Riprendiamo da LIBERO di oggi 01/09/2024, a pag. 10, con il titolo "L’attivista Lgbt parla bene di Meloni e la sinistra la lincia: Una traditrice", la cronaca di Andrea Muzzolon.
Andrea Muzzolon
Compagni, mai, e dico mai, elogiare Giorgia Meloni. Pena la scomunica, con annessa valanga di insulti sui social. Una lezione che tanti nel mondo progressista stanno imparando sulla propria pelle e sui propri profili, presi d’assalto dalle truppe cammellate della sinistra più estremista.
L’ultima, in ordine di tempo, a essere entrata nel mirino è Cathy La Torre, avvocato e attivista per i diritti civili che sui social vanta un seguito da quasi un milione di follower.
Intervistata dal Foglio, Avvocathy (così si chiama il suo profilo su Instagram, ndr) ha pronunciato frasi pesantissime, arrivando addirittura a dire che «Meloni dà una pista a tutti» e «ormai è un modello per tante donne. Anche giovanissime: lo percepisco nelle scuole, la generazione Alpha si rivede in lei». Dall’altro lato, il suo, buio pesto: «La sinistra insegue su tutto e a fatica. Figurarsi sulla leadership». Inaccettabile. Così come non va giù il ritratto di una Elly Schlein che, per quanto europeista, progressista, bisessuale, si sta dimostrando una leader con poco coraggio, incapace di sparigliare le carte del campo largo, mentre «Meloni a destra l’ha avuto, in barba a tutti».
Morale: «Giorgia fa un altro campionato. Gioca e vince da sola. È insomma l’esempio perfetto di quello che nel nostro paese non riesce a fare nessun altro».
Apriti cielo. Il Domani, ormai avvezzo a tenere nota di quanti osano avere anche solo una buona parola per il governo, potrebbe tranquillamente inserirla nell’elenco dei “collaborazionisti”. Lei, ex militante comunista e di Sel, ora “piegata” ad elogiare Giorgia. Un fatto che non va proprio giù e così gli odiatori si scatenano. «Meno male che pensa di essere di sinistra» è il commento più pacato, seguito da ben più pesanti «levateje er vino» e «Cathy La Torre ci ha messo pochissimo a crollare sotto al potere di una fascistella omofoba».
A diventare virale è stata poi un’immagine condivisa dal Foglio in cui compare la foto dell’attivista- casualmente con indosso una maglietta con il volto di Michela Murgia- e alcune sue parole tratte dall’intervista. Il tenore dei commenti è questo: «Con la maglietta di Michela Murgia che starà vomitando nella tomba». Oppure: «Michela, ma che amici avevi?».
Una valanga di insulti che ha costretto i grafici del Foglio a sostituire la foto della La Torre con una in cui non indossa la maglietta della Murgia.
A metterci il carico da novanta è stata poi Selvaggia Lucarelli che sul suo sito ha commentato l’intervista di Avvocathy. «Lunare» l’ha definita la giornalista. Inaccettabile che non ci sia neppure una critica alla Meloni, «leader di un partito non esattamente amico degli omosessuali, cultore del ruolo della donna madre, dell’indissolubilità del matrimonio, contrario al DDL Zan e, come nota di colore, casa di gente che ha il busto del duce in salotto». Soliti magri argomenti, insomma.
«Ci fosse uno o una che ha letto l’intervista» ha provato a difendersi l’avvocato. «Ho espresso una riflessione articolata in un lungo pezzo di Gottardo. Invece di invocare Michela a sproposito (come se le foto e titoli li scegliessi io) avreste potuto leggere l’articolo e aprire un dibattito sulle questioni che pongo». Parole al vento, purtroppo. La caccia alla traditrice non si è fermata.
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