10/6/02 Pagella Corriere: 5 articoli bocciati
5 articoli scorretti
Testata: Corriere della Sera
Data: 07/06/2002
Pagina: 1
Autore: Guido Olimpio e Mario Monicelli
Titolo: Arafat rilancia la sfida tra le macerie di casa - Yasser? Re dei bugiardi, batterebbe anche la macchina della verità - Il regista Mario Monicelli filma le devastazioni - Sharon vuole il via libera per poter espellere Yasser Arafat - Bush congela lo Stato
-6-2002
Arafat rilancia la sfida tra le macerie di casa
di Guido Olimpio

Rappresaglia israeliana a Ramallah. Il raís: «L’attacco prova che sono fascisti». Nella notte incursione a Betlemme
di Guido Olimpio

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - I tank israeliani si sono ritirati all’alba dal Mukata, il palazzo di Arafat a Ramallah, dopo una meticolosa

mi raccomando: non dimentichiamoci gli aggettivi!

opera di demolizione. Quello che non avevano spazzato via durante l’offensiva di aprile, lo hanno ridotto in briciole nella notte. Una prima punizione per il massacro di 17 israeliani sul bus a Megiddo.
Nel vocabolario del signor Olimpio non esiste la parola "difesa"?
L’ultimo avvertimento, suggeriscono gli osservatori, prima dell’espulsione. Seguito, nel pomeriggio di ieri, da un’incursione di blindati alla periferia di Ramallah con sparatorie e arresti di sospetti.

DESOLAZIONE - L’area della residenza è come se fosse stata sconvolta dal terremoto.
Forse dovremmo fare una colletta per pagare a Olimpio un viaggio in una VERA zona terremotata. Diversi edifici sono piegati su loro stessi, «segati» alle fondamenta dalle cariche di esplosivo piazzate dagli israeliani. L’appartamento del leader palestinese è rimasto danneggiato.
Tre righe fa ha detto che è stato "meticolosamente demolito", adesso che è stato danneggiato: Olimpio, si decida per piacere!
In quello che era il grande piazzale cumuli di terra e vetture schiacciate come sardine. Ai danni materiali si è aggiunta l’uccisione di due guardie del corpo.
Come al solito senza motivo, supponiamo.

SHOW - Uno show di potenza,
Olimpio! Stiamo parlando di centinaia di innocenti israeliani assassinati e fatti a pezzi! Un po' di serietà per favore!
sferrato nel cuore della notte, che ha come al solito galvanizzato Arafat. Ieri mattina, il presidente è riemerso da quello che non è più un palazzo, ma piuttosto un gruviera in cemento,
Che cosa ne direbbe di dedicarsi alla pittura impressionista? Avrebbe una carriera aperta, e sicuramente farebbe meno danni.
segnato dalle cannonate e dai colpi di mitragliatrice. E’ spuntata prima la keffiah bianco-nera, poi il leader attorniato dai suoi fedelissimi che quasi ne nascondevano la vista. Usando come pedana la piccola serie di gradini davanti all’ingresso Arafat ha incitato la folla venuta a vedere che cosa fosse accaduto. «Questo attacco è fascismo, nazismo. Nessuno può sconfiggere il popolo palestinese»,
Giusto per dimostrare quanto lui persegua la pace...
ha dichiarato usando termini che fanno innervosire gli israeliani.
Ma che razza di imbecilli: innervosirsi per un po' di terrorismo!
Poi ha alzato la mano facendo il segno di vittoria. Dal piazzale si sono alzati slogan di sostegno e il raís ha risposto mandando baci.
Ringraziamento per avergli fatto fuori un altro po' di ebrei?

