Riprendiamo da LIBERO di oggi 05/10/2024, a pag. 2, con il titolo "Campagna nei comuni per riconoscere la Palestina", la cronaca di Andrea Muzzolon.
Andrea Muzzolon
A Roma ogni agente di qualsiasi ordine e grado è stato allertato in previsione dell’assedio che si prevede per oggi, quando migliaia di manifestanti pro-Pal si riverseranno nella Capitale per il mega corteo alla vigilia delle stragi del 7 ottobre. Non proprio il momento migliore in cui gettare benzina sul fuoco insomma. Eppure a sinistra nessuno sembra porsi il problema. Anzi, ogni giorno c’è qualcuno che rilancia e fomenta le agitazioni in favore della Palestina. E, ovviamente, all’appello non poteva mancare l’Anpi. Eh già perché, fra un ritorno del fascismo e l’altro, i partigiani di oggi non potevano proprio esimersi dal pronunciarsi sulla guerra in medio oriente. Ovviamente, come tutti i compagni che si rispettano, non potevano che lanciare anche loro una petizione, iniziativa, agitazione- si scelga il termine che si preferisce - in favore degli amici palestinesi. Ecco quindi che ieri, con un comunicato stampa, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani ha annunciato due iniziative. La prima, certamente lodevole, è una raccolta fondi in favore dei medici di Emergency che in questo momento operano nelle zone di guerra interessante dal conflitto israelo-palestinese. «Abbiamo deciso, come Anpi, di mettere in campo un'azione concreta per aiutare Gaza, i suoi bambini, le sue donne, i suoi uomini feriti gravemente», si legge nella nota. «Lanciamo quindi una campagna di raccolta fondi destinati esclusivamente alla preziosa attività sanitaria di Emergency in quella terra martoriata», chiosano allegando il link per le donazioni. Fin qui, tutto nella norma. Poi, continuando a leggere però, ecco la parte saliente della nuova iniziativa targata Anpi: far approvare da quanti più consigli comunali possibili una mozione per il riconoscimento della Palestina. Sia chiaro, nel quartier generale delle truppe antifasciste non si inventati nulla di nuovo dato che alcuni compagni si erano già mossi per tempo. Però, alla vigilia della maxi manifestazione romana, ecco l’annuncio che getta ancora un po’ di benzina sul fuoco. «La prima cosa da fare è riconoscere lo Stato di Palestina adesso. Per questo lanciamo una campagna per il riconoscimento dello Stato di Palestina», si legge subito dopo la comunicazione della raccolta fondi. «Ci rivolgiamo in particolare ai sindaci affinché, come già avvenuto a Firenze e in vari altri Comuni su proposta largamente unitaria, approvino una risoluzione che chieda, con senso di profonda responsabilità e di pace, questo. Adesso», concludono i compagni. In allegato al comuncato, ecco comparire il testo di una mozione precompilata da completare con il nome del comune in cui presentarla. Leggendo il documento, salta subito all’occhio che su tre pagine piene di riferimenti a risoluzioni e atti vari, non c’è neanche una riga che faccia riferimento alle stragi compiute da Hamas nei confronti dei civili israeliani. Al contrario invece, si parla - cito testualmente - di «esercitare una mediazione attiva per la fine dell’occupazione militare israeliana e della colonizzazione dei Territori Palestinesi Occupati». Insomma, la solita narrativa a senso unico in cui, magicamente, l’aggressore diventa Israele. Non solo. Nella mozione preconfezionata, si parla addirittura di «colonizzazione» e «annessione» dei territori palestinesi, dimenticando di citare il perché dello scoppio del conflitto ormai un anno fa. Capofila della mobilitazione dei comuni è stata la rossissima Firenze, dove il neo sindaco Sara Funaro ha accolto con favore una mozione fotocopia di quella diffusa dall’Anpi. Ma leggendo sul sito partigiano, in molte città toscane i Consigli comunali si sono già espressi: da Empoli a Rignano (il paese di Matteo Renzi), da Sesto Fiorentino a Vinci, passando per molti altri come Borgo San Lorenzo, Campi Bisanzio e Pontassieve. Insomma, come sempre, quando i compagni chiamano, la Toscana risponde.
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