Trump stima Zelensky
Cronaca di Mirko Molteni
Testata: Libero
Data: 28/09/2024
Pagina: 12
Autore: Mirko Molteni
Titolo: Trump stima Zelensky: «È un uomo d’acciaio»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 28/09/2024, a pag. 12 con il titolo "Trump stima Zelensky: È un uomo d’acciaio" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

Incontro molto delicato tra Trump e Zelensky. L'ex presidente USA incarna una politica estera molto meno amica dell'Ucraina, rispetto a quella di Biden. Speriamo che Trump capisca in tempo che il male è Putin.

In dubbio da giorni, è infine avvenuto ieri a New York l’incontro fra l’ex-presidente USA, e candidato repubblicano, Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Il colloquio, nel grattacielo Trump Tower di Manhattan, è stato positivo per la stima personale reciproca, anche se le posizioni sul conflitto non collimano del tutto. Trump s’è detto «onorato poiché Zelensky è uno che ne ha passate tante, è d’acciaio».

FERMARE LA GUERRA

L’ucraino ha chiosato che «abbiamo una visione comune sul fatto che la guerra in Ucraina va fermata». Trump ha promesso: «Lavoreremo molto con entrambe le parti per cercare di trovare un accordo». Ha ricordato di avere «un buon rapporto col presidente russo Vladimir Putin». Da un lato ha affermato che «l’Ucraina può vincere», ma dall’altro non ha escluso che il prezzo della pace possa essere cedere territori ai russi: «Vedremo che succede, voglio una pace giusta per tutti». Infine, all’invito di Zelensky a Kiev ha risposto: «Verrò». La posizione del candidato repubblicano, e del suo partito, è nota. Trump critica la pioggia di dollaro per Kiev che sta costando troppo agli States: «È una vergogna che l’America paghi molto più degli europei. Fra gli USA e la Russia c’è un oceano di mezzo, ma non per gli europei». Come dire che la Russia dovrebbe essere un pericolo più per l’Unione Europea, che dovrebbe quindi pagare la maggior parte del sostegno a Kiev. Ma si sa che l’UE non si sarebbe mai opposta alla Russia senza l’impulso di Washington e Londra, stanti gli interessi geopolitici precedenti le sanzioni. Per la rivale di Trump, la vicepresidente e candidata democratica Kamala Harris, che il giorno prima ha visto Zelensky insieme al presidente Joe Biden, «gli Stati Uniti sostengono Kiev non per carità, ma perché è nel nostro interesse strategico». Ecco quindi i nuovi aiuti militari da complessivi 7,9 miliardi di dollari varati da Biden. Oltre a missili antiaerei Patriot e a un programma di addestramento per 18 piloti ucraini di caccia F-16, l’anno prossimo, il pacchetto comprende armi su cui gli Stati Uniti ancora non danno un permesso d'uso nell’entroterra russo. Sono bombe plananti Joint Standoff Weapon (Jsw), sganciabili da aerei. Se rilasciate a bassa quota colpiscono fino a 22 km, ma per volare fino al massimo raggio d'azione di 130 km vanno sganciate dagli aerei ucraini a quota molto più alta, e quindi più pericolosa, che li espone all'abbattimento. Utili al fronte e nelle immediate retrovie, non sono i missili che Zelensky chiede per colpire la Russia con efficacia superiore a quella dei droni ucraini. Il New York Times ha pubblicato indiscrezioni di ufficiali dell'intelligence USA che hanno definito «rischioso fornire missili a lungo raggio all'Ucraina» a causa delle reazioni della Russia, asserendo anche che il gioco non varrebbe la candela perché «al momento gli ucraini hanno un numero limitato di armi e non è chiaro quante altre ne potrebbero fornirne gli alleati».

FORNITURE A RISCHIO

L’agenzia Bloomberg, inoltre, ha ieri riportato, da indiscrezioni di funzionari anonimi, che «le forniture di armi all'Ucraina per il prossimo anno sono a rischio perché molti alleati faticano ad assicurare fondi e ad aumentare i finanziamenti per Kiev. E l’Ucraina fatica a convincere gli occidentali a mantenere le loro promesse mentre s’avvicina il terzo inverno di guerra». Ciò perché «c’è ancora difficoltà nel raggiungere un accordo unanime nell'utilizzare per finanziare l'Ucraina i 50 miliardi di dollari dei fondi russi congelati all'estero». Gli USA tentano di convincere l'Ungheria a non bloccare il processo in sede UE, ma anche in caso di accordo «la cifra non sarebbe sufficiente per l'intero anno». Oltre al problema delle armi, infatti, c’è da evitare la bancarotta dello Stato ucraino. Biden affronterà la questione nel prossimo vertice dei Paesi che armano Kiev, che ieri il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit ha confermato si terrà il 12 ottobre alla base americana di Ramstein.

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