Riprendiamo il commento originale di Giulio Meotti, tratto dalla sua newsletter, dal titolo: “Multiculturalismo? Se continua così ci integreremo noi nella loro cultura”.
Giulio Meotti
Sembra davvero che il Belgio voglia convincere di essere soltanto un’invenzione letteraria di Agatha Christie per dare una patria a Hercule Poirot.
“Lezioni obbligatorie di arabo per gli studenti”.
Tutti gli studenti dovranno imparare la lingua araba all'Heilige-Drievuldigheidscollege nella città di Lovanio. Servirà a “stimolare intellettualmente” gli studenti. E secondo il preside, a dimostrare che la scuola è “aperta a tutti”.
“Presto un Califfato belga”, commenta la coraggiosa Fadila Maaroufi. “Ora faciliteranno le conversioni del popolo fiammingo”.
Un aspetto interessante della vicenda, scrive La Libre, è che la scuola è cattolica e fu fondata dai monaci Giuseppini nel 1843.
Ma Lovanio ora ha un sindaco islamico: Mohamed Ridouani. E persino le scuole cattoliche hanno presidi islamici.
Siamo dentro il grande “trauma della diversità” di cui parla Eric Gujer in un lungo articolo su Solingen.
E pensiamo che non ci riguardi?
Nei giorni scorsi è arrivata la “cattedra di arabo” anche al liceo Galilei di Milano. E il liceo di Pioltello ha confermato: “Ramadan per tutti anche nel 2025”.
Il grande cambiamento demografico e culturale in corso lo si vede nelle scuole meglio che altrove.
“E se guardiamo a ciò che sta accadendo in Belgio c’è motivo di temere l’emergere di un emirato nel cuore di un’Europa contrita, accecata dal senso di colpa e dalla codardia”, ha appena spiegato lo scrittore algerino Kamel Daoud.
“Un corso di religione islamica nelle scuole cattoliche” (La Libre). “Bruxelles: il 41 per cento degli studenti sono musulmani” (Cath). “Ramadan a partire dagli otto anni nelle scuole” (Le Vif).
In Belgio anche in tante scuole cattoliche il 90 per cento degli studenti sono musulmani. Nelle scuole cattoliche delle Fiandre più spazio all’Islam non solo nei testi scolastici, ma anche nelle sale di preghiera e corsi ad hoc di Corano.
Questo è il volto di una società completamente conquistata ed è soltanto questione di tempo prima che ci arrivino tutti gli altri paesi europei senza un cambio radicale di rotta.
Era iniziata con i calendari scolastici del Belgio scristianizzati: la festa di Ognissanti è diventata “di autunno”, le vacanze di Natale “d’inverno” e di Pasqua “di primavera”.
D’altronde, in un saggio per La Règle du jeu, tre leader della comunità ebraica belga (Benjamin Beeckmans, Joël Kotek e Yves Oschinsky) scrivono: “A Bruxelles, la capitale europea più inclusiva del mondo, l’Islam supera già il Cattolicesimo”. Nel frattempo sono scomparsi gli studenti ebrei dalle scuole.
Non solo la più grande scuola ebraica di Anderlecht, intitolata al grande pensatore medievale Maimonide, ha chiuso per gli attacchi antisemiti e la mancanza di studenti. Quando in una scuola di Bruxelles Sarah non si è più presentata, non ci sono state manifestazioni o petizioni per conoscere i motivi della sua assenza. Era l’ultima allieva ebrea dell’Atheneum Emile Bockstael. La scuola pubblica belga non può più garantire “la convivenza” tra le sue mura. L’Atheneum Emile Bockstael oggi è jüdenfrei, non ci sono più alunni ebrei.
“Oggi, nella capitale d’Europa, gli ebrei nascondono la stella di David, escono senza copricapo e cambiano il loro nome sulle applicazioni Uber affinché il fattorino non sputi nel loro piatto”, rivela a Le Point in edicola Joël Rubinfeld, presidente della Lega belga contro l'antisemitismo. “Siamo il canarino nella miniera”.
Ad Anversa, le donne nei giorni scorsi in fila davanti a un negozio di “moda pudica”. Kabul è vicina.
Ma tutto va bene. L’ex ministro ecologista belga Alain Maron in un’intervista surrealista degna di un quadro del belga Magritte ha detto che “l’Islam è per l’uguaglianza tra uomini e donne”.
Intanto i teatri di Bruxelles diventano “Ramadan friendly”. Cos’è un “teatro Ramadan friendly”? Forse uno dove si mette al bando un adattamento di Aristofane perché “offensivo per l’Islam”? Sarà per questo che sei senatori belgi (tre dei quali musulmani) hanno presentato al Parlamento federale una legge che renderebbe l'"islamofobia" un crimine punibile con multe e reclusione?
“Integrazione e inclusione”, le due parole magiche. E scorrono fiumi di soldi dai paesi arabi verso le tasche economicamente avide e culturalmente vuote degli occidentali. I musulmani, visti i tempi, hanno capito perfettamente come introdurre la sharia in Europa. All’inizio lentamente, ora molto rapidamente.
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