Barak Ravid: Libano, Israele aveva avvertito per evitare vittime
Intervista di Fabiana Magrì
Testata: La Stampa
Data: 11/10/2024
Pagina: 2
Autore: Fabiana Magrì
Titolo: 'L'esercito li ha avvertiti per evitare vittime. Siamo dentro un conflitto molto complesso' Barak Ravid

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/10/2024, a pag. 2, con il titolo "'L'esercito li ha avvertiti per evitare vittime. Siamo dentro un conflitto molto complesso' Barak Ravid", l'intervista di Fabiana Magrì.

Fabiana Magrì
Fabiana Magrì

Barak Ravid, giornalista israeliano

«Non credo alla versione secondo cui Israele ha sparato intenzionalmente contro le forze di interposizione che non hanno seguito l'indicazione di evacuare». Parla da Washington Barak Ravid, una carriera da reporter tra Israele e Stati Uniti, che è considerato tra i più affidabili colleghi internazionali. Una fama che il reporter deve, in parte, alla generosità delle sue fonti, funzionari di Washington e di Gerusalemme.

Cosa ha saputo, della vicenda che si è consumata ieri nei primi chilometri di territorio libanese oltre la "Scala di Tiro"?

«Non ho informazioni specifiche su cosa sia successo esattamente, oltre al fatto che c'è stato un proiettile sparato da un tank israeliano contro una postazione militare e che due peacekeeper sono stati feriti».

Quali informazioni in più ha raccolto, sulla versione israeliana?

«L'unica cosa che la parte israeliana sta dicendo è che ieri le truppe dell'Idf hanno operato nell'area di Naqura, accanto a una base Unifil. Di conseguenza, hanno ordinato alle forze Onu nell'area di rimanere in spazi protetti. Dopodiché hanno aperto il fuoco nell'area. E che già diversi giorni fa, con l'inizio dei raid in territorio libanese, l'Idf ha chiesto alla missione delle Nazioni Unite di evacuare dalle loro postazioni a una distanza di cinque chilometri dal confine in modo da non finire nel mirino o sotto il fuoco, nemmeno accidentalmente. L'Unifil ha confermato di aver ricevuto le comunicazioni ma gli stati membri della missione non hanno voluto arretrare».

Crede che l'episodio di ieri sia stato un "messaggio", da parte di Israele?

«No, non credo. Penso che ci sono decine di migliaia di soldati e centinaia di carri armati, veicoli blindati e artiglieria e tutto quello che serve per combattere una guerra. Parliamo di un'area ridotta, due o tre chilometri dal confine. Non so cosa sia successo nello specifico ma l'ambiente lì è piuttosto complesso».

Le reazioni a livello globale sono molto dure. Quali conseguenze ci dobbiamo aspettare?

«È una continuazione delle critiche che sono aumentate durante tutto l'ultimo anno. Dopo questo episodio, Israele si trova in una posizione in cui ha meno legittimità per operare in Libano. E potrebbe anche aumentare la pressione per qualcosa come una risoluzione del Consiglio di sicurezza, per la richiesta di un cessate il fuoco in Libano. Ma anche prima i francesi volevano spingere per una sorta di dichiarazione sul Libano. Sono abbastanza sicuro che ora, dopo questo incidente, le possibilità che ciò accada sono semplicemente maggiori».

Cosa possiamo aspettarci, invece, dalla riunione del gabinetto sulla risposta di Israele all'attacco dell'Iran? Prevede una decisione, questa volta?

«Teoricamente sì, dovrebbero prendere una decisione. Ma chi lo sa? Ne discuteranno, non so cosa succederà, ma lo scopriremo».

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