18/2/02 CONSAPEVOLEZZA DA UNA PARTE SOL
recensione del libro "L'ulivo e le pietre" di Ugo Tramballi
Testata:
Data: 16/02/2002
Pagina: 1
Autore: Raffaele Oriani
Titolo: SENZA KEFIYAH NE' KIPPAH
L'articolo è una recensione del libro "L'ulivo e le pietre" di Ugo Tramballi, giornalista del Sole 24ore. A differenza di Tramballi che, nell'intervista pubblicata sul suo giornale in occasione dell'uscita del libro, ha almeno il coraggio di definirsi apertamente filopalestinese, Oriani scrive: "Un saggio che è un racconto, la testimonianza di una lunga consuetudine con la regione che non è mai diventata militanza preconcetta per uno dei due campi". Scrive poi che il punto d'arrivo di Tramballi è "la consapevolezza che i palestinesi siano le vittime di questa tormentosa vicenda' ". Il termine "consapevolezza" suggerisce che Oriani condivide pienamente questa tesi - e pare che né l'autore, né il recensore nutrano il minimo dubbio sulla questione "di chi" sono vittime i palestinesi. Nel resto dell'articolo non c'è più quasi niente di virgolettato, quindi possiamo ritenere che quanto scritto corrisponda al pensiero di Oriani. Per esempio: "Un percorso atipico che si snoda lungo ventitrè capitoli e oltre duecento pagine fitte dei ritratti dei protagonisti della vera storia del conflitto mediorientale, quella che non oppone Maometto ad Abramo ma le baracche di Khan Yunis alle villette di Gush Katif nella striscia di Gaza".
La certezza che quella raccontata da Tramballi sia la "vera storia del conflitto". Non un dubbio sul perché a Khan Yunis ci sono le baracche e a Gush Katif le villette.
E ancora: "Per chi frequenta davvero la realtà del Medio Oriente è facile capire che l'estremismo è il sintomo, non la malattia: a monte c'è il conflitto sulla terra, il ricordo di case e villaggi scomparsi, l'iniquità di trentacinque anni di occupazione".
Non una parola sul perché quell'occupazione è cominciata, sul perché dopo trentacinque anni ancora sta continuando, su che cosa c'era prima.
E poi: "Quanto alle migliaia di morti, ai kamikaze che dilaniano le vite dei passanti e ai cecchini che mirano alla testa dei bambini, lo psichiatra palestinese Eval Sarraj ha una sua lapidaria spiegazione: 'E' il circolo della violenza: il novanta per cento delle persone abusate dal padre abusa poi del figlio' "
Vero, solo che chi stupra il figlio finisce in galera e non si fanno marce in suo favore. E come mai il terrorismo antiisraeliano è cominciato molto prima che cominciasse l'occupazione israeliana? E come mai non ci sono stati attentati antigiordani quando re Hussein ha fatto ammazzare in poche settimane migliaia di palestinesi?
E infine una citazione dello storico Walid Khalidi, il quale sostiene che tutto si avvierebbe a soluzione con una modica quantità di giustizia per il popolo palestinese. "Non ora, certo - commenta Oriani - Ma se non ora quando?"
E giusto per chiudere in bellezza, una bella scimmiottatura delle Scritture ebraiche (perchè, nella remota possibilità che Oriani non lo sappia, quello che ha citato con l'evidente intento di paragonare la questione mediorientale alla Shoàh, non è solo il titolo di Primo Levi, ma un passo dei "Detti dei Padri", parte fondamentale delle Scritture ebraiche..... Chi è che non voleva argomantazioni religiose?


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