Israele nel Nord ferito dai missili sciiti
Analisi di Rossella Tercatin
Testata: La Repubblica
Data: 23/09/2024
Pagina: 16
Autore: Rossella Tercatin
Titolo: Nel Nord ferito dai missili sciiti la popolazione ora è nei bunker

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 23/09/2024, a pag. 16, con il titolo "Nel Nord ferito dai missili sciiti la popolazione ora è nei bunker" la cronaca di Rossella Tercatin.

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Rossella Tercatin

Bombardamento di Kiryat Bialik da parte di Hezbollah. Il nord vive sotto una pioggia costante di razzi e droni, dal 7 Ottobre.

«È stato un miracolo che mi trovassi nel rifugio», ha raccontato Zehava al Canale 12, davanti alla sua casa semidistrutta a Kiryat Bialik, sobborgo di Haifa, dove la donna vive da oltre trent’anni. «Se riesco a trovare una stanza intera, voglio tornarci subito», ha aggiunto, guardando l’edificio pericolante. «Ho avuto una grande paura che potesse succedermi qualcosa», la testimonianza di Ori, un bambino che vive poco distante.

Oltre 150 i missili sparati da Hezbollah, con impatti diretti registrati anche a Moreshet nella Bassa Galilea. Lì Yael, dal suo soggiorno pieno di detriti, ha raccontato ai media israeliani con voce rotta «che solo un anno fa avevamo ristrutturato la casa, dopo aver aspettato 27 anni per farlo, e ora è tutto distrutto». Sono stati circa milione e mezzo gli israeliani esposti al fuoco di Hezbollah, che ha sparato fino a 50 chilometri in profondità nel Paese. A fine giornata, ci sono tre feriti, mentre un ragazzo di 17 anni, Noam Yechel è morto dopo che il conducente dell’auto su cui viaggiava sulla strada 77 ha perso il controllo del veicolo durante uno degli allarmi.

Tra i cittadini del Nord – almeno coloro che vivendo non a ridosso del confine non sono stati evacuati dopo il 7 ottobre e che rimangono sfollati, circa 60mila – è forte lo shock e il senso di incertezza per quello che potrà accadere, mentre il cielo continua a rombare di scoppi. Ancora oggi, chiuse le scuole e le spiagge, annullati eventi sportivi e culturali, cancellate tutte le operazioni non d’urgenza negli ospedali che hanno passato la giornata a trasferire i reparti negli edifici protetti e nei parcheggi sotterranei, con le immagini che mostrano i medici che spingono incubatrici e stringono in braccio i neonati per portarli al sicuro.

E così come al Nord gli analisti ritengono che l’escalation sia quasi inevitabile, la possibilità di un accordo sembra sempre più lontana anche per Gaza, mentre in una riunione a porte chiuse della Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset, il Primo Ministro Benjamin Netanyahu avrebbe rivelato che solo la metà dei 97 ostaggi ancora nelle mani Hamas sarebbe ancora viva (ufficialmente sono 33 le morti confermate).

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