Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/10/2024, pag. 1/10, con il titolo "I tank israeliani entrano in Libano", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Israele non lascia, raddoppia. Anzi triplica e anche di più. L’attacco di terra in Libano è ormai un dato di fatto, come dimostrano il posizionamento delle truppe al confine (100 mezzi corazzati individuati dai satelliti) e il discorso del ministro della Difesa Yoav Gallant agli stessi soldati schierati. È la «prossima fase», l’ha definita, quella che prevede lo «spostamento del baricentro a nord» e che ha due obiettivi primari: disarmare Hezbollah, nonché distruggerlo, e riportare a casa i 60mila sfollati dal nord del Paese. «Questo è ciò che faremo e schiereremo tutto ciò che sarà necessario: voi, altre forze, dall'aria, dal mare e dalla terra», ha detto Gallant. I piani militari sono pronti, approvati nei giorni scorsi dal maggiore generale Ori Gordin e l’ordine definitivo arriverà dopo la riunione del Consiglio di Sicurezza che si è tenuta ieri in serata. L’operazione tuttavia sarebbe più limitata di quanto previsto inizialmente, una sorta di compromesso raggiunto con l’Amministrazione americana che si è opposta fin dall’inizio ad un attacco di terra. «Sono più preoccupato di quanto possiate immaginare», ha dichiarato Joe Biden ai giornalisti, «vorrei che si fermassero. Dovremmo avere un cessate il fuoco ora». «Ci hanno informato di una serie di operazioni. Al momento ci hanno detto che si tratta di operazioni limitate incentrate sulle infrastrutture di Hezbollah vicino al confine» ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller. Ciò comunque non ha impedito che gli Usa decidessero di inviare altre migliaia di truppe in Medio Oriente per rafforzare la sicurezza e per essere pronti a difendere Israele da un eventuale attacco iraniano.
La maggiore presenza sarà garantita da più squadroni di caccia, ha detto ai giornalisti la portavoce del Pentagono Sabrina Singh. I jet avrebbero dovuto sostituire quelli già presenti, ma vista l’evoluzione dei fatti è stato deciso di lasciarli tutti sul posto raddoppiando la potenza aerea a disposizione.
Il rinforzo americano viene visto anche in chiave anti-Huthi, dopo che questi ultimi hanno promesso che intensificheranno gli attacchi contro Israele e le navi di passaggio nello stretto. A questo proposito i terroristi yemeniti hanno diffuso ieri un video che mostra l’abbattimento di un drone di fabbricazione americana con un missile terra-aria. Da parte sua Hezbollah sostiene di aver finora usato solo una frazione del potenziale bellico a disposizione. Lo ha detto in un poco convinto discorso alla tv il numero due dell’organizzazione Naim Qassem, secondo cui «Israele non riuscirà a raggiungere i suoi obiettivi».
Israele conferma che ieri dal Libano sono stati lanciati almeno 35 razzi e tra questi dovrebbe esserci un missile balistico Nour prodotto dall’Iran ma ingegnerizzato dalla Cina, che secondo Hezbollah avrebbe colpito il villaggio di Kafr Giladi.
Ma l’offensiva israeliana in Libano non ha come obiettivi solo il Partito di Dio libanese. In un attacco nel sud del Paese è stato eliminato Fateh Sherif Abu el-Amin, «leader di Hamas in Libano e membro della leadership del movimento all’estero», secondo lo stesso comunicato del gruppo terroristico palestinese. Tra le altre cose Abu el-Amin era preside di una scuola dell’UNRWA e dirigeva il sindacato degli insegnanti dell'agenzia per i rifugiati in Libano, supervisionando 39.000 studenti in 65 scuole. Il terrorista è stato colpito mentre si trovava nella sua casa nel campo di Al Bass.
L’UNRWA
ha fatto sapere di essere all’oscuro del fatto che Abu el-Amin fosse un terrorista.
In un altro attacco a Beirut sono rimasti uccisi tre dirigenti del Fronte popolare perla liberazione della Palestina, gruppo terrorista marxista. Si tratta nello specifico di Muhammad Abdel Aal, capo del dipartimento di sicurezza militare, Imad Awda, comandante militare del Fplp in Libano, e Abdul Rahman Abdel Aal.
Quest’ultimo è il primo attacco di Israele nel centro della capitale libanese: un drone è riuscito ad arrivare nei pressi dell'incrocio di Kola, popolare luogo di incontro di taxi e bus, colpendo chirurgicamente due piani di un edificio fatiscente dove si trovavano i membri del Fplp.
L’Idf invece ha smentito di aver condotto in mattinata un altro raid aereo contro il sobborgo di Dahiyeh alla periferia meridionale di Beirut, roccaforte di Hezbollah. Erano state segnalate infatti forti esplosioni, ma la stampa israeliana precisa che sarebbero state causate dal crollo di un palazzo che era stato danneggiato in un attacco precedente. Nessuna smentita invece è arrivata a proposito dell’uccisione di un soldato libanese, il primo dall’inizio dell’escalation, in un attacco di droni israeliani contro una motocicletta che stava attraversando un posto di blocco nel sud del Paese. Il ministero della Sanità libanese ha anche riferito che durante gli attacchi delle scorse ore nella Bekaa, roccaforte di Hezbollah, sono rimasti uccisi sei paramedici.
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