Riprendiamo da LIBERO di oggi, 01/09/2024, a pag. 15, con il titolo "I palestinesi sparano e Israele li vaccina ", la cronaca di Amedeo Ardenza
Una donna con il pancione, seduta fra le macerie di un tunnel. Dal sottofondo arriva il pianto di un neonato. Sono parti del video fatto circolare sul canale israeliano N12 dal Forum dei famigliari degli ostaggi con uno scopo ben preciso: denunciare come le donne rapite lo scorso 7 ottobre siano state stuprate dai terroristi di Hamas e abbiamo concepito dei figli. Un video-shock del quale l’Autorità israeliana per la radiotelevisione ha approvato la diffusione solo parziale, racconta il Jerusalem Post. Il video è intitolato «Sono passati più di 9 mesi».
PRATICHE TRIBALI
La denuncia dei famigliari dei rapiti non deve sorprendere: la violenza sessuale è stata parte integrante del pogrom del 7 ottobre 2023. Lo provano le testimonianze dei sopravvissuti, le autopsie sui corpi, le immagini delle donne sanguinanti portate con la forza a Gaza fino alle stesse ammissioni da parte di alcuni terroristi di Hamas catturati da Israele: «Mio padre uccise una donna dopo che noi finimmo di violentarla», ha ammesso lo scorso maggio il 18enneAbdallah Radi, parlando del padre, il 47enne, Jamal Ahmad Radi.
Se il mondo ha fatto finta di non vedere e anche il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha impiegato mesi per ammettere che lo stupro è stato parte integrante dell’attacco del 7 ottobre, gli israeliani lo hanno sempre saputo: il Forum usa questo messaggio per esercitare nuove pressioni sul governo di Benjamin Netanyahu affinché concordi una tregua a qualunque condizione con Hamas per il rilascio dei propri cari.
La questione della loro liberazione spacca il Paese e le coscienze: da un lato Israele ha sempre garantito ai propri cittadini di riportarli a casa qualora siano rapiti dai terroristi.
Lo Stato ebraico ha pagato con la liberazione di molti terroristi lo stesso ritorno delle salme di qualche militare morto all’estero. Esemplare fu poi il caso di Gilad Shalit, il giovane soldato catturato da Hamas nel giugno del 2006: per la sua liberazione a ottobre 2011, Israele rimise in circolazione 1.027 detenuti, fra i quali alcuni pluricondannati come Yahya Sinwar, poi diventato la mente del pogrom del 7 ottobre. Venerdì, durante una riunione di gabinetto, Netanyahu avrebbe discusso animatamente con alcuni ministri osservando che il controllo del confine fra Gaza e l’Egitto è prioritario per la sicurezza dello stato rispetto alla liberazione dei rapiti. Parole che gli hanno guadagnato gli insulti dei famigliari degli ostaggi: «Bibi non è Mr. Sicurezza ma Mr. Morte».
La sicurezza resta tuttavia una sfida: venerdì sera nella zona di Gush Etzion in Cisgiordania le Israeli Defense Forces (Idf) hanno sventato due diversi attacchi condotti con autobomba. Negli attentati tre israeliani sono rimasti feriti ma due terroristi, poi identificati come provenienti da Hebron, sono stati eliminati prima che potessero concludere le loro azioni. Uno di loro stava scappando dalla vettura che aveva appena preso fuoco a una stazione di servizio. L’altro terrorista è stato ucciso dopo essersi riuscito a infiltrare nell'insediamento di Karmei Zur: anche qui l’auto sulla quale viaggiava è esplosa.
Ore dopo le Idf hanno circondato Hebron (nel sud della West Bank), condotto sei arresti ed eliminato un laboratorio per la preparazione di bombe. Senza rivendicarli, Hamas ha elogiato i due attacchi definendoli «un messaggio chiaro che la resistenza rimarrà impressionante, prolungata e sostenuta finché l'aggressione brutale dell'occupazione e gli attacchi alla nostra gente e alla nostra terra continueranno». «Congratulazioni per l’attacco coordinato» sono arrivate anche dalla Jihad islamica. Il timore degli analisti israeliani è che dalla Samaria (a nord di Gerusalemme) già pesantemente inflitrata da Hamas e dal Jihad islamico palestinese (Pij), il terrore si diffonda anche in Giudea, nel sud della Cisgiordania. A oggi, spiega Ynet, la zona di Hebron è rimasta più calma sia per il maggior controllo dell’Autorità palestinese sia perché in questa zona il contrabbando di armi è logisticamente più difficile rispetto ai distretti del nord dove le armi affluiscono attraverso la valle del Giordano.
CAMPAGNA ANTIPOLIO
Sabato le Idf hanno replicato rendendo noto di aver ucciso il comandante della brigata centrale di Gaza della Jihad islamica palestinese, Muhammad Qatrawi giovedì in un attacco aereo nella Striscia.
A Gaza intanto Israele ha dato luce verde a una campagna di vaccinazione contro la poliomielite. La campagna, informa Al Jazeera, inizia oggi, ma ieri sono già stati somministrati una decina di vaccini presso l’Ospedale Nasser. La campagna vaccinale nell’area centrale di Gaza durerà quattro giorni e riguarderà i bambini con meno di dieci anni. Per i quattro giorni successivi i vaccini saranno distributi a Khan Yunis, e poi ancora nel nord dell’enclave. Le vaccinazioni si terranno nelle scuole dell’Unrwa che sono state trasformate in centri di evacuazione e nelle scuole pubbliche rimaste intatte.
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