CACCIATA - I giornalisti hanno chiesto al palestinese se temesse di essere mandato in esilio. «Espellere me? - ha reagito stringendo gli occhi come fa quando è di buon umore -. Io morirò qui». E si è messo a ridere in segno di sfida. Una sicurezza non condivisa da molti palestinesi per i quali la via dell’esilio non sarebbe tanto lontana. Il raís è allora rientrato nella residenza per mostrare gli effetti del bombardamento israeliano. A cominciare dalla suo appartamento. Ti aspetti che Abu Ammar, come lo chiamano i suoi, viva in un bunker. E invece sembra una casa qualsiasi. Ecco la camera con un grosso letto matrimoniale. Copriletto bianco, cuscini bianchi tradizionali e quelli alla francese. Sulla parte alta un sottile strato di polvere,
ma l'abitazione non era stata demolita?
dei calcinacci provocati da un razzo che ha centrato il muro che separa la stanza da letto dal bagno. Sul comodino un lume, scatole di medicine d’ogni tipo, le pillole per il mal di gola, un piatto con del riso avanzato,
ma sono proprio delle schiappe questi israeliani: una notte intera di bombardamenti e non sono neanche riusciti a rompere un piatto!?
una spazzola per i capelli - ma che ci farà visto che è calvo? - e un tocco familiare. La foto del raís con in braccio la figlia. Oggi la piccola Zahawa (6 anni e mezzo) vive con la mamma Suha a Parigi.
Con trecento milioni di dollari rubati al popolo palestinese.
La situazione nei Territori e dissidi hanno diviso gli Arafat. Su una parete c’era un lungo specchio: è andato in tanti pezzi. Tutto sottosopra nella sala da pranzo.

ACCUSA - «Questa è la mia stanza, qui dove mangio. Dovevo essere qui ieri notte, ma sono sceso perché avevo del lavoro da sbrigare», ha spiegato Arafat, sostenendo che gli israeliani volevano ucciderlo. Accusa respinta da Gerusalemme che ironizza: «Se avessimo voluto farlo non ci sarebbero stati problemi». E fonti israeliane rivelano che il premier Sharon avrebbe voluto una rappresaglia più dura, ma il ministro della Difesa Ben Eliezer si è opposto. Minacciando però nuove incursioni in quella che ormai è una strategia ben chiara. Israele non riconosce più alcun limite territoriale e si riserva il diritto di violare a piacimento le zone dell'Autonomia
ma che maleducati! Perché non prendono esempio dai palestinesi, che i limiti territoriali li rispettano così scrupolosamente?
per dare la caccia a miliziani e kamikaze.
E chissà perchè continuano a dare la caccia a dei poveri miliziani e a degli onesti kamikaze, invece di prendersela coi terroristi!

REAZIONE - Le operazioni militari non sembrano comunque intimorire gli estremisti. Piuttosto forniscono nuove emozioni e spinta a chi vuole seguire la lotta armata.
Non sarà che per caso siano le operazioni militari ad essere spinte dal terrorismo - che Olimpio preferisce nobilitare col nome di "lotta armata"?
La Jihad, confortata dai protettori iraniani,
si dice "confortata" adesso? Una volta si diceva "fomentata, finanziata, foraggiata" e simili. ha promesso altri attentati suicidi e agguati. Minacce trasformate in cruda realtà con l’uccisione di un colono. E l’esercito israeliano nella notte ha risposto con un’incursione dei tank a Betlemme.

DIPLOMAZIA - Europei e arabi si affannano per arrivare alla convocazione di una conferenza di pace. Gli americani oscillano come sempre. Alla notte esprimono sfiducia in Arafat. Il mattino dopo dicono che una sua espulsione avrebbe conseguenze negative. Al pomeriggio si dichiarano scettici sulle rappresaglie dell’alleato. Per poche ore fanno girare la voce di un piano che prevede il ritiro di Israele ai confini del 1967 e la rinuncia dei palestinesi al diritto al ritorno dei profughi. Tutto smentito.
Proprio come Olimpio: prima dice che il palazzo è stato demolito e ridotto in briciole, poi che è stato danneggiato, poi che c'è un po' di polvere sul letto. Tutto smentito.


