Israele critica Unifil: inutile
Cronaca di Giovanni Longoni
Testata: Libero
Data: 30/08/2024
Pagina: 12
Autore: Giovanni Longoni
Titolo: Unifil non cambia le regole d'ingaggio

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/08/2024, a pag. 12, con il titolo "Unifil non cambia le regole d'ingaggio", commento di Giovanni Longoni.

Giovanni Longoni.
Giovanni Longoni

Unifil 2, la forza di interposizione dei caschi blu nel sud del Libano, non cambia neppure le regole di ingaggio, nemmeno a guerra in corso. Israele, giustamente, la ritiene una forza inutile che non può garantire la pace.

L’Onu prolunga la missione dei caschi blu in Libano, quella Unifil contestata da Israele perché inefficace contro Hezbollah. La presenza del contingente internazionale risale addirittura al 1978 e dal 2006 in particolare ha compiti di interposizione fra i belligeranti (il gruppo terrorista sciita e lo Stato ebraico) e deve portare a termine il disarmo di tutte le milizie inclusa Hezbollah.
Come siano andate le cose lo racconta la cronaca di questi mesi, con Nasrallah e i suoi miliziani armati fino ai denti, dotati di un arsenale missilistico al livello delle maggiori potenze della regione e trincerati in una rete di tunnel scavati nella pietra dei monti libanesi e non nel suolo sabbioso e argilloso di Gaza (qualcuno, si chiedono gli israeliani, avrà ben sentito le trivelle in azione). Ma non è solo il governo di Gerusalemme a criticare Unifil; qualche dubbio l’ha espresso anche il nostro ministro della Difesa.
Il mese scorso, dopo il lancio di razzi sul campo da calcio di Majdal Shams e la strage di bambini drusi, Guido Crosetto aveva detto: «Da mesi sto chiedendo ai vertici delle Nazioni Unite di ragionare sui risultati raggiunti dalla missione e sulla necessità di cambiare le regole di ingaggio e ridefinire una strategia». Il nostro contingente, si noti, è il secondo per importanza dopo quello dell’Indonesia (il più grande Stato musulmano al mondo).
Invece mercoledì il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rinnovato di un altro anno il mandato ai suoi peacekeepers, senza mutare il quadro della missione. La risoluzione, proposta dalla Francia, è stata approvata da tutti i 15 Paesi che siedono al Consiglio (a questo giro, inutile dirlo, l’Italia non c’è). Il rinnovo del mandato, ha commentato la vice rappresentante permanente della Francia all’Onu, Nathalie Broadhurst, è stato proposto «nel momento in cui i caschi blu si trovano nella linea di fuoco e fanno un lavoro significativo in circostanze estremamente difficili». Il testo della risoluzione chiede anche la fine delle ostilità e a tutte le parti coinvolte nell’escalation di tensioni di «adottare passi immediati» per porvi fine.
In realtà, per il personale Onu in loco, la situazione non sarebbe poi così grave: secondo quanto affermato all’emittente statunitense in lingua araba “Al Hurra” da Kandice Ardiel, vice portavoce di Unifil, la tensione nel sud del Libano è diminuita dopo lo scambio di attacchi di domenica scorsa e «la guerra finirà presto». Sarà.
Intanto il nostro contingente ha annunciato di aver completato la riqualifica dell’impianto di illuminazione stradale nella municipalità di Yanuh.
Il progetto, finanziato con fondi della Difesa e realizzato dai militari, ha visto l’installazione di 100 punti luce su un tratto di strada di tre chilometri «da oggi più sicuri per i pedoni e i veicoli in transito». Ora siamo tutti più tranquilli.

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