Al Festival di Venezia premi e odio sono una cosa sola 10/09/2024
Diario di guerra di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait

Al Festival di Venezia premi e odio sono una cosa sola
Diario di guerra di Deborah Fait

Al festival di Venezia, la regista Sara Friedland "in quanto ebrea" si sente in dovere di denunciare il "genocidio" di Israele a Gaza. E intanto fioccano i boicottaggi nel mondo del cinema, promosso anche da ebrei come Barbra Streisand. Il dilagare dell'antisemitismo va di pari passo con l'odio di sé.

Sara Friedland, una regista ebra americana, mentre accettava al Festival di Venezia, il premio Luigi De Laurentiis per il miglior film, non si è risparmiata nell’esprimere tutto l’odio di sé che aveva in corpo. “Da ebrea americana accetto questo premio nel 336° giorno del genocidio che Israele sta perpetrando a Gaza” . E brava la nostra regista! Ma non è l’unica, sia al Festival del cinema di Venezia che a quello di Toronto, Canada, si sono sprecate le accuse a Israele. Genocidio è il nuovo mantra che ha sostituito il più “mitigato” apartheid. Non c’è paragone. Che lo faccia un’ebrea, anche se americana,  anche se di sinistra, fa molto più effetto perché ogni idiota potrà dire “se lo pensa un’ebrea allora è vero”. Inutile spiegare che anche gli ebrei sono esseri umani con le loro debolezze e che, anche se gli ebrei contro Israele fanno ribrezzo, bisogna capire che fare i lecca culo conviene a molti, soprattutto se ricoprono cariche pubbliche o vogliono sfondare, come la Friedman, nel difficile mondo del cinema. Infatti abbiamo avuto la spiacevole ma non inattesa sorpresa che la maggior parte degli artisti di Hollywood, anche ebrei, fra i quali (delusione enorme) Barbra Streisand,  si sono dichiarati a favore dei carnefici, cioè di Hamas. Sia a Venezia che a Toronto si sono moltiplicati discorsi a sostegno dei palestinesi senza menzionare gli ostaggi israeliani e le migliaia di persone massacrate da Hamas. Gli appelli al boicottaggio dei film israeliani sono stati accolti con le solite standing ovation da parte del pubblico presente sia a Venezia che in Canada. In questi 11 mesi dal 7 Ottobre fa tendenza essere anti-israeliani e  pro taglia gole palestinesi. È diventata una moda non solo fra le orde di giovinastri sudati e urlanti per le strade del mondo occidentale ma anche fra i cosiddetti intellettuali e protagonisti del jet set internazionale. Aggiungiamo a questo accerchiamento di Israele la maggior parte dei media e dell’opinione pubblica, tutti a ripetere, a mo’ di ritornello fastidioso e nauseannte, che Israele bombarda, che Israele attacca il Libano, che Israele attacca la Siria. Mai una volta che avessero l’onestà di dire che, se  Israele attacca, significa che, prima, sono caduti sul paese, sui civili israeliani, centinaia di missili e razzi (quasi tutta la Galilea è stata bruciata, 100.000 israeliani sfollati). Solo ieri dal Libano ne sono arrivati, in 24 ore, più di 100. Allora come la mettiamo? Israele è stato invaso il 7 ottobre, è stato commesso da più di 6000 assatanati provenienti da Gaza, il peggior pogrom dai tempi dei nazisti o, ancora prima, dei cosacchi negli shtetl (piccoli villaggi ebraici) dell’Europa dell’est. Negli anni precedenti il 7 Ottobre Israele ha subito attacchi quasi quotidiani da Hamas, da Hezbollah e da terroristi provenienti dalla Cisgiordania. Qualcuno si è mai domandato perché? Qualcuno ha mai intimato ai terroristi di piantarla come oggi intima a Israele di arrendersi? Media e gran parte dell’opinione pubblica prendono come alibi alle loro accuse che spesso rasentano l’antisemitismo, i disordini che avvengono in Israele e non capiscono che sono provocati dalla disperazione. La guerra psicologica di Hamas, i video tremendi con le immagini dei rapiti, strappano il cuore e  stanno gettando gli israeliani nella disperazione. Il popolo di Israele è provato in modo estremo, da ottobre si dorme male, si piange, ci si dispera e tutto questo dolore viene rivolto, sbagliando, a chi guida il paese, a Benjamin Netanyahu. È contro YahYa Sinwar che tutti dovrebbero scatenarsi, contro il mostro che si circonda dei nostri rapiti per non essere ammazzato come un cane rognoso. Ribellarsi alla politica di Bibi è farsi del male da soli perché vincere questa guerra, e non cedere ai ricatti di Sinwar,  sarebbe anche la sua grande vittoria. In un mondo ideale tutti i grandi del mondo, gli artisti di Hollywood, i media internazionali, dovrebbero urlare con una voce sola contro l’ideatore del 7 Ottobre e ordinargli, senza mezzi termini,  di rilasciare gli ostaggi vivi e morti. Questo dovrebbero fare anche gli israeliani che protestano per le strade e nelle piazze, questo dovrebbe fare Biden che si dice “devastato” solo adesso che è stato ammazzato Hersh Goldberg, israeliano con cittadinanza americana! E tutti quelli ammazzati prima e insieme a Hersh? Quelli non lo avevano devastato?

Da quasi un anno Biden, Guterres, la UE hanno appoggiato solo la politica genocida di Hamas contro Israele. Il mondo deve capire che Hamas è un gruppo terroristico tra i più feroci al mondo, insieme all’Isis che è suo alleato ed è presente nel Sinai. Israele sta vivendo uno tzunami di emozioni e di dolore provocato da chi ci vuole morti e da chi li sta deliberatamente sostenendo mosso da un odio antisemita che il 7 ottobre è esploso come uno sporco e endemico virus. Sara Friedland avrà anche ricevuto un Leone come premio ma le auguro un giorno di vergognarsi per le sue parole. Ho visto nelle immagini che il Leone era di colore rosso sangue, come quello dei suoi fratelli e sorelle trucidati che lei ha vilmente tradito.

Deborah Fait
Deborah Fait