L’operazione militare più etica e legittima che ci sia: eliminare i terroristi e praticamente nessun altro
Analisi di Scott Kahn
Testata: israele.net
Data: 24/09/2024
Pagina: 1
Autore: Scott Kahn
Titolo: L’operazione militare più etica e legittima che ci sia: eliminare i terroristi e praticamente nessun altro

Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - l'analisi di Scott Kahn tradotto dal Times of Israel dal titolo "L’operazione militare più etica e legittima che ci sia: eliminare i terroristi e praticamente nessun altro".

Scott Kahn
L'operazione militare più etica e legittima che ci sia: eliminare i terroristi  e praticamente nessun altro - Israele.net - Israele.net
Israele, ingiustamente accusato da 11 mesi di compiere attacchi “indiscriminati”, ora viene condannato per l’attacco meno indiscriminato che si possa immaginare. L’Onu dovrebbe solo tacere. Nella foto di un anno fa, vediamo bandiere dei terroristi Hezbollah a ridosso della frontiera con Israele: da 18 anni in aperta violazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu 1701

I cercapersone che sono esplosi in tutto il Libano hanno ferito migliaia di membri di Hezbollah e quasi nessun altro. Il ragionamento è piuttosto semplice. Il 6 ottobre era in vigore un cessate il fuoco. Il 7 ottobre Hamas ha attaccato Israele trucidando circa 1.200 persone e deportandone a Gaza altre 251. Hamas ha infranto il cessate il fuoco. L’8 ottobre Hezbollah ha iniziato a lanciare razzi, missili e droni sulle comunità israeliane nel nord del paese per esprimere solidarietà con gli attacchi omicidi di Hamas. Hezbollah ha infranto il cessate il fuoco. Il 19 ottobre il governo controllato dagli Houthi nello Yemen ha iniziato a lanciare droni e missili contro Israele e ad attaccare navi militari e mercantili nel Mar Rosso per protestare contro la reazione di Israele all’assassinio di cittadini israeliani. Gli Houthi hanno infranto il cessate il fuoco. Martedì scorso, 17 settembre, circa 3mila terroristi di Hezbollah sono rimasti feriti in Libano, e alcune decine sono stati uccisi, quando i loro cercapersone sono esplosi simultaneamente intorno alle 15.30. Chiunque lo abbia fatto, ha compiuto con successo un’impresa quasi inimmaginabile di spionaggio e guerra sotto copertura. La comunità internazionale attacca regolarmente Israele accusandolo di essere “indiscriminato” nella sua guerra contro Hamas a Gaza. L’accusa è palesemente assurda, dal momento che Israele è straordinariamente attento nel mirare a obiettivi terroristici cercando di evitare vittime civili. Poiché Hamas come scelta sistematica si nasconde fra la popolazione civile, vi sono state migliaia di vittime civili a Gaza, ognuna delle quali è responsabilità morale e legale di Hamas. Tuttavia il numero di vittime civili, vista la realtà delle tattiche di Hamas, è storicamente basso. Come ha dimostrato l’ex ufficiale dell’esercito americano John Spencer, “Israele ha stabilito lo standard più elevato in termini di salvaguardia delle vite civili”. Eppure tante persone, che pensano di saperne di più, ritengono erroneamente che ogni vittima civile sia responsabilità di Israele e meriti esecrazione morale. Dicendo questo rivelano la loro ignoranza o, altrettanto probabilmente, il loro radicato odio pregiudiziale anti-ebraico. Israele non è certamente perfetto, ma la sua condotta durante questa guerra a Gaza sarà vista per anni come un modello di guerra urbana etica contro un nemico che cerca attivamente di aumentare al massimo il numero di civili uccisi. Coloro che in modo sconsiderato e stupido accusano Israele di genocidio (senza nemmeno capire il significato del termine) non si rendono conto (o non gli importa) che pretendere che nessun civile rimanga ucciso mentre un esercito terrorista si fa scudo dei civili porta a un futuro in cui ogni terrorista potrà agire impunemente, semplicemente nascondendosi in mezzo ai civili. O è questo che si vuole, oppure queste regole impossibili si applicano solo allo stato ebraico. Poi arriva la coordinatrice speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert, e dichiara che l’attacco tramite cercapersone contro i terroristi di Hezbollah costituisce “un’escalation estremamente preoccupante”. Ricordiamolo: Hezbollah ha lanciato più di 8.000 missili contro Israele negli ultimi 11 mesi (in media più di 23 al giorno ndr), cercando di uccidere quanti più civili israeliani possibile, con l’obiettivo esplicito di supportare i terroristi assassini, torturatori, stupratori e rapitori che il 7 ottobre hanno massacrato 1.200 innocenti. Hezbollah non ha vere rivendicazioni territoriali su Israele, se non quella di voler sradicare l’intero stato ebraico, insieme a ogni singolo ebreo che vi risiede (una volta ottenuto questo, passeranno al resto degli ebrei, ovunque vivano). Israele non ha fatto nulla che potesse offendere o provocare Hezbollah o il Libano, se non esistere come stato ebraico. E Hezbollah intende punirlo per la sfrontatezza di non voler scomparire dalla faccia della Terra. Martedì scorso Hezbollah è stato attaccato nel modo meno indiscriminato che si possa immaginare: i suoi agenti sono stati attaccati con cercapersone esplosivi che erano in possesso esclusivo dei terroristi Hezbollah. Se un cittadino libanese non era affiliato a Hezbollah, non possedeva un cercapersone esplosivo. Non si può immaginare un’operazione sotto copertura più morale ed etica contro i terroristi. Anche coloro che criticano Israele per le vittime civili a Gaza dovrebbero esserne impressionati. Eppure la rappresentante delle Nazioni Unite lamenta, come era prevedibile, una “escalation estremamente preoccupante”. Le sue osservazioni vacue e amorali sono ridicole e devono servire da monito perverso per i terroristi e gli stati terroristi di tutto il mondo. Quando scateni una guerra contro innocenti, non puoi lamentarti nel caso in cui le vittime della tua aggressione decidano di imprimere una “escalation” (mirata). E quando il paese i cui cittadini sono stati massacrati e terrorizzati reagisce (in modo mirato), non sta a te decidere quali sono le occasionali “linee rosse” dietro cui quel paese sarebbe tenuto a contenersi. Hai scelto di scatenare la guerra. Questo non significa che puoi decidere tu come finirà. (Da: Times of Israel, 18.9.24)

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