Riprendiamo il commento originale di Giulio Meotti, estratto da un articolo della sua newsletter dal titolo: “Cronache di ordinaria follia dal fronte occidentale”.
Giulio Meotti
Tariq Ramadan è stato condannato per stupro. Il settimanale francese Marianne castiga il “silenzio dei suoi amici inglesi”: “Filare, non c'è niente da vedere. Colui al quale Tony Blair aveva affidato, all'indomani degli attentati di Londra del luglio 2005, una missione per il dialogo pacifico tra le religioni e che, da allora, incarna sulle onde della BBC e sulle pagine dei giornali britannici il volto soave di un Islam progressista continua a beneficiare della sorprendente buona volontà oltremanica. Anche la notizia delle accuse di stupro contro di lui in Francia non è stata riportata dai principali media britannici, a parte qualche riga qua e là. È vero che, a partire dal caso Harvey Weinstein, i media britannici si sono concentrati su una serie di scandali sessuali che hanno colpito tutti gli ambiti professionali, dal cinema al teatro, dalla stampa al Palazzo di Westminster, cuore della vita politica”. E che dire del silenzio dei suoi amici italiani? Ricordate, l’islamologo invitato a tenere una conferenza all’Università di Aosta, all’Istituto universitario europeo di Firenze, a Udine, a Torino, all’Università di Lovanio con Massimo D’Alema, al Comune di Roma in un evento voluto da Walter Veltroni e pubblicato dal Corriere della Sera e da Einaudi? Inutile domandarsi perché la notizia della condanna di Ramadan non si trovi sui giornali italiani. Sono tutti coinvolti in questa storia sordida.
Che tempi, quando gli stupidi media woke americani chiamavano Tariq Ramadan il “Martin Lutero islamico”.
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