7-6-2002
«Yasser? Re dei bugiardi, batterebbe anche la macchina della verità»

Lo sfogo dell’ex premier laburista Barak: «La sua è una cultura dove mentire non crea problemi. Con me ha fatto finta di non conoscere Barghouti» di Guido Olimpio

Questo articolo, pubblicato a fianco del precedente venerdì 7 giugno, dovrebbe rappresentare una sorta di bilanciamento: smaccatamente antiisraeliano l'altro, almeno un po' critico verso l'autorità palestinese questo. E inizia, infatti, elencando una serie di piccoli (piccoli!) vizi e manie di Arafat (la pennica pomeridiana - e guai a disturbarlo). Ma ben presto la sua vera passione riprende il sopravvento:

Peres] si è rivolto ad Ariel Sharon: «Ma perché vorresti privarti della migliore carta che hai?». Intendendo che Arafat alla fine fa il gioco di Israele.
E' infatti noto a tutti che Israele canta e balla di gioia ogni volta che gli fanno a pezzi un po' di figli.
Più tecnica l’osservazione del capo dello Shin Bet, Avi Ditcher: «Se lo cacciamo gli facciamo un favore, perché diventerà il miglior propagandista della causa palestinese». E un commentatore, toccando un nervo sensibile, ha disegnato uno scenario sgradito al premier. Una volta che ci siamo sbarazzati di Arafat, ha scritto, cadrà l’alibi che il raís è la fonte di tutti i mali e il governo dovrà accettare di aprire il negoziato.
Dove stava guardando Olimpio tutte le volte che Sharon si è dichiarato disposto ad accettare di aprire un negoziato? E tutte le volte che lo ha sollecitato in prima persona? E tutte le volte che sono nate polemiche a non finire perché Sharon mandava il proprio figlio a tentare negoziati segreti?
Un altro, invece, ha esortato Sharon a non avere paura. Nessuno piangerà, non accadrà nulla di irreparabile - è il succo del discorso - «solo un piccolo gruppo di stupidi cronici ha ancora fede in lui».
Giudizi tagliati con l’accetta che alimentano nell’opinione pubblica israeliana l’immagine di Arafat «mentitore e inaffidabile». Lo pensa l’uomo della strada, lo crede un uomo importante come l’ex premier Ehud Barak.
E chissà mai come si saranno fatti questa assurda idea che Arafat non sia onesto e affidabile!
L’esponente laburista, a quasi due anni dal fallimento di Camp David, non ha ancora smaltito la rabbia.
Le dirò una cosa in un orecchio, Olimpio, ma mi raccomando, non lo dica a nessuno: quel fallimento è costato a Israele centinaia di morti, migliaia di invalidi permanenti, il crollo dell'economia, una disoccupazione alle stelle e infinite distruzioni.
In un’intervista concessa allo scrittore israeliano Benny Morris, un liberal diventato a sorpresa conservatore,
a sorpresa? Davvero Olimpio non ne ha capito il perché?
Barak ha fornito il suo ritratto dell’avversario. La scena si svolge a Parigi, nelle prime settimane dell’Intifada. Nella capitale francese è in corso il summit tra Arafat, Barak e il segretario di Stato Usa Madeleine Albright. «Dico ad Arafat che deve smetterla con la violenza - ricorda l’ex premier -. Gli chiedo di chiamare Barghouti (il leader dell’Intifada, ndr.) e passare l’ordine. Lui risponde: "Chi è Barghouti? Chi? Farò arrestare diversi capi estremisti". No, ribatto, devi parlare con Barghouti, è lui che deve fermare i tanzim, gli attivisti». Arafat continua a far finta di non capire mentre uomini del suo entourage trattengono a stento una risata. Il colloquio si fa aspro. Gli americani mediano. Ala fine, il raís si «ricorda» chi è Barghouti: «Ve bene, lo chiamo», promette. Promessa rimasta vana. Barghouti verrà arrestato solo qualche settimana fa dagli israeliani durante l’occupazione di Ramallah.
Nell’intervista, pubblicata dal Guardian, Barak, sorvolando sulle tante responsabilità israeliane, si è soffermato a lungo sulle «bugie dei palestinesi».
E questa sì che è scorrettezza! Come se non fossero gli israeliani la causa di tutto! E naturalmente le bugie vanno messe fra virgolette: mica le dicono davvero, è solo Barak a sostenerlo!
«Sono il prodotto di una cultura dove dire una frottola non crea problemi. Non hanno le stesse remore della cultura giudaico-cristiana», ha spiegato scivolando in discorsi che rasentano il razzismo.
Ma certo! Che cos'altro, se non il razzismo, potrebbe indurre qualcuno a immaginarsi che da quelle parti la verità non sia un valore primario? E poi vuoi mettere il gusto di dare del razzista a un ebreo?
«La verità è vista come una categoria irrilevante. C’è quella che serve ai propri interessi e quella che non serve», ha aggiunto, citando il parere di un alto dirigente dell’Fbi per il quale esistono aree del mondo dove «la macchina della verità non funziona». Barak, dando sfogo a tutto il suo livore,
davvero Olimpio non si smentisce mai!
ha espresso una raffica di giudizi su Arafat. Hanno un valore positivo ma finiscono per essere degli insulti: «E’ un grande attore, sgusciante, acuto».
Ma che vergogna: insultare una persona così per bene!
Una litania che Sharon ha allungato con «bugiardo, assassino, irrilevante». I diplomatici americani sono certi che, in caso di un nuovo attentato devastante, Arafat dovrà fare la valigia. Ma Israele ha bisogno dell’avallo di Washington dove l’amministrazione è divisa, proprio come a Gerusalemme, tra chi lo considera un ostacolo e chi lo ritiene il male minore. Anche per questo Sharon ha chiesto di vedere Bush alla Casa Bianca. Lunedì porterà gli album con le foto degli attentati, i dossier dell’intelligence e gli argomenti fornitigli dal suo miglior alleato. Yasser Arafat.
E si conclude con un tocco di cinismo puro.

