Riprendiamo da LIBERO di oggi, 11/09/2024, pag. 15, con il titolo "L’Iran manda missili balistici alla Russia", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Non c’è voluta nemmeno una settimana perché dalle voci si passasse alle sanzioni. Sebbene l’Iran abbia negato tutto e respinto le accuse, sebbene anche Mosca abbia sottolineato con meno veemenza e con parole un po’ più equivoche che «non sempre questo tipo di informazioni corrisponde alla realtà», il trasferimento di missili balistici a corto raggio alla Russia sembra ormai un fatto assodato.
Così certo, e così imminente sarebbe l’utilizzo di tali missili, che l’America e l’Europa hanno deciso di non perdere ulteriore tempo annunciando nuove sanzioni all’Iran. È stato il Segretario di Stato americano Antony Blinken a comunicare la notizia durante una conferenza stampa con il ministro degli Esteri britannico David Lammy nel quale ha spiegato che Teheran è stato avvisato pubblicamente e privatamente «che fare questo passo avrebbe costituito una drammatica escalation».
ADDESTRAMENTO
Sembra infatti che tale consegna fosse in lavorazione da un anno. Il massimo diplomatico statunitense ha aggiunto che «decine di militari russi sono stati addestrati in Iran per usare il sistema missilistico balistico a corto raggio FATH-360 che ha una gittata massima di 75 miglia» e che Mosca sarebbe pronta a usare le nuove forniture contro l’Ucraina nel giro di qualche settimana. Blinken ha spiegato che i missili iraniani daranno a Mosca una «capacità aggiuntiva» e «flessibilità aggiuntiva», spiegando che le forze armate russe saranno ora in grado di utilizzare il proprio arsenale per colpire obiettivi oltre le linee del fronte mentre userà i missili balistici a corto raggio dell’Iran per colpire obiettivi più vicini.
Alla nuova misura restrittiva nei confronti dell’Iran si uniranno anche Germania, Francia e Gran Bretagna, i cosiddetti E3, i Paesi europei che gli anni scorsi hanno negoziato l’accordo sul nucleare iraniano. In un comunicato congiunto, i ministri degli Esteri di Berlino, Parigi e Londra hanno condannato come «escalation» la «conferma» dell’invio di missili iraniani a Mosca e annunciato misure contro il trasporto aereo ed entità e individui coinvolti nel programma missilistico balistico dell’Iran, come pure nel trasferimento di armi alla Russia. Sul punto Blinken ha specificato che le nuove sanzioni includono misure aggiuntive su Iran Air, la compagnia aerea nazionale iraniana.
Ma se la Russia da questi missili ricaverà un vantaggio militare in una fase particolarmente delicata nella guerra contro l’Ucraina, l’Iran in cambio, sostiene sempre il Segretario di Stato, otterrà tecnologia «anche su questioni nucleari, così come alcune informazioni spaziali» in quella che definisce una «strada a doppio senso».
Peraltro, il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Serghei Shoigu, ha detto ieri che Mosca è pronta a un nuovo accordo interstatale ai massimi livelli con Teheran, mentre il portavoce del Cremlino Peskov ha sottolineato che la Russia vuole «continuare a sviluppare la cooperazione e il dialogo in tutti i settori possibili, compresi quelli più sensibili» e questo è già avvenuto nei mesi scorsi senza che l’Amministrazione Biden si scaldasse più di tanto. Basti considerare le centinaia di droni che l’Iran ha già fornito alla Russia, poi utilizzati contro Kiev, e il dialogo sul nucleare tra i due Paesi che l’intelligence Usa già segnalava due anni fa. Nel giugno 2022 lo stesso Blinken diceva che il programma nucleare iraniano stava «galoppando in avanti... e più a lungo va avanti, più il tempo di breakout si riduce».
Perché dunque il governo americano si muove solo adesso e poche ore dal dibattito elettorale tra i candidati Trump e Harris? Forse perché una delle accuse più credibili e insistite di Trump contro l’Amministrazione Biden-Harris è quella di essere stato troppo morbido contro l’Iran, un atteggiamento che ha permesso l’attacco di Hamas contro Israele e la collaborazione con la Russia.
VOLTAFACCIA
D’altronde nella piattaforma elettorale Dem delle elezioni del 2020 era scritto nero su bianco che i democratici avrebbero annullato «la corsa alla guerra dell’amministrazione Trump con l’Iran» e avrebbero dato «priorità alla diplomazia nucleare, alla de-escalation e al dialogo regionale».
Un errore madornale che Trump non mancherà di rimarcare ulteriormente e che non può essere cancellato dal voltafaccia riparatorio attuale confermato nelle parole della nuova piattaforma elettorale Dem in cui si legge che «il presidente Biden sta lavorando per costruire una pace duratura in Medio Oriente rafforzata dall'integrazione regionale, una forte coalizione per contrastare e scoraggiare l'Iran e impedire a lui e ai suoi rappresentanti terroristici di minacciare la sicurezza della regione».
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