Riprendiamo da LIBERO di oggi, 06/09/2024, a pag. 8, con il titolo "Spari a Monaco vicino al consolato israeliano. Ucciso l'attentatore: era un estremista islamico", la cronaca di Amedeo Ardenza
Ancora un attentato, ancora un attentatore islamico, ancora una volta in Germania, Erano le 9 di giovedì mattina a Monaco di Baviera quando fra Barer Straße e Karolinenplatz, appena un chilometro più a nord della centralissima Marienplatz, viene avvistata una persona che circola con un fucile a tracolla. L’uomo, un giovane, spara un colpo contro una postazione della polizia presente in strada: in una traversa di Barer Straße si trova il consolato generale d’Israele e la zona è ben sorvegliata. Le forze dell’ordine reagiscono. «Durante il contatto con la persona», scriverà poi su X la polizia di Monaco «c’è stato uno scontro a fuoco nel quale il sospettato è stato ferito a morte. Nessuna altra persona è rimasta ferita».
Scatta l’allarme e la sicurezza in tutta la zona viene intensificata. Il sospettato è poi identificato come Emrah I., un 18enne austriaco di origine bosniaca privo di residenza permanente in Germania. L’arma che trasportava, spiega ancora la Polizei München, aveva una baionetta innestata. Un’arma per sparare ma anche per accoltellare. Di norma, prima di indicare la matrice di un attentato, polizia e investigatori tedeschi ci vanno coi piedi di piombo, e tanto più cauti sono in un periodo elettorale come questo- si è votato domenica scorsa in due Länder orientali e il 22 di questo mese vanno alle urne gli elettori del Brandeburgo – in cui va forte AfD, il partito sovranista ostile a migranti e rifugiati (specialmente se musulmani o mediorientali). In questo caso però gli indizi puntano tutti nella stessa direzione. Così, scrive ancora la polizia, «anche in relazione alla vicinanza del consolato generale dello Stato di Israele, si presume che si sia trattato di un attacco terroristico; le indagini puntano adesso a capire il movente del sospettato».
A dare una mano interviene il quotidiano austriaco Kronen Zeitung, scrivendo che Emrah I. era una persona nota alle autorità del suo Paese come presunto islamista. E che era stato segnalato come violento a scuola.
Le indagini hanno poi indicato come il giovane fosse un avido consumatore di materiale propagandistico dell’Isis. Sul suo telefono è poi stato trovato un videogioco ispirato proprio allo Stato islamico. L’anno scorso Emrah I. era stato denunciato al tribunale di Salisburgo per la sua presunta appartenenza a una sigla terroristica.
Non era però mai stato condannato né considerato un soggetto ad alta pericolosità. Giovedì mattina presto il 18enne si è messo alla guida della sua auto a Salisburgo: è arrivato a Monaco, ha parcheggiato nei pressi di Karolinenplatz e qua ha imbracciato il fucile.
Le autorità israeliane hanno subito condannato l’incidente osservando per voce del console generale a Monaco, signora Talya Lador-Fresher, «che la sparatoria ci dimostra quanto sia pericolosa la crescita dell’antisemitismo».
Il consolato ieri però era chiuso perché il suo personale era impegnato nella commemorazione del 52esimo anniversario del Massacro di Monaco. Era il 5 settembre del 1972 quando un commando del gruppo terrorista palestinese Settembre Nero fece irruzione nel villaggio olimpico della capitale bavarese sequestrando, seviziando e uccidendo gli atleti israeliani. Con il successivo intervento delle teste di cuoio tedesche l’attacco finirà in un bagno di sangue: 11 sportivi, 5 terroristi e un poliziotto uccisi.
Per la sua missione di morte Emrah I. ha dunque scelto un obiettivo e un data che spiegano tutto: colpire gli ebrei, colpire Israele.
Il presidente dello Stato ebraico, Isaac Herzog, ha espresso «condanna e orrore» in una telefonata al presidente federale della Germania Fank-Walter Steinmeier. «Nel giorno in cui i nostri fratelli e le nostre sorelle a Monaco di Baviera erano pronti a commemorare i nostri coraggiosi atleti uccisi dai terroristi 52 anni fa, un terrorista alimentato dall’odio è venuto e ha cercato ancora una volta di uccidere persone innocenti», ha dichiarato Herzog. Per il governo tedesco ha parlato la ministra degli Interni Nancy Faeser che ha ringraziato la polizia di Monaco: «Sta facendo un buon lavoro: la protezione delle istituzioni ebraiche e di Israele», ha insistito, «ha la più alta priorità».
Anche il cancelliere Olaf Scholz è intervenuto: «Antisemitismo e islamismo non hanno posto da noi». Faeser promette sicurezza ma in Germania serpeggia un certo malessere. A maggio un poliziotto è stato ucciso da un afgano a Mannheim in un attacco con movente islamico mentre tre persone sono state uccise a Solingen lo scorso 23 agosto da un siriano forse vicino all’Isis. Ieri una sinagoga berlinese ha cancellato la proiezione di un film nel proprio giardino «per motivi di sicurezza».
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