7-6-2002
Il regista Mario Monicelli filma le devastazioni

«Le distruzioni sono tremende. Sono molto colpito dal livello di devastazione dell'ufficio di Yasser Arafat, dove ero stato solo poche ore prima». Il regista italiano Mario Monicelli è stato testimone dell'attacco israeliano a Ramallah (Cisgiordania). «Sono stato svegliato in albergo dalle cannonate e dai mitragliamenti, che sono proseguiti per tutta la notte», ha raccontato Monicelli che - con altri registi del gruppo di 12 cineasti italiani impegnati a realizzare un film-documentario sulla vita quotidiana nei Territori e in Israele - aveva incontrato mercoledì mattina Arafat nel suo ufficio. «Spero che l'occupante e l'occupato riescano a trovare un accordo per porre fine al conflitto, ma ho capito che Arafat è un uomo solo. Un uomo che non solo non gode del pieno appoggio degli Stati Uniti, ma neppure di quello del mondo arabo», ha proseguito Monicelli.

Non una parola per le centinaia di morti innocenti israeliani, non una parola per i bambini assassinati a sangue freddo, non una parola per la repressione dittatoriale che Arafat impone ai palestinesi, non una parola sulla scelta della leadership palestinese per la guerra invece dello stato e la pace, niente: solo le devastazioni subite da Arafat e dai "suoi" palestinesi, ha visto Monicelli! Un grido di dolore per le cannonate "durate tutta la notte" e non una parola per una guerra intesa alla distruzione di Israele che dura da oltre mezzo secolo.
Che triste finale di carriera.

-6-2002
Sharon vuole il via libera per poter espellere Yasser Arafat

Palestina, un nuovo piano sul tavolo di George Bush

Mubarak chiede il ritiro di Israele nei confini del ’67
di Guido Olimpio

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - Con grande cautela, nel timore di bruciarsi con due clienti difficili quali israeliani e palestinesi, George Bush si prepara a rilanciare il negoziato. Il presidente americano pronuncerà un discorso tra qualche giorno. Prima ascolterà, in questo fine settimana, il numero uno egiziano Hosni Mubarak giunto negli Usa con un suo piano che prevede uno Stato palestinese nel 2003 e il ritiro israeliano ai confini del 1967. Lunedì toccherà ad Ariel Sharon che si è fatto invitare in America temendo che la diplomazia riservasse soluzioni sgradite. Il premier insisterà con la sua precondizione: nessuna trattativa finché c’è Arafat al potere. E cercherà di strappare la luce verde statunitense all’espulsione del raís. Quanto allo Stato palestinese Sharon ha la sua idea: una riserva indiana, circondata da muri e reticolati.

La solita libera interpretazione di Olimpio, spacciata per informazione.

