Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 18/09/2024, a pag. 1/V, con il titolo "La minaccia cinese" l'analisi di Giulia Pompili.
Giulia Pompili
Lansing, Michigan, dalla nostra inviata. Quando l’altro ieri il ministro del Commercio cinese Wang Wentao è arrivato a Roma, nessuno ha avuto dubbi sullo scopo della sua visita: dare forma e sostanza alle promesse fatte dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante la sua visita a Pechino dell’inizio di agosto. Wang ha incontrato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, responsabile del commercio estero, e il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, che da tempo cerca una sponda nella Repubblica popolare per la produzione industriale di auto elettriche. Ma l’offensiva diplomatica cinese, in uno dei paesi che Pechino considera amici, avviene in un momento in cui lo scetticismo sulle reali intenzioni della leadership cinese, soprattutto per quanto riguarda il suo sostegno alla guerra della Russia, aumenta anche in Europa.
La scorsa settimana, dopo un incontro a Bruxelles con i rappresentanti dell’Ue e della Nato, il vicesegretario di stato americano per le questioni asiatiche, Kurt M. Campbell, ha avvertito i partner del fatto che Pechino sta offrendo “un aiuto sostanziale” alla macchina da guerra della Russia contro l’Ucraina. La Cina dunque è parte integrante ormai dell’industria bellica di Mosca, e quindi una minaccia per la sicurezza europea. Campbell, parlando con i giornalisti, ha anche in qualche modo risposto a una domanda che circola da tempo tra gli analisti: qual è lo scopo cinese? Perché aiuta la Russia in una guerra che non è la sua? Secondo l’intelligence si tratta di uno scambio.
Mosca starebbe offrendo a Pechino della tecnologia militare che fino a poco tempo fa era stata molto restia a condividere. “Siamo preoccupati per un particolare numero di settori militari in cui sembra esserci una certa determinazione a fornire alla Cina maggiore supporto”, ha riferito Kurt Campbell come riportato da Politico. Si tratta di settori strategici come quello della tecnologia per i sottomarini, “con le attività di progettazione aeronautica, comprese quelle stealth, e con le capacità missilistiche”. Lo stesso, secondo il dipartimento di stato americano, succede con l’Iran: per continuare la sua guerra contro l’Ucraina, la Russia è ormai disposta a condividere i suoi segreti con l’alleanza delle autocrazie. L’Amministrazione Biden, dopo avere per mesi soltanto accennato all’ipotesi del sostegno cinese all’industria di base russa, adesso è particolarmente esplicita e precisa. I diplomatici americani fanno pressioni sui governi partner affinché, a loro volta, leghino la loro collaborazione commerciale con Pechino ad alcune condizioni che riguardano la belligeranza della Russia. Ma per ora, al di là di alcuni governi europei, in pochi hanno dato prova di voler porre condizioni al leader cinese Xi Jinping.
Del resto la partnership fra Russia e Cina s’intensifica sempre di più, e non solo sul lato diplomatico – tra un mese Xi Jinping sarà in Russia per il vertice Brics. Mentre Wang atterrava in Italia e stringeva le mani di Tajani e Urso, in vista di un accordo sulla produzione di auto elettriche sul territorio italiano, da pochi giorni erano iniziate fra la Marina russa e quella cinese gigantesche esercitazioni militari – le più grandi degli ultimi trent’anni, ha fatto sapere il Cremlino – nel Mar del Giappone, operazioni che hanno allarmato i partner americani nel Pacifico. Le esercitazioni Ocean 2024 si sono concluse l’altro ieri toccando anche l’area dell’Artico, del Mediterraneo, del Mar Caspio e Baltico. Per il Cremlino si tratta di addestrare i suoi soldati a lavorare con quelli cinesi “in qualsiasi scenario”. Parlando all’apertura dei giochi di guerra, il presidente della Federazione russa Vladimir Putin ha accusato l’America di provocare “una corsa agli armamenti senza tenere conto della sicurezza dei loro alleati europei e asiatici e stanno creando i presupposti per una pericolosa situazione di crisi in Europa e nella regione dell’Asia-Pacifico”. Non solo: per la prima volta venerdì prossimo effettueranno esercitazioni militari congiunte anche la Guardia costiera russa e quella cinese, segnale del fatto che il sistema di pattugliamento congiunto tra i due paesi – soprattutto quello navale – si sta approfondendo sempre di più.
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