Mauro Zanon
Un cessate il fuoco «immediato e duraturo» in Libano. È questo l’appello degli 88 membri dell’Organizzazione internazionale della francofonia (Oif), tra cui la Francia, il Canada e il Belgio, riuniti ieri a Parigi nel quadro del diciannovesimo Sommet de la francophonie. «Ci siamo espressi all’unanimità a favore di un cessate il fuoco immediato e duraturo e abbiamo dichiarato il nostro impegno per la distensione delle tensioni nella regione», ha dichiarato il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, durante la conferenza stampa di chiusura del vertice dell’Oif. Il Libano, membro dell’Oif, è da due settimane sotto il fuoco dei raid di Israele: raid che, tra le altre cose, hanno causato la morte di Hassan Nasrallah, ex capo politico del movimento sciita libanese Hezbollah. Lunedì scorso, l’esercito israeliano ha lanciato un’operazione di terra nel sud del Libano. Una manovra, quella decisa dal primo ministro israeliano Benjamin Netanayahu, che Macron, ieri sera, ha detto di disapprovare. «Mi dispiace che il primo ministro Netanyahu abbia fatto un’altra scelta (rispetto al cessate il fuoco proposto da Parigi e Washington, ndr), che si sia preso questa responsabilità, in particolare di operazioni di terra sul suolo libanese», ha affermato Macron, aggiungendo tuttavia che la Francia è «solidale con la sicurezza di Israele» e che domani, in occasione del primo anniversario, accoglierà all’Eliseo le famiglie delle vittime franco-israeliane del 7 ottobre 2023.
L’inquilino dell’Eliseo, durante il suo discorso, ha anche ringraziato i membri dell’Oif «per aver approvato l’organizzazione da parte della Francia di una conferenza internazionale di sostegno al Libano», che si terrà in ottobre.
Intanto, come indicato dall’entourage di Macron a BfmTv, la Francia continuerà ad esportare in Israele i componenti necessari alla sua difesa, in particolare quelli riguardanti il sistema antimissile Iron Dome. In un’intervista alla radio France Inter registrata il primo ottobre, Macron si era detto favorevole alla sospensione delle consegne di armi utilizzate per attacchi nella Striscia di Gaza a Israele, indicando come priorità il «ritorno a una soluzione politica».
In serata è arrivatala risposta del presidente israeliano: «L'Iran impone un embargo sulle armi a Hezbollah, agli Houthi, ad Hamas e ai suoi altri alleati? Ovviamente no. Questo asse del terrore è unito. Ma i Paesi che dovrebbero opporsi a questo asse del terrore chiedono un embargo sulle armi a Israele». Netanyahu ha poi aggiunto che «difendendoci da questa barbarie, Israele difende la civiltà contro coloro che cercano di imporre a tutti noi un'era oscura di fanatismo». Infine l’avvertimento: «Siate certi che Israele combatterà finché la battaglia non sarà vinta, per il nostro bene e per il bene della pace e della sicurezza nel mondo».
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