Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 05/10/2024, a pag. 1/XV, il commento di Giulio Meotti dal titolo: "Tre Nobel perfetti".
Roma. Il segretario generale delle Nazioni Unite, l’agenzia Unrwa e la Corte dell’Aia si contendono il Nobel per la Pace. António Guterres, sotto il cui mandato è scoppiata la guerra in Ucraina e in medio oriente, è stato nominato insieme a un’organizzazione i cui dipendenti sono stati coinvolti nel 7 ottobre. Anche la Corte dell’Aia, dove pende il caso per “genocidio” contro Israele, è tra i candidati per il blasone. Secondo Reuters, esperti vicini al processo di scelta del Nobel le due organizzazioni e il diplomatico sono i favoriti nella corsa al premio. Da quando Guterres ha assunto l’incarico, la Russia ha invaso l’Ucraina e il medio oriente è entrato in uno stato di conflitto senza precedenti. In Israele, Guterres da questa settimana è “persona non grata”, in seguito al suo rifiuto di condannare l’aggressione iraniana a Israele e di nominare Hamas anche quando ha ucciso a sangue freddo sei ostaggi israeliani nei tunnel sotto Rafah. Tuttavia, la nomina dell’Unrwa è ancora più problematica di quella del segretario generale. Durante l’ultimo anno di combattimenti a Gaza, la portata dell’infiltrazione di Hamas nell’agenzia delle Nazioni Unite è ripetutamente venuta alla luce. L’organizzazione stessa ha ammesso che alcuni dei suoi dipendenti, tra cui figure di alto livello, hanno partecipato ai massacri del 7 ottobre e al rapimento di civili israeliani, licenziandoli ad agosto. Le scuole e i sistemi di approvvigionamento dell’organizzazione sono stati requisiti da Hamas e il gruppo ha persino creato una base di computer e server sotto la sede centrale dell’Unrwa a Gaza City. Nei giorni scorsi è emerso che anche il capo di Hamas in Libano era un dipendente di Unrwa. Ma per Henrik Urdal, direttore del Peace Research Institute Oslo, “l’Unrwa sta svolgendo un lavoro estremamente importante per i civili palestinesi”. Il settimanale Le Point ha chiesto un commento a Noëlle Lenoir, ex ministro francese degli Affari europei: “Guterres è un antisionista dichiarato, si è schierato con la causa palestinese e non esita nella situazione attuale a presentarsi con regimi tra i più lesivi dei diritti umani. Ha ricevuto in pompa magna il ministro degli Esteri della Repubblica islamica dell’Iran. E’ stato lui che, personalmente, ha accettato che i talebani tornassero al tavolo degli stati membri, e senza donne. E’ ormai dimostrato che gli uomini dell’Unrwa sono stati complici, se non autori, di atti di terrorismo di Hamas. Per me, lungi dal meritare un Nobel per la Pace, è chiaro che Unrwa potrebbe essere considerata complice, o almeno coinvolta, nelle attività terroristiche a Gaza. E queste sono le stesse persone che sarebbero le favorite per un Nobel per la Pace? Perché non il leader supremo iraniano Khamenei!”. Forse per festeggiare la “pace” nell’anniversario del 7 ottobre, tutti e tre meriterebbero di salire ex aequo su quel palco a Oslo e condividere il blasone. Ma perché non in quattro? Ci sarebbe infatti anche UN Women, l’organismo delle Nazioni Unite per le donne. Ci ha messo soltanto sei mesi a nominare gli stupri di Hamas di donne fatte a pieces, altro che peace.
Per inviare al Foglio la propria opinione, telefonare: 06/5890901, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
lettere@ilfoglio.it