3 Lettere: Hamas vuole dividere Israele
Lettera 1
Cara Deborah,
i parenti degli ostaggi di Hamas sono disperati. Come non capirli? Soffrono per l'orribile condizione dei propri cari. Soffrono da morire. Sono sotto il ricatto di assatanati assassini, che minacciano di uccidere i propri genitori, fratelli e sorelle, figli. Chi mai oserebbe condannarli? Ma compatirli si può, e si deve. Si ha la certezza della vacuità di qualunque arrendevolezza. Per contro, c'è invece una sia pur minima speranza di salvare gli ostaggi, non dando scampo ad Hamas. Il sospirato (da alcuni) "patto del diavolo" con Hamas si ritorcerebbe purtroppo contro la legittima e prioritaria istanza del popolo israeliano di assicurare la propria futura sopravvivenza.
Shalom
Angelo Costanzo
Caro Angelo,
Nessun patto è possibile con i terroristi. USA, EU, e ONU lo sperano e per questo ci mettono sempre i bastoni tra le ruote ma fortunatamente Netanyahu para i colpi e tiene duro. Tutto noi, in Israele, piangiamo insieme alle famiglie dei rapiti e preghiamo che tornino a casa. Adesso! Questo è il grido che si alza dalle manifestazioni a Gerusalemme e in tutta Israele e dalla Piazza degli Ostaggi a Tel Aviv. Noi possiamo solo sperare che i nostri soldati li trovino. E dobbiamo sperare e volere che anche i nostri giovani di Zahal restino vivi. Troppi sono stati già uccisi.
Un caro shalom
Deborah Fait
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Lettera 2
Cara Deborah,
Come è possibile che tanti israeliani non capiscano che cedere alle condizioni che pone Hamas è dire al terrorismo di farlo ancora e ancora ancora? Di prendere altri ostaggi. Impunemente per la comunità internazionale irrimedabilmente antisemita. Non è bastato aver liberato anche Sinwar (tra gli altri) in condizioni simili? Io posso comprendere il dolore dei familiari e amici degli ostaggi ma non capisco la cecità di fronte a una prospettiva così evidente. Se potessi gli griderei CRETINI. Devo pensare che molti ebrei che ora stanno al sicuro in Israele, in una patria loro, per secoli agognata dai loro avi cacciati da ogni luogo nel mondo, diano per scontata questa condizione; mentre per tutti i loro nemici questo fatto non è per nulla scontato.
Luigi Iacono
Caro Luigi,
Non sono cretini, sono disperati. Provi a immaginare di avere un figlio, una figlia, dei nipoti prigionieri sottoterra, incatenati e torturati, pestati da demoni senza coscienza e senza umanità. Il governo non cederà, almeno lo spero, nonostante le insistenze dei governi occidentali che, come lei scrive, sono per la maggior parte antisemiti. Io che vivo, come tutti gli israeliani, questa tragedia in prima persona, ho solo tanto dolore e pietà nel cuore.
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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Lettera 3
Carissima Deborah,
oltre al dolore per gli ostaggi brutalmente trucidati dai mostri di Hamas, provo una rabbia immensa verso la quasi totalità degli organi di informazione i quali, nel dare la notizia di questo ennesimo massacro di ebrei, focalizzano l'attenzione solo sulla reazione (legittima) dei parenti dei deportati. Chi non scenderebbe al più scellerato patto col diavolo (e Hamas è il diavolo) pur di avere indietro i propri cari? Quale genitore, fratello, sorella, nipote, nonno, compagno non si strapperebbe il cuore dal petto pur di riabbracciare i propri amati? È comprensibile che la rabbia delle persone si rivolga verso il governo. In questo noi italiani siamo maestri : sempre pronti a incolpare i politici per qualsiasi cosa, a volte a ragione e talvolta a torto. È comunque tipico nelle democrazie e come tale, succede in Israele. Ma per gli organi di informazione non è così : la narrazione vuole che l'unico responsabile di questo eccidio sia il solito Netanyahu e non, come è veramente, i satanassi di Hamas. Il messaggio subliminale dei media è questo: il cattivo della storia è il primo ministro, pure il suo popolo lo contesta. In genere, quando la popolazione scende in piazza per protestare lo fa perché non è d'accordo con chi la governa. Evidentemente, l'assoluta mancanza di proteste da parte palestinese significa che il popolo è d'accordo con chi li governa: il demonio.
Con sincera stima,
Sandra Biglino
Cara Sandra,
Cosa aggiungere alle sue parole piene di sentimento e di pietas per il nostro popolo tanto tragicamente provato? Niente! Lei dimostra di avere una sensibilità rara, in questo periodo di feroce odio antisemita, nei confronti di Israele e del suo popolo . Oggi ho seguito le manifestazioni, si respirava solo tanto dolore. Lo stesso dolore e lacrime ai funerali dei nostri sei ragazzi e ragazze morti. La ringrazio con tutto il cuore e le mando un affettuoso shalom.
Deborah Fait