Nella notte Israele attacca
Cronaca di Mirko Molteni
Testata: Libero
Data: 02/10/2024
Pagina: 2
Autore: Mirko Molteni
Titolo: L'Iran entra nella guerra, centinaia di missili, quasi tutti intercettati. Nella notte Israele attacca

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/10/2024, a pag. 2 con il titolo "L'Iran entra nella guerra, centinaia di missili, quasi tutti intercettati. Nella notte Israele attacca" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Attacco notturno israeliano contro Hezbollah in Libano. Anche dal Libano sono partiti razzi contro Israele, a sostegno dell'attacco missilistico iraniano. Tuttavia, l'offensiva di Iran e Hezbollah non ha raggiunto i suoi obiettivi. Già nella notte, gli F-35 israeliani erano in volo.

Dopo il tramonto di ieri, come prevedevano i militari israeliani, due ondate di centinaia di missili sono state lanciate dall’Iran su Israele, coordinate con razzi di Hezbollah dal Libano. Così il regime di Teheran è intervenuto in appoggio del movimento sciita in guerra contro lo stato ebraico. L’allerta in tutto Israele, con sirene e messaggi sui cellulari, invitava a raggiungere i rifugi.
Così è iniziato quell’attacco “su vasta scala” preannunciato pochi minuti prima dal portavoce delle forze armate ebraiche, contrammiraglio Daniel Hagari. Dopo l'inizio dei raid, l’ufficiale ha spiegato: «Poco tempo fa sono stati lanciati missili dall’Iran su Israele. Siate vigili e agite secondo le istruzioni salvavita del Comando del Fronte Interno. Quando suona l’allarme, è necessario entrare nell’area protetta e attendere lì fino a nuove istruzioni».

OBIETTIVI FALLITI

I primi rapporti hanno riferito di «102 missili dall’Iran» e di «esplosioni a Tel Aviv e su edifici a nord della città». Gli ordigni, lanciati da rampe a Kashan, Tabriz e Teheran, erano diretti anche sulle regioni di Sharon e del Negev, che ospita basi aeree e la centrale nucleare di Dimona, dove si assemblano anche le armi nucleari di Israele. Poi è partita una seconda ondata. Il Jerusalem Post stimava in 400-500 gli ordigni sparati in totale dagli iraniani. Ufficiali israeliani hanno rettificato in 180-200 vettori. Razzi di Hezbollah, oltre un missile sparato da milizie sciite dell'Iraq, hanno impegnato le difese aeree su Menashe, Sharon, Yarkon, Dan e la Samaria.
Dall’Iran, la Guardia Rivoluzionaria pasdaran ha rivendicato come ritorsione «per l’uccisione del capo di Hamas Ismail Haniyeh, del generale iraniano Abbas Nilforooshan, capo delle brigate Quds in Libano, e del capo di Hezbollah Hassan Nasrallah». Ha messo in guardia Israele da rappresaglie: «Se risponderanno, gli israeliani subiranno una risposta devastante».
Ma i caccia F-35 dell’aviazione israeliana erano pronti a decollare già nella notte per bombardare l’Iran e con attacchi visibili «in tutto il Medio Oriente» su ordine del premier Benjamin Netanyahu, forse mirando alle strutture nucleari iraniane. Fonti di Washington sentite dal New York Times ipotizzano come possibile bersaglio la base sotterranea iraniana di Natanz in cui si arricchisce l’uranio. Hagari ha promesso: «Abbiamo piani, agiremo in tempi e luoghi che decideremo». Le esplosioni avvertite in Israele sono state attribuite sia ad impatti, che finora avrebbero causato pochi feriti, sia ad intercettazioni da parte dei sistemi antimissile. A Gerico un palestinese è morto travolto da rottami. La difesa israeliana opera a strati. L’Arrow intercetta gli ordigni a grande distanza e ad alta quota, anche fino allo spazio, la Fionda di Davide alle quote medio-alte e l’Iron Dome a quote medio-basse. Poiché i missili di ricarica dei sistemi costano molto, le difese possono essere saturate se gli ordigni attaccanti sono troppo numerosi. Alcuni dei missili iraniani più moderni come il Kheibar Shekan da 6000 km/h, sarebbero più difficili da intercettare.
Da ore si susseguivano, sul New York Times e su Axios, anticipazioni, da «funzionari americani e israeliani» sull’imminenza di un attacco iraniano «simile a quello del 13 aprile», quando Teheran lanciò 320 ordigni, fra missili balistici, da crociera e droni. Fonti israeliane parlavano di un attacco «più potente», usando tre tipi di ordigni. I missili balistici arrivano in 15 minuti, quelli da crociera in 2 ore. Ieri l’Idf ha contato circa 200 missili balistici.
Una raffica di missili pari a circa «il doppio» di quelli lanciati nell’aprile scorso.

DIFESA IN VOLO

Già si prospettava che gli obbiettivi del raid sarebbero state «tre basi dell’aviazione israeliana e un quartier generale di intelligence nel nord di Tel Aviv». Quest’ultimo potrebbe essere la sede del Mossad o dell'Unità 8200, dedicata alla cyberguerra, dell’Aman, presso la base di Glilot, a Herzliya, appunto a nord di Tel Aviv.
Il presidente americano Joe Biden ha ordinato alle forze USA di «aiutare Israele ad abbattere gli ordigni». L’antiaerea americana di Ain Asad, in Iraq, ha colpito alcuni ordigni.
Gli USA rinforzano i loro presidi in Medio Oriente inviando la portaerei Truman oltre alla Lincoln, già in zona, e tre squadroni di caccia dell’USAF, più navi anfibie dei Marines davanti alla costa del Libano, munite di caccia a decollo verticale F-35B. In serata il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha accennato che della «risposta di Israele» avrebbe parlato con il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller ha premesso che «ci coordineremo con le autorità israeliane su qualsiasi risposta». Da Gerusalemme il portavoce dell’Idf Daniel Hagari ha assicurato che «ci saranno conseguenze. Risponderemo dove, quando e nel modo che sceglieremo, in conformità con le direttive del governo di Israele», avverte.

 

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