6/6/02 4 giornali, una pagella
rassegna fra 4 giornali
Testata: Corriere della Sera
Data: 06/06/2002
Pagina: 1
Autore: Guido Olimpio
Titolo:
Abbiamo analizzato il modo in cui presentano ai loro lettori le notizie su Israele le seguenti testate del 6 giugno: Corriere della Sera, La Stampa, Repubblica e Repubblica.it, Il Sole 24 ore.

E' molto evidente il modo diverso, rispetto a pochi mesi fa, di trattare le notizie di attentati e ritorsioni. In prima pagina troviamo, giustamente, le strazianti fotografie della scena del massacro, non più delle rappresaglie; fa eccezione il solo Corriere della Sera, che non pubblica fotografie in prima pagina, ed affianca a pagina 2 la megafoto di un carro armato minacciosamente pronto ad aprire il fuoco ed a pagina 3 diverse foto più piccole dell' attentato di Megiddo.
Superata questa prima barriera dell'effetto che il quotidiano vuole creare, i titoli, seconda barriera importante della comunicazione, sono tutto sommato equivalenti, e sottolineano l' orrore di questo attentato, mettendolo in relazione con le ritorsioni solamente in un momento successivo.

Fa eccesioni Repubblica.it, il quotidiano on line che risponde a leggi diverse da quelle che regolano la carta stampata, e sconta le esigenze dell' immediatezza dell' informazione e del suo progressivo adattarsi alla cronologia degli avvenimenti; ma dare il posto d' onore al titolo "Ramallah assediata. Arafat: Israele fascista" ci sembra francamente uno spudorato eccesso. Ci auguriamo che nelle prossime ore altri titoli più equilibrati e sereni diano alle decisioni israeliane relative alla sicurezza dei cittadini un riscontro meno unilaterale.

Un' altra notazione che separa le testate in serie e faziose è quella che riguarda l' informazione su quanto avviene dietro le quinte. In particolare, solamente La Stampa fornisce dettagliate informazioni sulla convergenza delle varie organizzazioni terroristiche arabe sotto il cappello della protezione, dei finanziamenti e dell' assistenza logistica di Iran e Siria, e scrive esplicitamente che una delegazione ufficiale di alto livello politico dell' Autorità Palestinese ha partecipato al vertice di Teheran che pochi giorni or sono ha riunito attorno ad un tavolo Hamas, Jihad Islamica, Hezbollah, Fronte Popolare- Comando Generale.Un plauo particolare a Fiamma Nirenstein per la correttezza della sua informazione.

Corriere e Repubblica, invece, forniscono ampie informazioni sulla concreta minaccia di attentati sempre più catastrofici che allarma Israele, e sulle tecniche per rendere questi attentati sempre più devastanti, con vittime straziate e rese invalidi per il resto della loro vita.

Fuori dal coro, come al solito, troviamo Tramballi del Sole 24 Ore. Per lui, "ci sarebbe poco da obiettare se Arafat accusasse Sharon di essere responsabile degli attentati palestinesi contro Israele", perché Sharon controlla tutto quello che avviene nei territori occupati. Da qui alla follia di chi accusa gli ebrei di aver progettato gli attentati contro le Torri Gemelle il passo è piuttosto breve. Tramballi rincara la dose contraddicendosi in tre righe: l' operazione Scudo Protettivo ha diminuito il numero degli attentati, ma non migliora la sicurezza degli israeliani. Sicurezza che, evidentemente, non è collegata al numero ed alla gravità degli attentati (forse, per Tramballi, è legata al traffico caotico?). La conclusione è inevitabile: la "spirale" rimane quella di sempre, con "gli israeliani che si rifiutano di negoziare finché non cessano le violenze palestinesi", ed i palestinesi che "temono che senza violenze gli israeliani non sentiranno mai il bisogno di tornare al negoziato". Che Tramballi sia affetto dal morbo di Alzheimer, tanto da non ricordare Camp David, e la violenza scatenata da Arafat in risposta alla proposta israeliana di creare subito uno stato palestinese con Gerusalemme capitale sul 94-97% dei territori occupati?

A margine di questa analisi, vorremmo notare alcune altre dissonanze meno gravi, ma non meno significative. Sul Corriere, Olimpio definisce "punizioni" le azioni israeliane che hanno lo scopo di arrestare e fermare i terroristi che Arafat lascia circolare in libertà, ed afferma che "i responsabili della sicurezza (israeliana) alimentano gli incubi dei cittadini" avvertendoli del pericolo di altri attentati catastrofici, in parte scoperti e sventati nel recentissimo passato. Allora, secondo Olimpio, se gli israeliani hanno gli incubi la colpa è dei servizi di sicurezza? Infine, ci è dispiaciuta molto la rubrica affidata dal Corriere a Manuela Dviri Vitali Norsa. Nel contesto di queste terribili notizie, in maniera stonata se non di pessimo gusto afferma che il sostegno forte delle comunità ebraiche italiane allo stato d' Israele non le è gradito ("ne faccio volentieri a meno", scrive) perché di fatto "spinge Israele verso il baratro", sostenendo la politica del governo in maniera acritica. Se la prende, poi, con chi a suo parere avrebbe lasciati soli ("abbandonati al nostro destino") gli israeliani del dialogo. Chi scrive è da decenni un convinto sostenitore del dialogo, della pace, della sicurezza, della giustizia, ed anche della creazione di uno stato palestinese che voglia vivere al fianco, e non al posto, di Israele. Ma, come la grande maggioranza degli israeliani conferma nei sondaggi d' opinione, questi convincimenti profondi non possono essere disgiunti da un sostegno fermo allo stato d'Israele nel momento in cui esso si trova in pericolo, e con lo stato i suoi cittadini, Manuela Dviri Vitali Norsa inclusa. Le bombe non distinguono israeliani "buoni" e "cattivi", uccidono e basta.




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