Gli americani, che non perdono occasione per sottolineare il loro disappunto nei confronti di Arafat,
perché? Cosa ha fatto quel povero ragazzo?
vogliono ritentare la difficile carta negoziale. Gli Stati Uniti pensano a una conferenza internazionale, probabilmente in Turchia, in luglio, e a una tabella di marcia per la trattativa. Bush potrebbe elaborare un piano diverso da quello messo a punto dal segretario di Stato Colin Powell che prevede smantellamento delle colonie, ritiro israeliano ai confini del 1967, rinuncia palestinese al diritto al ritorno dei profughi.
Ma tutto è ancora vago per le diverse valutazioni espresse all’interno dell’amministrazione. Un’ala del governo spinge infatti per un coinvolgimento deciso, un’altra preferisce un approccio prudente.
Divisioni che danno al premier Sharon la possibilità di manovrare.
"Manovrare" è termine che si usa generalmente per riferirsi a giochi sporchi. Ma certo, anche l'autodifesa, quando si è ebrei, diventa un gioco sporco.
Dando l’assoluta priorità all’elemento della sicurezza
come se la sicurezza fosse davvero una cosa importante: che assurdità!
e all’eliminazione di Arafat.
Dica, Olimpio, quante occasioni avrebbe avuto Sharon per eliminare Arafat da vent'anni a questa parte? E come mai Arafat è ancora vivo?
Sul negoziato il capo del governo vuole solo guadagnare tempo, per evitare di affrontare il nodo cruciale delle colonie.
Ancora una volta: opinione personale spacciata per informazione.
Gli insediamenti in terra palestinese vengono ampliati, proseguendo una linea approvata anche dai passati governi di sinistra. La stampa ha ricordato un dato illuminante: alla fine del 93, con l’inizio del processo di pace, i coloni erano 100 mila; alla fine del 2000 erano passati a 190 mila.
Cioè sono aumentati all'incirca della stessa misura in cui sono aumentati i palestinesi in territorio israeliano, mentre i palestinesi nei territori sono aumentati circa cinque volte tanto (ma perché mai ci immigreranno dagli altri stati arabi, ci chiediamo, se sotto lo spietato tallone di ferro dell'infame occupante sionista si sta così maledettamente male?): nessuno lo ha ancora detto a Olimpio?
Sharon li ha sempre difesi. Una buona fetta della sua maggioranza
quanta "fetta"? Così non è un'inormazione.
sogna di estenderli, qualsiasi rinuncia vorrebbe dire un tradimento. Ma - obiettano i diplomatici (compresi quelli Usa) - senza la fine delle colonie non vi sarà margine per la trattativa. Il sondaggio del venerdì ha rivelato che per il 52% degli israeliani una parte degli insediamenti sono sacrificabili in caso di un ritiro dalla Cisgiordania accompagnato dalla creazione del famoso muro.
Lo stesso sondaggio fornisce poi valutazioni interessanti sull’operato del governo. I suoi cittadini considerano Sharon un mezzo fallimento su sicurezza, diplomazia, economia, sociale. Eppure il 59 per cento si dice soddisfatto di averlo come leader. Perché? Semplice, gli israeliani lo vedono come la guardia del corpo dello Stato, che sa trattare - con il bastone nodoso - i palestinesi.
I terroristi, Olimpio! Ma lei come mai confonde sempre i terroristi coi palestinesi in generale? Intende forse suggerire che siano la stessa cosa?
Ieri ha rispedito i carri armati a Jenin, considerata la capitale dei kamikaze.
"Considerata"? E come mai? Eccesso di fantasia? Fumi dell'alcool? Vaneggiamenti senili? Visto che lei è lì e che conosce i più reconditi pensieri del premier, non sarebbe così gentile da dirci come mai Sharon si è fatto l'idea che Jenin sia la capitale dei terroristi che lei chiama bonariamente kamikaze?


9-6-2002
Bush congela lo Stato palestinese

«Prematuro fissare date: Arafat ci ha deluso». Domani Sharon alla Casa Bianca
di Guido Olimpio


La prima parte dell'articolo, dedicata all'incontro fra Bush e Mubarak, è sobria e neutrale. La seconda parte si occupa invece del prossimo incontro fra Bush e Sharon, e tutto l'odio di Olimpio nei confronti di quest'ultimo vi esplode incontrollato.


