Piccardo insulta Toaff ‘criminale di guerra’: jihad italiana
Cronaca di Andrea Morigi
Testata: Libero
Data: 20/09/2024
Pagina: 13
Autore: Andrea Morigi
Titolo: Piccardo insulta Toaff ‘criminale di guerra’. E un piddino lo segue

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/09/2024, a pag. 13 con il titolo "Piccardo insulta Toaff ‘criminale di guerra’. E un piddino lo segue", la cronaca di Andrea Morigi.

Princìpi non negoziabili» e Destra -
Andrea Morigi

Davide Piccardo, scatenato nell'ambiente dell'islam politico italiano, attacca Tajani reo di aver fatto le condoglianze alla famiglia di Davide Maimon Toaff, capitano dell'IDF ucciso in guerra. Per lui, l'ufficiale israeliano di origine livornese, è solo un "criminale di guerra". Che sia poi solo lui a criticare nel PD ci appare del tutto campato per aria. Perché nel PD sono in tanti a prendere posizione dalla parte dei terroristi. 

Pur sprovvisti di un cercapersone, gli amici italiani degli sciiti libanesi e dei sunniti palestinesi rimangono traumatizzati tanto quanto i terroristi di Hezbollah. E ormai non riescono nemmeno a tollerare che si celebri la memoria degli italiani caduti in battaglia per difendere Israele.
Davide Piccardo su Facebook se la prende addirittura con Antonio Tajani, «un ministro della Repubblica che esprime cordoglio per la morte di un criminale di guerra impegnato nel Genocidio del popolo palestinese». La maledizione è diretta a un nostro compatriota di origini livornesi, Davide Maimon Toaff, capitano delle IDF, vice comandante di Compagnia nel battiglione Shaked del Corpo Ghivati, ucciso nei pressi di Rafah, nel sud di Gaza, da una trappola esplosiva di Hamas. Due giorni fa lo aveva definito un “foreign fighter”. E questo sarebbe già eloquente sotto l’aspetto della maggior solidarietà fra jihadisti piuttosto che fra italiani. Eppure l’esponente islamico va oltre e parte all’attacco. Nel suo mirino c’è «la Comunità Ebraica Italiana che lungi dal condannare questo genocidio, lo sostiene politicamente, economicamente e mandando i suoi figli al fronte». Dovevano forse farsi sterminare tutti, dopo il 7 ottobre del 2023, per accontentare la sete di sangue dei fratelli musulmani? Preferiva che mandassero le proprie figlie a Gaza per farsi violentare e squartare in nome della sharia? Chissà. Comunque «tutto questo rappresenta un’enorme infamia che non verrà dimenticata», conclude ambiguamente il messaggio. Ognuno è libero di interpretare l’avviso come crede. Anche come una fatwa contro gli ebrei, per esempio, oppure diretta al titolare della Farnesina, il quale mercoledì, appresa la notizia della morte di Davide, peraltro aveva commentato «anche nel suo ricordo continuiamo a lavorare per un cessate il fuoco e per la liberazione di tutti gli ostaggi». Se la prospettiva del direttore de «La Luce» è un’altra, più aderente ai piani di cancellazione dello Stato ebraico e della sua popolai zone, perché non lo dice chiaramente?
L’altra opzione è conformarsi alla minaccia.
Pende da quel lato Lorenzo Pacini, assessore al Verde e Lavori Pubblici per il Municipio 1 di Milano oltre che “responsabile iniziativa politica del PD” del capoluogo lombardo. L’oggetto delle sue critiche su threads.net è un articolo di cronaca del “Corriere della Sera”, giudicato «pura propaganda» ed «elogio di un esercito che sta compiendo crimini di guerra e dei suoi soldati» che «esalta un'idea di scontro tra civiltà. Da brividi». Se fosse andato a una scuola di formazione politica qualsiasi, non necessariamente alle Frattocchie, gli avrebbero insegnato che, dal 1948 in poi (ma anche qualche anno prima), la guerra contro gli arabi aggressori non è mai stata scatenata dagli israeliani.
Inoltre, fa rilevare Pacini, «di una parte conosciamo pure di chi era pronipote. Di decine di migliaia di altri ne riportiamo semplicemente il fatto che sono “morti”. Senza neanche citare come e a causa di chi». Se vuole le necrologie dei palestinesi, presenti una richiesta a Yahya Sinwar (lui stesso assassino di almeno cinque suoi connazionali) e ai suoi complici, che da un anno a questa parte sono stati in grado solo di fornire cifre incontrollate e non verificabili.

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