Riprendiamo da LIBERO di oggi, 30/08/2024, a pag. 12 con il titolo "Israele in Cisgiordania. Hamas recluta kamikaze" l'analisi di Mirko Molteni.
Mirko Molteni
L’incursione israeliana nel Nord della Cisgiordania cerca di indebolire Hamas e la Jihad Islamica nelle aree a ridosso dei confini orientali di Israele e delle colonie ebraiche. Ma spinge Hamas ad alzare la posta minacciando il ritorno agli attentati kamikaze di una ventina d'anni fa. Nelle aree di Tulkarem, Jenin e della valle del Giordano sono entrati centinaia di soldati con carri armati, bulldozer corazzati, elicotteri e droni. Il servizio di sicurezza Shin Bet ha reso noto ieri che «in 24 ore sono stati uccisi 12 terroristi in Cisgiordania», mentre gli arrestati sarebbero almeno 20.
OMICIDI MIRATI
È stato ucciso il «ricercato numero uno nella West Bank».
Era Muhammad Jaber, colonnello dell’ala militare della Jihad Islamica, nome di battaglia Abu Shuja. A soli 26 anni era un pezzo grosso. Iniziò a lottare a 17 anni, poi fu in galera per 5 anni. Nel marzo 2022 ha fondato il battaglione della Jihad Islamica del campo profughi di Nur Shams, a Tulkarem, e nell'aprile 2024 era sopravvissuto a un raid ebraico per ucciderlo. Lo scorso luglio perfino la polizia palestinese dell'Anp ha tentato di arrestarlo, mentre era ricoverato per ferite all’ospedale di Tulkarem, ma coperto dai suoi uomini è sfuggito alla cattura. Jaber è stato centrato dagli israeliani proprio a Nur Shams. Nello scontro è stato ferito e arrestato il seguace Muhammad Qassas.
Fra i miliziani, cinque sono stati uccisi in una moschea di Tulkarem.
L'enorme rastrellamento sta portando Hamas a minacciare la ripresa degli attentati suicidi in Cisgiordania. È significativo che il monito venga da Khaled Meshal, capo del movimento dal 1996 al 2017, prima del defunto Ismail Haniye, oltre che fautore dei “martiri” con cinture esplosive che si insinuavano sugli autobus. Fu per quel motivo che già nel 1997 agenti del Mossad tentarono di avvelenare Meshal, allora esule in Giordania, con una tossina segreta, fallendo. L’ex-capo del movimento, ancora influente, ha lanciato la minaccia mentre era ospite dei turchi a Istanbul: «Vogliamo tornare alle operazioni suicide. Questa è una situazione che può essere affrontata solo con un conflitto aperto. Ci stanno combattendo con un conflitto aperto, e noi li affrontiamo con un conflitto aperto».
A Gaza prosegue la guerra e l’IDF ha trovato, fra i documenti catturati nelle basi nemiche espugnate, le prove che Hamas ha falsificato i sondaggi condotti fra la popolazione dall’istituto palestinese PSR, diretto da Khalil Shikaki. Lo scopo era mostrare che la maggioranza della popolazione di Gaza e della Cisgiordania sostiene i terroristi. Ma i dati sono stati manipolati per far credere che i civili palestinesi appoggiassero il massacro del 7 ottobre 2023 e in seguito plaudissero a Yahya Sinwar come nuovo capo di Hamas. Falso consenso costruito a tavolino da Hamas per tenere in ostaggio la sua stessa gente.
A Gaza ieri l’IDF ha rivendicato di aver ucciso con un drone, un capo dell'intelligence della Jihad Islamica, Osama Gadallah, fra gli artefici del 7 ottobre. La Difesa israeliana ha comunicato di aver «distrutto l'80% dei tunnel di Hamas nell’area di Rafah e del corridoio Philadelphi» ai confini con l'Egitto, e che l'omonima «brigata Rafah» di Hamas è «crollata» sotto i colpi dell'esercito.
ACCORDO SANITARIO
In serata si è appreso che sia Israele, sia Hamas hanno concordato con l'Organizzazione Mondiale della Sanità tregue di almeno tre giorni, in varie aree della Striscia di Gaza, per consentire all’Onu di condurre dal 1° settembre la programmata campagna di vaccinazione antipoliomielite a beneficio di 640.000 bambini palestinesi.
Lo spiraglio arriva mentre Haaretz scrive che «una nuova proposta» sui ristagnanti negoziati Israele-Hamas sarebbe «in arrivo nei prossimi giorni dai mediatori, USA, Egitto, Qatar». I parenti degli ostaggi ebraici ancora in mano palestinese hanno manifestato ieri al kibbutz Nirim, chiedendo «un accordo subito» e tentando di traversare il confine con Gaza, ma venendo fermati dai militari. Un sondaggio del Chicago Council mostra che il 60% degli americani vuole che gli USA seguitino ad aiutare Israele fino alla liberazione degli ostaggi, ma solo il 49% ritiene plausibile la totale eliminazione di Hamas.
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