Riprendiamo da LIBERO di oggi, 07/09/2024, a pag. 12, con il titolo "I terroristi islamici attaccano la Germania. AfD si prepara a vincere anche nel Brandeburgo" la cronaca di Daniel Mosseri.
Daniel Mosseri
Neanche il tempo di concludere le indagini relative al fallito attentato terroristico di matrice islamica contro il consolato israeliano a Monaco di Baviera. Venerdì attorno alla 2.30 del mattino un uomo armato di machete ha tentato di fare irruzione in un commissariato di polizia a Linz, che non è in questo caso la terza più grande città austriaca ma la piccola Linz am Rhein, meno di 6mila abitanti a 40 chilometri a nord di Coblenza, in Renania-Palatinato.
L’uomo, poi identificato come un albanese di 29 anni, entra di slancio nel commissariato urlando Allahu akhbar! (Allah è grande!) e brandendo il machete. Vuole far scorrere sangue infedele. Il suo slancio è però subito bloccato: alla prima porta ne segue una seconda, blindata, che si può aprire solo dall’interno. Il poliziotto di guardia nella notte fra giovedì e venerdì non solo non apre la seconda porta ma chiude la prima alle spalle dell’attentatore, che si trova così bloccato nell’ingresso della stazione di polizia. Un piccolo spazio che resiste alle sue pedate e ai suoi fendenti: ci resterà due ore, il tempo necessario per far giungere da Coblenza una squadra dei Sek, le teste di cuoio della polizia regionale.
LA CATTURA
Intrappolato, il terrorista oppone resistenza. Poi un poliziotto ha un’intuizione: inserisce il taser in un buco della prima porta ormai danneggiata dall’uomo e spara: i dardi caricato con 50,000 volt colpiscono l’albanese, che perde subito i sensi. Nell’operazione l’uomo resta lievemente ferito e viene arrestato.
Tentato omicidio è la prima delle accuse dalle quali si dovrà difendere in attesa che vengano definite possibili aggravanti legate al terrorismo.
Nella sua abitazione di Linz, gli investigatori rinvengono una bandiera dell’Isis. Non avendola di stoffa, l’uomo l’aveva disegnata sul muro.
Di certo le autorità saranno interessate a capire chi frequentava il suo appartamento così apertamente dedicato allo Stato islamico. L’attentatore, ha poi reso noto il ministro regionale degli Interni Michael Eblin, non era noto alla polizia della Renania-Palatinato quale estremista islamico. Da Monaco, intanto, sono giunti aggiornamenti sull’attentato di giovedì. Prima di essere freddato dalla polizia, il 18enne austriaco di origine bosniaca giunto a Monaco da Salisburgo con auto e fucile, aveva aperto il fuoco prima sul Centro di documentazione sui crimini del nazismo e poi sul consolato israeliano nella città bavarese. A inclusione di quelli esplosi contro la polizia, il ragazzo ha sparato nove colpi prima di essere ucciso.
La serie di attentati delle ultime settimane (Mannheim a maggio, Solingen il 23 agosto, Monaco di Baviera giovedì, Linz ieri) in Germania e in Austria (a inizio agosto tre concerti viennesi di Taylor Swif sono stati cancellati per il timore di un attentato) danno la misura del risveglio di tanti “lupi solitari” a lungo quiescenti e ora pronti a immolarsi mentre si avvicina il primo anniversario dell’attacco di Hamas contro Israele lo scorso 7 ottobre.
INQUIETI ALLE URNE
Né la reazione del governo ha riassicurato i tedeschi: subito dopo i fatti di Solingen (tre persone sgozzate in piazza), anziché prendere il toro del terrorismo islamico per le corna, il governo ha promesso misure più severe contro il porto di armi da taglio. Una misura che le opposizioni hanno bocciato come del tutto insufficiente. In questo clima, il partito sovranista Alternative für Deutschland (AfD) continua a correre nei sondaggi. Il prossimo 22 settembre andrà al voto il Land Brandeburgo: qua i socialdemocratici sono più forti che in Sassonia e in Turingia, dove AfD ha di recente vinto le elezioni, ma secondo una rilevazioni di voto di Rbb anche al Parlamento di Potsdam AfD si accinge ad arrivare prima con il 27 per cento.
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