12/4/02 Il titolo traditore, la memoria traditrice
storia d'Israele
Testata: Corriere della Sera
Data: 13/04/2002
Pagina: 1
Autore: Sergio Romano
Titolo: L' identità nazionale palestinese è nata dagli errori di ONU e Israele"
Nel suo lungo articolo sul Corriere della Sera dell'11 aprile ("L' identità nazionale palestinese è nata dagli errori di ONU e Israele": attenzione, il titolo è virgolettato, dunque dovrebbe riprendere fedelmente il pensiero dell' autore) Sergio Romano ripercorre la storia del conflitto arabo - israeliano in una particolare chiave di lettura, quella dell' identità del popolo palestinese.

Egli afferma che questa identità è una conseguenza del conflitto, non una causa, ed ha ragione. Tuttavia, Romano ripercorre la storia sulla base delle sue letture, certamente molte, delle quali ha un ricordo selettivo, che lo porta a travisare e ad omettere dati essenziali. Su questi vogliamo soffermarci.

E' davvero così sorprendente, ci chiede, che ai Paesi della regione, nel '48, la spartizione decisa dall' ONU e la contemporanea creazione di due stati "palestinesi" sembrassero una intollerabile invasione di campo? E spiega: al termine della Grande Guerra la Francia semisconfitta (ma non aveva vinto?) e la Gran Bretagna che stava smantellando il suo impero (ma non lo fece svariati anni più tardi?) permisero che nascesse una patria del popolo ebraico in una regione storicamente araba.

La Palestina regione storicamente araba? Questo si chiama riscrivere la storia, non citare le proprie letture! E poi quella data, assunta come base di una rivolta araba, il 1948: La Dichiarazione Balfour che promise al popolo ebraico un "focolare nazionale in Palestina" è del 1917, ma essa fu sancita ed assurse al rango di trattato internazionale grazie alla sua ratifica da parte della Conferenza della Pace, della Conferenza interalleata di Sanremo, e poi della Società delle Nazioni (1922). Ed il 3 gennaio 1919 l' Emiro Feisal, a quel tempo leader riconosciuto del nascente nazionalismo arabo, firmò con Chaim Weizmann, leader sionista, un accordo nel quale si fissavano i confini della Palestina nel quadro di una corretta applicazione della Dichiarazione Balfour, con i luoghi santi musulmani posti sotto sovranità araba; non solo, a corredo di questo accordo Feisal scrisse una lettera nella quale dava il benvenuto del popolo arabo ai cugini ebrei che facevano ritorno nella loro antica patria, incoraggiando la loro immigrazione ed auspicando una positiva collaborazione fra ebrei ed arabi.

Più avanti Romano definisce la deliberazione delle Nazioni Unite con la quale la Palestina fu spartita fra uno stato arabo ed uno stato ebraico "un editto imperiale". Al quale gli stati arabi "avevano il diritto" di ribellarsi. Bene, ma allora perché ad Israele si rimprovera di non applicare altre decisioni dell' ONU? Esistono due categorie di deliberazioni di quel consesso, quelle a cui è lecito ribellarsi e quelle alle quali ciò non è consentito?

Vogliamo anche aggiungere una piccola notazione quasi comica. Romano apre il suo dotto articolo ricordando che il fondatore del sionismo, Herzl, avrebbe accettato la proposta di creare il focolare ebraico in Uganda, ma che il congresso sionista si ribellò a quest' idea ed indicò nella Palestina l' unica possibile collocazione di tale patria. Sembra quasi che Romano rinfacci questa scelta, e rimpianga che gli ebrei non abbiano, allora, scelto l' Uganda. L' Uganda era una regione spopolata? Le popolazioni ugandesi non si sarebbero ribellate all' idea di uno stato bianco in mezzo a loro? Romano è un fautore dell' apartheid alla sudafricana, dunque?

Ma andiamo avanti. Israele ha commesso "peccati", gli arabi "errori e sciocchezze". Gli arabi "forse" "avrebbero dovuto accogliere i profughi (palestinesi) nelle loro terre e aiutarli a rifarsi una vita". Forse? Se non lo fecero fu per poter esercitare un "ricatto umanitario" sul neonato stato d' Israele, ma questa scelta fu, appunto, "errore e sciocchezza".

Israele non ha saputo prendere atto della nascita di una identità palestinese, è vero: ma non ne vollero prendere atto in primo luogo gli arabi, che massacrarono a più riprese i palestinesi per domare i loro nascenti sentimenti nazionali; ed Israele, che non li considerò mai "occasionali abitanti" neppure quando rifiutava di consentire loro di avere uno stato sovrano, non poteva ignorare la loro inimicizia. Il pericolo mortale che minacciava Israele aveva antiche origini, perché già nei primi anni 40 gli stati arabi avevano offerto a Hitler un trattato di alleanza militare ed economica che prevedesse, in cambio dei loro aiuti, la creazione in terra palestinese di una succursale di Auschwitz."Errore e sciocchezza", appunto.

Romano conclude il suo articolo con una accusa rivolta sia ai governi di destra sia a quelli di sinistra che si sono succeduti in Israele: di avere cioè "permesso ad alcune migliaia di esponenti del fondamentalismo ebraico di installarsi, per meglio aspettare il messia, in terre abitate dai palestinesi": suprema perfidia, che fa impallidire al confronto "errori e sciocchezze" di parte araba, e che non ha bisogno di essere dimostrata storicamente neppure con le letture selettive dell' autore. E questi terribili fondamentalisti ebrei, lo sapete come "aspettano meglio il messia" ? Ma leggete i giornali: facendosi fare a pezzetti dai terroristi palestinesi!

Infine, torniamo al titolo dell' articolo, che, ricordiamolo, è virgolettato. Romano non afferma in alcuna parte del suo scritto che "l' identità nazionale palestinese è nata dagli errori di ONU e Israele". Afferma, invece, ed è cosa ben diversa, che "non ha molta importanza, a questo punto, attribuire agli uni o agli altri la colpa di ciò che è accaduto...Le guerre arabo - israeliane hanno generato un nuovo popolo".





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