Gli ebrei sono assediati
Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero
Data: 02/10/2024
Pagina: 1/5
Autore: Daniele Capezzone
Titolo: Violenti antisemiti a briglie sciolte e gli ebrei italiani sono assediati

Riprendiamo da LIBERO di oggi 02/10/2024, a pag. 1/5, con il titolo "Violenti antisemiti a briglie sciolte e gli ebrei italiani sono assediati", il commento di Daniele Capezzone. 

Confessioni di un liberale. Daniele Capezzone al Caffè della Versiliana  Giovedì 14 luglio, ore 18:30 - Versiliana Festival
Daniele Capezzone

Caccia agli "agenti sionisti". L'estrema sinistra, antisemita, a briglia sciolta nelle piazze. E le comunità ebraiche sono assediate in vista dell'anniversario del 7 Ottobre.

A inizio settembre vi abbiamo raccontato – indignati ma purtroppo non sorpresi, perché ormai siamo abituati al peggio – che, da parte dei giovani palestinesi, era stata preannunciata a Roma, per questo sabato (5 ottobre) una manifestazione con l’incredibile obiettivo dichiarato di celebrare la strage degli ebrei avvenuta l’anno scorso: «Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione», si leggeva nell’indegno volantino di convocazione.
E avevamo dovuto annotare che, con l’eccezione di Italia Viva, la sinistra si era rifugiata nel più assoluto mutismo. Lo stesso silenzio che ha accompagnato, sabato scorso, l’orrida sceneggiata avvenuta a Milano, con offese di impronta antisemita rimaste quasi senza condanna da parte della sinistra ufficiale.
Nel frattempo, come il ministro Matteo Piantedosi aveva lasciato intendere, la Questura di Roma ha effettivamente deciso (e ha fatto bene) di non consentire il raduno di sabato prossimo. Ma, in modo apertamente provocatorio, gli ambienti vicini ai pro -Pal fanno sapere che loro andranno comunque in piazza, a qualsiasi costo. Pure qui, altro silenzio a sinistra. E gran distrazione generale: quando invece sarebbe sufficiente farsi un giro a Roma per comprendere che l’aria è pesante, e che quella convocazione è pericolosissima. Ma – da troppe parti – si fischietta e si fa finta di non capire.
Intendiamoci. Finora l’Italia – giustamente, a mio parere – non aveva mai compresso la libertà di alcuna manifestazione, nemmeno delle più discutibili e spiacevoli, ma stavolta inneggiare esplicitamente ad un eccidio rappresenta di per sé un rischio concreto per l’ordine pubblico. Non si tratta – dunque – di vietare una manifestazione, ma di prendere atto di una elementare considerazione di buon senso: non ci sono le condizioni affinché un evento concepito in quel modo (cioè per esaltare le belve di Hamas e la loro strage) non finisca come una bomba a orologeria. Anzi, prestando un minimo di attenzione, il ticchettio già si sente distintamente.

NON È FACILE

Ora qui a Libero, per principio, non invochiamo mai allegramente misure restrittive verso chicchessia. Da queste parti abbiamo difeso la libertà di parola sempre e senza eccezioni, anche a favore dei nemici della democrazia. E in questo senso potremmo perfino essere intimamente lacerati: un raduno del genere sarebbe puro free speech (per quanto orribile nei suoi contenuti e obiettivi) oppure quella manifestazione va intrinsecamente considerata come un atto di violenza e di antisemitismo, come qualcosa che non è confinabile al puro terreno teorico e delle parole? C’è da optare per la seconda ipotesi, ma non senza un filo di tormento interiore.
E però – ecco il punto – dove sono invece coloro che non sono né liberali né libertari come noi, quelli che vorrebbero sciogliere partiti e movimenti (in nome del “pericolo fascista”), quelli che vorrebbero introdurre nuovi reati di opinione, quelli che – quando a loro fa comodo – sono pronti a qualunque deroga rispetto al principio generale della libertà?
Costoro – davanti a una manifestazione palesemente antisemita – non dovrebbero avere alcuna esitazione a invocare lo stop. E invece tacciono: e non riescono nemmeno a vergare un piccolo tweet, uno striminzito comunicato stampa per prendere le distanze dai giovani palestinesi. Nemmeno il minimo sindacale di un chiaro e onesto dissenso politico: niente di niente. Neppure quando gli estremisti fanno sapere che sono pronti a farsi beffe del provvedimento della Questura.
Ma come? Abbiamo un apparato normativo imponente (legge Mancino, ecc), abbiamo decine e decine di personalità autorevoli che non fanno (quasi) mai mancare la loro opinione, abbiamo tutto un apparato woke e politicamente corretto che – due volte al giorno – fa i gargarismi con i concetti di “diversità”, “inclusione”, “non discriminazione”. Ma stavolta, guarda un po’, il silenzio è pressoché assoluto.
Bruttissima vicenda. Peraltro, mentre gli antisemiti sono circondati da questo alone di tolleranza, si verifica invece un’altra storia tutta diversa. È ricominciato l’anno scolastico e, poco dopo, quello accademico.
Ecco, la riapertura di scuole e università è avvenuta in continuità con il pessimo andazzo dell’anno precedente: ricorderete che i pro Palestina hanno potuto dire e fare di tutto, incluse violenze e intimidazioni, nella condiscendenza generale. Al contrario, chi era di opinione diversa è stato non di rado aggredito o impossibilitato a esprimersi. Per non dire degli studenti di religione ebraica, costretti nella “migliore” delle ipotesi a non indossare simboli della loro religione, e nella peggiore a non frequentare affatto i corsi. È tutto normale? A noi di Liber o non pare.
Ci sembra semmai che si stia affermando una sorta di doppio standard: una piena libertà di parola esiste solo per i violenti e i prepotenti, mentre le restrizioni riguardano tutti gli altri, in particolare i portatori di idee pro Israele e pro Occidente.

FUORI CONTROLLO

Quanto poi agli studenti e ai professori ebrei, l’incapacità delle nostre democrazie non voglio dire di proteggerli (espressione paternalistica che non amo) ma di garantire un pieno dispiegarsi della loro libertà di parola, di espressione, perfino di movimento, per non dire della loro sicurezza, è un fallimento e una vergogna che ci riguarda tutti.
Fino a che punto siamo disposti ad accettare che alcuni cittadini italiani possano essere trattati in questo modo? Attenzione: quando accadono cose simili, non è colpito il diritto di una minoranza (dell’1, del 2, del 5% della popolazione), ma è ferita a morte la libertà di tutti. Domando ancora: è forse normale?

 

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