Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - il commento di Daniel Greenfield tradotto da jns.org dal titolo "I corifei della propaganda jihadista di Hamas, di Hezbollah e ora di quella iraniana".
Daniel Greenfield
Periodo molto impegnativo, questo, per i mass-media. Non solo è stagione di elezioni: tra una campagna elettorale e l’altra, devono darsi da fare per farsi portavoce dei terroristi jihadisti che attaccano Israele.
Dopo quasi un anno speso a trasformare i comunicati stampa di Hamas in titoli di giornale (“Il ministero della salute di Gaza afferma che tot bambini sono stati uccisi nell’assalto alla scuola lanciarazzi”), gli organi d’informazione hanno precipitosamente iniziato a trasformare in titoli i comunicati stampa di Hezbollah (“Il governo libanese afferma che i leader di Hezbollah uccisi dai cercapersone erano in realtà dodicenni”).
E ora, con l’arrivo del presidente iraniano a New York, è tempo di passare alla propaganda per conto del regime che sta dietro a tutto questo:
NBC News: “Il presidente iraniano dice di non volere la guerra con Israele”.
Newsweek: “Il neo presidente iraniano offre la pace a Israele mentre avverte che viene trascinato in guerra”.
Bloomberg: “Il presidente iraniano dice di essere pronto ad allentare le tensioni con Israele”.
Dal momento che i media non fanno il loro lavoro (o meglio, fanno il lavoro di promuovere la propaganda nemica), è necessario ricordare che il presidente iraniano conta meno del tizio che lucida gli stivali di re Carlo. L’Iran è governato dalla Guida Suprema Ali Khamenei. I presidenti sono lì per mettersi in posa sul podio davanti all’Occidente.
È una rivoluzione jihadista e il suo scopo è mantenere ed estendere il dominio islamista del paese.
L’Iran ha finanziato, pianificato e controfirmato l’attacco del 7 ottobre. La scorsa settimana i suoi gregari di Hezbollah, prima di essere eliminati in tempo, stavano pianificando un’invasione in stile 7 ottobre in Galilea, nel nord di Israele.
E se resta qualche dubbio al riguardo, ci sono gli immancabili cori che gridano “Morte all’America” e “Morte a Israele”.
La Guida Suprema Khamenei, colui che in realtà governa l’Iran, continua a declamare (e twittare) “morte all’America” e “morte a Israele”.
Cosa c’è che non capiscono NBC News, Newsweek e Bloomberg nelle parole “morte all’America” e “morte a Israele”? Cosa pensano che intenda Khamenei, con questi slogan?
Un regime responsabile dell’assassinio di massa di israeliani e americani, e il cui motto è “morte all’America” e “morte a Israele”, ha mandato negli Stati Uniti il suo ultimo zimbello a sostenere che no, non vuole la guerra. E che la guerra è tutta colpa di Israele.
Le uniche persone capaci di guardare il 7 ottobre e poi pubblicare titoli e articoli che supportano la propaganda iraniana sono le stesse che hanno trascorso l’ultimo anno a farsi megafono della propaganda terrorista.
Quando ripeti a pappagallo ciò che dicono Hamas e Hezbollah, perché non dovresti ripetere a pappagallo anche quello che dice il loro paparino, l’esca per boccaloni della Guida Suprema?
(Da: jns.org, israele.net, 24.9.24)
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