Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/09/2024, a pag.1 con il titolo "Gridano al regime contro chi chiede città più sicure" l'editoriale di Mario Sechi.
Mario Sechi
La distanza siderale che divide la sinistra dalla destra, i progressisti dall’uomo della strada, si misura sui temi dell’immigrazione e della sicurezza. Gli intellettuali illuminati ci dicono che il governo Meloni ha un’“ossessione securitaria”, una voglia di manette, il desiderio tramutato in norma di “reprimere il dissenso”.
Naturalmente non gli sfiora il cervello l’idea che stiano dicendo una serie di corbellerie proprio perché abitano in un Paese libero, con la stampa completamente sbilanciata a sinistra, le televisioni che mandano in onda talk show a senso unico (e vi lascio immaginare quale), perfino le riunioni di condominio sono monopolizzate da amministratori con la tessera del Pd. È un circo rosso e loro lo vedono nero. Ieri a Otto e mezzo con Lilli Gruber ho ascoltato con un certo divertimento il professor Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, descrivere l’Italia come una dittatura, una studentessa ha detto che non era proprio il fascismo ma in fondo gli somigliava e naturalmente a supporto di questo scenario non c’era un solo dato. Si vota, il centrodestra vince e rivince, ma tutto va male, cribbio. La sinistra critica il decreto sicurezza, senza interrogarsi sulle ragioni che hanno indotto Palazzo Chigi a vararlo. Abitare nelle Ztl e negli attici non è un alibi per non capire, da qualche parte avranno pur sentito dire che a Milano, a Roma e in altre grandi città c’è un problema di ordine pubblico, di microcriminalità, di violenze che destano allarme sociale. Il governo prova a rispondere, il tempo dirà se con efficacia o meno, mentre chi fa i conti con la quotidianità nota che con la sinistra tutto è permesso, tutto è giustificato, è sempre colpa di qualcun altro, della società, del sistema, del cattivo di turno che aizza i peggiori istinti. Fanno sociologia, mentre sono stati sepolti dalle macerie della storia.
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