22/2/02 L'UNICO SANGUE CHE CONTA
Articolo praticamente tutto dedicato alla "rappresaglia" israeliana, come se fosse nata dal nulla.
Testata: Corriere della Sera
Data: 21/02/2002
Pagina: 1
Autore: Guido Olimpio
Titolo: ISRAELE SCATENA LA RAPPRESAGLIA: 18 MORTI
Articolo praticamente tutto dedicato alla "rappresaglia" israeliana, come se fosse nata dal nulla.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - La grande vendetta israeliana è cominciata nella notte tra martedì e mercoledì.
Che ci sia anche una qualche necessità di autodifesa da parte di Israele, è un sospetto che non sfiora Guido Olimpio.
Con un primo attacco, alle 2.30, affidato alle motovedette che hanno cannoneggiato obiettivi palestinesi a Gaza uccidendo 4 agenti di Forza 17.
E naturalmente non si precisa "quali" obiettivi palestinesi vengono presi di mira.

E la grande vendetta è proseguita,
E ancora il termine "vendetta", che non è descrizione dei fatti ma giudizio morale.
spietata,
aggettivo che Olimpio non usa mai per gli attacchi palestinesi

per tutto il giorno portando il bilancio a livelli mai visti in una terra che ormai è abituata alle stragi:

si noti: sono gli israeliani che sono abituati a fare stragi di palestinesi!

18 palestinesi uccisi, decine di altri feriti. Nablus, Ramallah e Gaza sono state martellate senza pietà,

e ancora!
con i tank, gli elicotteri e gli F-16. I missili hanno demolito gli uffici dell’Autorità palestinese, devastato l’ufficio di Arafat a Gaza, sfiorata la residenza di Ramallah: illeso il raìs. Meno fortunati i suoi poliziotti che hanno ingaggiato una battaglia con gli israeliani nel campo profughi di Balata, a Nablus.
Si dimentica di dire che Batala è uno dei principali centri del terrorismo. E i
Si dimentica di dire che Batala è uno dei principali centri del terrorismo. E i poliziotti non sono morti perché combattevano per difendere i terroristi, ma solo perché, poverini, non hanno avuto fortuna ("fortuna", evidentemente, è riuscire a conservare i terroristi)
Una decina sono caduti sotto il tiro nemico.

"Nemico", chiaramente, non è il terrorista, ma chi si difende dal terrorismo.

Ieri notte i carri armati israeliani sono penetrati per due chilometri nella città di Gaza, per la prima volta in 17 mesi di intifada. Secondo le forze di sicurezza palestinese, hanno aperto il fuoco contro postazioni della polizia di Arafat e circondato una sede della tv palestinese. Sotto attacco anche «Beach camp», un campo profughi all’interno dell’area di Gaza City. Gli altoparlanti delle moschee hanno chiamato i palestinesi a respingere gli «invasori israeliani». Ci sarebbe stato un violento scontro a fuoco. Incursioni si registrano in altri campi della Striscia di Gaza: due palestinesi sarebbero stati uccisi, facendo salire a 20 il bilancio delle vittime di 24 ore di sangue.
Evidentemente l'unico "sangue" che conta è quello palestinese.
Israele ha messo in campo tutto il suo potenziale bellico per rispondere al colpo di mano costato la vita, martedì sera, a sei militari al posto di blocco di Ein Arik.

Una serie di sanguinosissimi attentati terroristici, in sole ventiquattr'ore, è già stato derubricato a banale "colpo di mano".
Un attacco compiuto dalle Brigate Al Aqsa (Fatah) e da militanti islamici. L’esercito israeliano è sotto accusa. Gruppi di riservisti si ribellano, le unità d’élite subiscono rovesci, il tank Merkava - fiore all’occhiello dell’arsenale - fatto a pezzi da una mina mai vista,
fino alla nausea che quelle in mano ai palestinesi erano armi rudimentali, artigianali, incapaci di fare veri grossi danni.
i soldati con poco addestramento spediti a morire nella difesa di posti di blocco che assomigliano ad avamposti perduti.
Il Primo ministro Sharon ha cercato di rassicurare i suoi concittadini, attoniti dopo una settimana che ha provocato ai due schieramenti più di 60 vittime.
Vittime di chi? E vittime tutte uguali?

«Non trascinerò il Paese in una guerra», ha dichiarato Sharon cercando di allontanare l’ipotesi di una imminente invasione dei Territori palestinesi caldeggiata da tutta la destra. Dopo l’ennesima riunione del Gabinetto di sicurezza, l’esecutivo ha studiato «nuovi tipi di intervento». Secondo alcune indiscrezioni l’esercito userà piccole unità speciali per rapide incursioni nelle zone arabe. In serata Sharon ha anche annunciato che «incontrerà di nuovo e presto» i responsabili palestinesi che aveva visto in una riunione segreta lo scorso 30 gennaio.
Da ieri la circolazione per i palestinesi dei Territori ha subito altre limitazioni. Impossibile raggiungere in auto le principali città: chi ha bisogno di farlo deve sottoporsi a lunghi tragitti a piedi, rischia di beccarsi una pallottola.

Fortunati gli israeliani, che invece rischiano solo di essere fatti a brandelli!
La strage delle ultime ore porta nuovo odio.
E di nuovo: a fare stragi sono gli israeliani.

Yasser Arafat, sempre rinchiuso a Ramallah, reagisce: «Non ci faremo intimidire». Gli israeliani potrebbero impedirgli di ricevere le delegazioni straniere «L’unica soluzione è il ritiro - ha affermato Marwan Barghouti, il capo degli attivisti del Fatah - Israele deve attendersi nuovi attacchi contro i check point». Intanto la diplomazia resta a guardare.
Peccato che Olimpio non abbia mai recriminato sulla diplomazia rimasta a guardare quando Arafat ha rifiutato lo stato di Palestina e la pace per scegliere la guerra.
Vicino a Gush Katif, Gaza, alcuni coloni hanno avvolto il cadavere di un kamikaze nelle pelle di maiale e nel lardo: ultima punizione per l’attentato di lunedì scorso, in cui sono morti tre israeliani.
I soliti ebrei: ieri ammazzavano i bambini cristiani per fare le azzime, adesso impediscono ai musulmani di andare in paradiso!

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