L’Italia, complice la sinistra, è il paese più anti-israeliano d’Europa
Commento di Deborah Fait
Manifestazioni sempre più antisemite in Italia. Complice la sinistra, con il suo rapporto malato con gli estremisti islamici, oggi il nostro è il paese più antisionista d'Europa
Ormai in Italia siamo arrivati a una manifestazione al giorno, una peggio dell’altra, una più violenta dell’altra. I barbari in kefiah e cartelli con scritte antisemite, hanno voluto fare a Roma, a ridosso del 7 Ottobre, a mo’ di sfregio, una guerriglia urbana, fuoco e fiamme, più di 30 poliziotti all’ospedale, uno grave con il bacino rotto. Il giorno dopo hanno ripetuto lo scandalo a Torino urlando come belve rabbiose, lanciando petardi che hanno ferito tre agenti. Naturalmente la manifestazione non era autorizzata ma abbiamo capito che i propal se ne fregano, loro, essendo innamorati dei palestinesi, amano la violenza, con il benestare della sinistra. Hanno dato fuoco, accendendo un enorme falò in mezzo alla piazza, alle bandiere israeliane. “Ma, ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, i cortei erano più e meno pacifici”. La Schlein, che non si è presentata neppure alla commemorazione delle vittime nella sinagoga di Roma, dove erano presenti invece i membri del governo, non ha mai condannato il 7 Ottobre, non ha mai condannato la cacciata dalle università di giornalisti ebrei come David Parenzo e Maurizio Molinari. Ritengo che il comportamento della segretaria del PD sia vergognoso. Evidentemente per la sinistra qualsiasi sopruso contro gli ebrei, qualsiasi offesa e demonizzazione di Israele, è sacrosanta e le vittime del 7 Ottobre sono solo un fastidio da evitare accuratamente perché sono la dimostrazione della bestialità dei palestinesi. Dico palestinesi e non Hamas perché, come ha testimoniato, ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica, una giovane israeliana liberata dalla prigionia dopo 54 giorni “Tutti a Gaza, dai bambini ai vecchi, esultavano per le stragi del 7 Ottobre”. Tutti e noi in Israele lo sappiamo perché abbiamo visto con i nostri occhi i festeggiamenti per le strade di Gaza, abbiamo sentito gli Allahu Akhbar, abbiamo assistito ai calci, i pugni, alle sassaiole contro gli ostaggi. Non riesco a togliermi dalla mente quel bambino israeliano preso prigioniero e lasciato solo in mezzo a un gruppo di bambini palestinesi che lo spintonavano, lo prendevano a calci e pizzicotti, e quando lui, terrorizzato chiamava la mamma, che era stata uccisa, quei bambini palestinesi gli facevano il verso e lui si guardava intorno sperando che qualcuno venisse ad aiutarlo, che arrivasse la mamma a salvarlo da quei giovanissimi e crudeli torturatori. Non so che fine ha fatto quel bambino, nessuno lo sa. In Italia purtroppo dobbiamo sentire ogni giorno in Tv giustificazioni della barbarie palestinese e condanne a Israele. Naturalmente le offese a Netanyahu non mancano mai, lo accusano di essere un criminale perché difende Israele dalla barbarie più estrema e dalla distruzione voluta dall’Iran e i suoi maledetti proxi. Ieri ho sentito ancora una volta Del Debbio invitare Netanyahu a cambiare mestiere e io di nuovo invito il giornalista a cambiare il suo. Quello di Del Debbio, e molti altri è l’atteggiamento vigliacco di molti opinionisti che si dicono pro Israele ma vogliono apparire equilibrati e dare il fatidico colpo al cerchio e uno alla botte. È tutto molto deprimente perché da una parte abbiamo i fifoni e dall’altra quelli apertamente scatenati contro Israele. L’Italia sta andando verso una china pericolosa di accettazione dell’islam nei suoi aspetti più violenti grazie alla sinistra che giustifica i cortei antisemiti definendoli “più o meno pacifici”. Pochi hanno il coraggio di ammettere che Hamas, oltre alle atrocità contro Israele, ha commesso crimini tremendi contro gli stessi palestinesi. Pochi ammettono che l’URNWA, agenzia dell’ONU, ha educato generazioni di bambini palestinesi all’odio contro gli ebrei, come l’islam ordina. “Musulmano, se vedi un ebreo dietro di me, vieni e uccidilo”. Le trasmissioni televisive in Italia invitano Saif Abudaib, rappresentante della comunità islamica, per il quale Hamas non è un’organizzazione terroristica e lo dichiara tranquillamente. In Italia le femministe hanno partecipato ai cortei antisemiti e questo a me fa particolarmente schifo perché ho visto quello che è stato fatto alle donne ma anche a ragazzi israeliani. Ho visto come li hanno violentati, ho visto le bottiglie che usavano per stuprarli, si le bottiglie, fino allo sventramento. Dà fastidio sentire queste cose, vero? Però le femministe stanno dalla parte degli assassini, esattamente come i gay di sinistra. Questo è un atteggiamento incomprensibile che dà la misura dell’odio che queste persone provano per Israele. Solidarizzano con gli assassini sapendo perfettamente che le donne a Gaza subiscono soprusi e sono prive di libertà, come in tutto l’islam. Sapendo che i gay a Gaza vengono scaraventati giù dai tetti dei palazzi, che in Iran li impiccano. Giorni fa i soldati israeliani hanno liberato dalla schiavitù sessuale a Gaza Fawzia, una ragazza yazida, rapita in Iraq quando aveva 11 anni e portata nella Striscia per soddisfare qualche terrorista di Hamas. Dieci anni infernali fino a quando ha sentito parlare ebraico e ha capito di essere salva. Sono ancora 26.000 le giovani yazide rapite e vendute al miglior offerente musulmano. Ma le femministe italiane marciano urlando come tante idiote, “dal fiume al mare, Palestina libera”. Bene, vediamo un po’ da chi deve essere liberata questa inesistente Palestina. Dal 1967 Israele ha regalato 66.000 km quadrati di territorio, si è privata del 75 % del proprio territorio per avere la pace. E cosa ha avuto in cambio? 3 intifade, decine di migliaia di missili, centinaia al giorno da più di 20 anni, kamikaze che facevano saltare tutto quello che potevano, bombe nei ristoranti, pizzerie, night club. E, per ultimo, il 7 Ottobre. Basta, Israele ha esaurito le guance, ora combatte da sola una guerra su 7 fronti. Il mondo ci condanna? Faccia pure perché siamo determinati a vincere e a vivere. Capito? A vivere!
Deborah Fait