L’ospite [Sharon] arriva negli Usa con due obiettivi: ottenere l’avvallo all’espulsione di Arafat e ribadire la propria opposizione a qualsiasi piano che preveda il ritiro di Israele ai confini del 1967.
Infinite volte è stato ripetuto: di ritiro non si parla FINCHE' NON CESSERA' IL TERRORISMO, ma Olimpio preferisce non darsene per inteso e far finta che si tratti di un rifiuto assoluto.
Un cuneo pericoloso in qualsiasi ipotesi negoziale.
Mentre il terrorismo, invece, non è che un trascurabile dettaglio.
Per Sharon non c’è infatti alcuna possibilità di trattare con i palestinesi fintanto che Arafat sarà al potere.
Invece per Olimpio, sembra di capire, accordarsi col capo dei terroristi per fornirgli su un piatto d'argento la cancellazione di Israele sarebbe l'ideale.
Il premier sogna di avere davanti una leadership mansueta che si accontenti di uno Stato sul 50% del territorio.
Diavolo di un uomo: perfino quello che Sharon sogna riesce a sapere!
Con queste premesse sarà difficile creare le condizioni per una tregua.
E il terrorismo, ancora una volta, per Olimpio non svolge alcun ruolo nella situazione mediorientale.
Senza un’agenda o scadenze i palestinesi temono una trattativa ad oltranza che non porta da nessuna parte.
E quando agenda e scadenze ci sono stati, dove hanno portato?
Considerazioni che possono spaventare l'uomo della strada ma non Sharon e Arafat, a loro agio quando c'è battaglia.
Giusto per non rischiare di smentirsi, Olimpio mette sullo stesso piano il terrorista che ha depredato il popolo palestinese di miliardi di dollari per finanziare il terrorismo che gli permette di restare in sella, l'uomo che ha mandato i suoi "militanti" ad assassinare ebrei in giro per mezzo mondo, e lo statista che sta disperatamente tentando di salvare il suo Paese dalla distruzione: nessuna differenza!
E che favoriscono la strategia del terrore.
Non è chiaro: quel è il soggetto di "favoriscono"? Certo non le considerazioni (non avrebbe senso), e neanche le premesse (troppo lontano); quindi l'unico soggetto logico sembra essere "Arafat e Sharon". E se la nostra ipotesi è corretta, riteniamo che Olimpio sia passibile di denuncia per diffamazione e calunnia a mezzo stampa.
Nella notte tra venerdì e sabato tre coloni - tra cui una donna incinta - sono stati assassinati vicino a Hebron. Ucciso uno degli assalitori. A Gaza tre estremisti palestinesi sono invece rimasti dilaniati dalla bomba che maneggiavano nei pressi dell’insediamento di Dugit. Un quarto assalitore è stato fermato dal fuoco dei soldati mentre cercava di infiltrarsi dal mare. Un commando palestinese ha attaccato una postazione militare nei pressi della colonia di Yitzhar, a sud di Nablus, la notte scorsa: quattro soldati sono stati feriti, due in modo grave, mentre un assalitore è stato ucciso.
A questi fatti altri giornali hanno dedicato un intero articolo; per Olimpio otto righe e mezzo sono sufficienti.
Secondo fonti ospedaliere palestinesi, nella striscia di Gaza cinque palestinesi sono stati feriti da colpi sparati da elicotteri.
Si noti l'uso dell'indicativo per la notizia - non confermata - di fonte palestinese.
Gli israeliani si attendono per i prossimi giorni nuovi attacchi contro le colonie - 157 località con 200 mila abitanti - considerate il simbolo dell’occupazione. E sono altrettanto possibili le operazioni kamikaze. In particolare da parte della Jihad islamica, che viene pilotata da Teheran e da Damasco, due capitali contrarie a qualsiasi conferenza negoziale. Fonti arabe hanno rivelato che il regime khomeinista avrebbe deciso di aumentare del 70% i finanziamenti al movimento.
E l'ostacolo alla pace sarebbe Sharon!




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