicola Zingaretti-Lucia Annunziata esprime tutta la preoccupazione per il «grave attacco israeliano contro le forze di interposizione in Libano, che vedono l’impegno e la presenza anche di contingenti italiani, ai quali va tutto il nostro sostegno e ringraziamento».
Il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, si lancia in una difesa appassionata della missione militare: «Lo scopo in quel difficile territorio è esattamente quello di evitare tensioni e conflitti. Israele non può continuare ad attaccare Unifil». La sua omologa a Montecitorio, Chiara Braga, aggiunge che «Unifil è una iniziativa concreta delle nazioni per sostenere la pace. Israele si fermi». Perfino Nicola Fratoianni, uno dei leader di Alleanza Verdi Sinistra, si guarda bene dal pronunciare la parola «ritiro» nel video con il quale si scaglia contro il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che va «fermato al più presto».
Oggi è tutto un riferimento al diritto internazionale, alle risoluzioni dell’Onu, alla tutela delle nostre divise. «Chiediamo che l’Italia non sia lasciata sola», scandisce Elly Schlein.
Sacrosanto. Eppure in passato, quando altre missioni avevano ricevuto la copertura delle organizzazioni sovranazionali, i gruppi parlamentari di centrosinistra si sono voltati dall’altra parte. Fin dall’operazione militare in Albania nel 1997, quando solo grazie al sostegno del centrodestra il Parlamento riuscirà a dare il via libera alla partecipazione del contingente italiano. Va appena meglio nel 1999, quando dopo la caduta del governo Prodi il successore Massimo D’Alema promuove la missione, ma senza il concorso dell’ala pacifista e di Rifondazione comunista.
Quando si tratta si partecipare all’operazione in Afghanistan, le forze dell’Ulivo si astengono, presentando una loro mozione, mentre Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani votano contro. Stesso schema sulla missione “Antica Babilonia” in Iraq (frutto della risoluzione a risoluzione 1483): Ds, Margherita, Socialisti e democratici e Udeur non partecipano al voto, Prc, Pdci e Verdi votano contro.

QUEGLI SLOGAN

Proprio in occasione dell’operazione conseguente alla seconda guerra del Golfo si verificano le contestazioni più feroci ai nostri militari: nei cortei della sinistra antagonista riecheggia spesso il coro “10-100-1000 Nassiriya”. Oliviero Diliberto, allora leader di Pdci, accusa Silvio Berlusconi di «stringere mani grondanti di sangue» a proposito della visita al presidente Usa George W. Bush. E ai funerali delle vittime del secondo attentato in Iraq, del 26 aprile 2006, il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio, è fotografato mentre, insieme a Vasco Errani presidente della Regione Emilia-Romagna- ride tirando fuori la lingua nella Chiesa di S.
Maria degli Angeli durante le esequie solenni.
Centronistra compatto - in senso ostile ai militari - anche in Libia: la missione perla creazione di una zona di interdizione al volo, autorizzata dall’Onu, nel 2011 ottiene il semaforo verde dalla Camera nonostante l’opposizione compatta dell’intero centrosinistra.
E che dire dell’atteggiamento nei confronti dei marò (chi non ricorda il refrain “e allora i marò?”)? Le forze di sinistra hanno impiegato circa dieci anni per prendere atto dell’innocenza dei nostri fucilieri, scagionati dall’accusa di omicidio volontario di due pescatori indiani - procedimento aperto dal 2012- dal Gip di Roma il 30 gennaio 2022 e in precedenza (giugno 2021) messi al riparo dalla controversia con l’India grazie all’arbitrato internazionale.

 

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